Cambiamenti climatici Economia e finanza

Inflazione: è anche un fenomeno ecologico

Positive Money Europe, una Ong che ha per mission un’economia giusta, democratica e sostenibile e che per questo svolge un’attività di vigilanza sulle politiche della BCE, avanzando proposte, ha appena pubblicato un rapporto che evidenzia come il peggioramento della situazione ambientale del pianeta e la dipendenza dai combustibili fossili contribuiscano entrambi all’aumento dei prezzi. 

Il peggioramento della situazione ambientale del pianeta e la dipendenza dai combustibili fossili contribuiscono entrambi all’inflazione e le leve politiche tradizionalmente utilizzate per frenarla – come i tassi di interesse più elevati – avranno un impatto minimo sugli aumenti dei prezzi guidati dalla volatilità dell’offerta di risorse chiave, mentre faranno aumentare i costi di finanziamento dei progetti verdi che possono viceversa ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e migliorare la resilienza climatica.

È la conclusione dello Studio Inflation as an ecological phenomenon”, pubblicato il 13 febbraio 2024, di Positive Money Europe, Ong di ricerca e campagna per una riforma del sistema monetario in modo che possa sostenere un’economia giusta, democratica e sostenibile, che a tal fine monitora attentamente il lavoro della Banca Centrale Europea, avanzando proposte in grado di garantire che il sistema monetario funzioni per tutti e rispetti i limiti del nostro pianeta.  .

Lo studio, prodotto in collaborazione con il prestigioso Grantham Research Institute presso la London School of Economics and Political Science, evidenzia che le cosiddette “climateflation” e “fossilflation” sono note per produrre impatti più significativo sulla vita delle famiglie e dei paesi a basso reddito.

La Fossilflation è la crescita dei prezzi dell’energia che salgono alle stelle perché il costo dei combustibili fossili fluttua drammaticamente, come si è verificato di recente, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con il conseguente shock alla fornitura di gas e petrolio. 

La Climateflation è definita come il significativo aumento dei prezzi innescato dall’impatto dei cambiamenti climatici, come eventi meteorologici estremi. L’esempio più classico e tipico è l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari a causa della minore produzione a causa della riduzione dell’attività agricola e dei danni ai raccolti.  

Lo Studio Eye of the Storm: The Impact of Climate Shocks on Inflation and Growth”, pubblicato lo scorso aprile del Fondo Monetario Internazionale (IMF) ha mostrato come i cambiamenti climatici incidano sia sull’inflazione che sul PIL, ma in modo diverso tra Paesi dall’economia avanzata e quelli in via di sviluppo, nonché in base ai livelli di reddito alla situazione economica dei singoli paesi e alle politiche fiscali di contrasto adottate.

Secondo Positive Money, man mano che i problemi ambientali, come le condizioni meteorologiche estreme e l’inquinamento, peggiorano, i prezzi saranno più instabili. I metodi tradizionali di gestione dei tassi di interesse non aiutano a superare questa instabilità e mostrano l’incapacità di affrontare la crisi climatica con le vecchie soluzioni. Peraltro, l’aumento dei tassi di interesse non affronta le cause profonde dell’aumento dei prezzi del cibo e dell’energia, come siccità o uragani, mentre rende ancora più difficile per le aziende investire nelle energie rinnovabili.

Un doppio tasso di interesse, con un tasso favorevole agli investitori in progetti green, secondo Positive Money, potrebbe costituire una soluzione da tener presente da parte delle banche centrali nelle loro politiche. 

Reagire all’inflazione guidata da fattori globali dal lato dell’offerta con politiche che ostacolano gli investimenti di riduzione dei costi di cui abbiamo bisogno non è solo inutile, ma attivamente dannoso per le bollette delle famiglie – ha affermato Jordi Schröder Bosch, ricercatore presso Positive Money Europe e coautore del rapporto –Le banche centrali devono prendere più seriamente il ruolo che i combustibili fossili hanno nel guidare l’inflazione, sia in termini di maggiori costi energetici, ma anche di prezzi più alti per cibo e altri beni, poiché il collasso climatico provoca sempre più danni ai rendimenti dei raccolti e alle catene di approvvigionamento. Adottando misure per rendere più verde l’economia, i politici hanno effettivamente la possibilità di prevenire shock inflazionistici e di rispondere in modo da proteggere le famiglie dalle bollette alle stelle ed evitare di esacerbare il problema di un’economia dipendente dai combustibili fossili”.

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