Cibo e alimentazione Sostenibilità

Etichette dei prodotti: il racconto dei consumi degli italiani

L’Osservatorio Immagino (OI), realizzato da GS1 Italy in collaborazione con Nielsen, che racconta ogni 6 mesi preferenze degli italiani incrociando le informazioni riportate sulle etichette dei prodotti, compresi numerosi prodotti alimentari, dedica un dossier speciale al “Barometro sostenibilità” che analizza oltre 30 mila prodotti che riportano sulla confezione almeno un claim o una certificazione green.

Italianità, preferenza per prodotti senza ingredienti/composti insalubri e con alto contenuto di proteine, vitamine ecc, ma anche maggiore attenzione al mondo della sostenibilità e delle certificazioni.

Sono i maggiori trend di consumo evidenziati dai risultati dell’ultimo Rapporto dell’Osservatorio Immagino (OI) pubblicato da GS1 Italy Servizi, organizzazione non profit che sviluppa e mantiene standard globali per la comunicazione tra imprese e unico ente autorizzato a rilasciare i codici a barre, che raccoglie i dati dell’anno terminante a giugno 2021.

Incrociando le informazioni di etichetta della banca dati di Immagino con quelli dei prodotti in vendita nella GDO rilevati da Nielsen, l’Osservatorio Immagino consente di misurare fenomeni di consumo emergenti e di identificare i segmenti di popolazione che li determinano. Si scopre così qual è il consumo di prodotti free from e di quelli arricchiti, come evolvono il “senza glutine” o il “senza olio di palma”, come crescono l’universo vegano e quello biologico, qual è il profilo di consumo di chi è sensibile alle intolleranze alimentari o all’italianità dei prodotti.

L’Osservatorio Immagino monitora non solo il mondo alimentare, ma anche l’universo del cura persona e quello del cura casa, analizzando alcune caratteristiche come il cruelty free, l’uso della bandiera italiana, la certificazione Ecocert e i claim relativi alla sostenibilità ambientale.

Il mondo delle informazioni corre sempre più velocemente e la quantità di dati che le aziende trasferiscono ai consumatori è sempre maggiore – ha affermato Marco Cuppini, Research and communication Director di GS1 Italia – E così le etichette fisiche potrebbero rivelarsi insufficienti per contenerle tutte. Tra i tanti “lasciti” del periodo Covid, annoveriamo l’abitudine ad utilizzare sempre più spesso l’accoppiata telefonino-QR code. Giovani o vecchi, nerd o tecno-ignoranti, tutti ormai siamo in grado di scegliere cosa bere al bar o cosa ordinare al ristorante navigando sul menu apparso inquadrando il codice a barre bidimensionale con la fotocamera del nostro omnipresente smartphone. Quel formato a matrice fatto di 29×29 quadratini ci dà immediatamente una Quick Response; rende immediato l’accesso alle informazioni attraverso una semplice azione sullo smartphone, senza la difficoltà di inserimento manuale, veicolando facilmente un indirizzo internet”.

Il Rapporto è stata realizzato su una base di oltre 125 mila prodotti del largo consumo, pari all’83% delle vendite effettuate in ipermercati e supermercati sul territorio nazionale e con un valore di sell-out di 39 miliardi di euro.

I risultati sono contenuti in 10 categorie chiamate “fenomeni” (Italianità, Free from, Rich-in, Intolleranze, Lifestyle, Loghi e certificazioni, Ingredienti benefici, Metodo di lavorazione, Texture dei prodotti e Cura casa green), sviluppate in altrettanti capitoli, e in 4 approfondimenti (Cura persona, Barometro sostenibilità, Packaging green e Petfood).

In particolare, sono 30.015, pari al 23,9% della numerica totale rilevata dall’Osservatorio, i prodotti censiti ed analizzati che richiamano la loro “sostenibilità” sulle confezioni, riconducibili a 4 aree tematiche principali: management delle risorse, agricoltura e allevamento sostenibili, responsabilità sociale (CSR) e rispetto degli animali.

Fonte: Osservatorio Immagino (OI) 2021-2

Il tema della gestione sostenibile ovvero all’impegno delle aziende nel mettere in campo tutte le iniziative necessarie a ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività, secondo l’Osservatorio, è un fenomeno in continua crescita ed evoluzione. Sono stati 12 mila i prodotti sulla cui etichetta è comparso uno dei 15 claim dell’area del mamagement sostenibile delle risorse (9,6% del totale rilevato) e hanno sviluppato un giro d’affari di 6,1 miliardi di euro pari al 15,7% del giro d’affari del largo consumo confezionato monitorato. Il claim più diffuso è “sostenibilità”, seguito da “riciclabile”.

Un’altra importante sfaccettatura dell’attenzione all’ambiente applicata al mondo del largo consumo è la sostenibilità in agricoltura e negli allevamenti. Ha riguardato oltre 13 mila prodotti confezionati venduti in super e ipermercati (10,6% delle referenze) per un giro d’affari superiore a 2,9 miliardi di euro, in crescita del +1,4% rispetto all’anno mobile precedente. I prodotti più rappresentativi di questo paniere sono quelli corredati in etichetta del claim “biologico” o “EU Organic”. Più distanziati sono i claim “filiera” o “tracciabilità”, “senza OGM” e “senza antibiotici” (in crescita rispetto alle precedenti rilevazioni).  

Sono oltre 7.400 prodotti dotati di certificazioni riguardanti la responsabilità sociale, che hanno generato oltre oltre 3,8 miliardi di euro di vendite (+5,6% rispetto ai 12 mesi precedenti). Le categorie che hanno dato il maggior contributo della crescita dei cinque claim rilevati dall’Osservatorio (FSC, UTZ, Fairtrade, PEFC e Rainforest Alliance) sono stati il pesce surgelato naturale e preparato, i gelati multipack e in vaschetta, la pasta fresca ripiena, il caffè macinato, il salmone affumicato e i sostitutivi del latte.

L’Osservatorio ha ampliato la sua rilevazione anche nel mondo delle certificazioni relative al rispetto degli animali d’allevamento, affiancando a “Friend of the Sea” e “cruelty free” i claim “no cruelty” e “benessere animale”, e le due certificazioni relative esclusivamente al comparto ittico MSC (Marine Stewardship Council) e ASC (Aquaculture Stewardship Council). Complessivamente queste sei indicazioni sono state individuate sulle etichette di 2.884 prodotti (2,3% del paniere totale) per un valore delle vendite superiore a 1,5 miliardi di euro, in crescita del +5,7%.

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