Circular economy Sostenibilità

Direttiva SUP: in vigore anche in Italia che rischia sanzioni

Con l’entrata in vigore del Decreto di recepimento della Direttiva sulla riduzione dei prodotti di plastica monouso anche l’Italia fa un passo avanti, ma per le deroghe ed esenzioni introdotte rischia un procedimento di infrazione da parte della Commissione UE.

Entra in vigore oggi (14 gennaio 2022) il Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 196 attuativo della Direttiva (UE) 2019/904, del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019 sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente (la Direttiva SUP) che ha disciplinato 10 articoli di plastica monouso e attrezzi di pesca, promuovendo la transizione verso l’economia circolare e alternative sostenibili. Per garantire uniformità di esecuzione negli Stati membri, la Commissione UE aveva fornito delle Linee Guida.

Tuttavia, la legge di attuazione italiana, peraltro adottata con 5 mesi di ritardo rispetto alla scadenza prevista, introduce deroghe ed esenzioni che non sono previste nella Direttiva, che esporrebbero il nostro Paese, secondo Greenpeace Italia che assieme a ClienthEarth, ECOS e Rethink Plastic Alliance aveva presentato nei mesi scorsi un reclamo ufficiale alle autorità europee.

Per i prodotti in plastica destinati a entrare in contatto con gli alimenti (ad esempio piatti e posate) la legge italiana consente infatti di aggirare il divieto europeo ricorrendo ad alternative in plastica biodegradabile e compostabile – afferma Giuseppe Ungheres, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace – In base alla norma comunitaria, tuttavia, queste dovrebbero essere vietate al pari delle stoviglie realizzate con plastiche derivate da petrolio e gas fossile. Un’ulteriore violazione è l’esclusione dall’ambito di applicazione della direttiva dei prodotti dotati di rivestimento in plastica con un peso inferiore al 10 per cento dell’intero prodotto. Se l’Italia voleva proteggere gli interessi dell’industria della plastica a scapito dell’ambiente possiamo dire che ha centrato l’obiettivo”.

Secondo Greenpeace, limitare i danni delle plastiche sull’ambiente non vuol dire sostituire i materiali, spostando così gli impatti su altri comparti ambientali e lasciando inalterato il modello dell’usa e getta. Bisogna ridurre il ricorso al monouso, costruendo le condizioni economiche, fiscali e legislative per la diffusione e il consolidamento di modelli di business e di consumo basati sull’impiego di prodotti durevoli e riutilizzabili, sostenendo la vendita di prodotti sfusi

Col recepimento della Direttiva SUP molte nazioni europee si sono dotate di nuove leggi per contrastare l’impiego eccessivo di plastica usa e getta. La Francia ha già varato misure per ridurre il consumo di prodotti in plastica monouso e promuovere la diffusione di prodotti e imballaggi riutilizzabili, inclusi bicchieri e tazze per bevande, contenitori alimentari per il consumo sul posto e da asporto, oltre al divieto di vendere frutta e verdura confezionata in plastica nei supermercati. La Spagna sta andando nella stessa direzione, mentre la Germania ha introdotto una legge che obbliga gli esercenti a mettere a disposizione dei consumatori alimenti e bevande anche in contenitori riutilizzabili, sia per il consumo sul posto che da asporto. In Austria invece è stato da poco approvato un disegno di legge che obbliga la vendita di una quota di bevande in contenitori riutilizzabili. 

Peraltro, nei mesi scorsi Greenpeace aveva pubblicato il Rapporto Dalla riduzione del monouso in plastica alla riduzione del monouso: indicazioni per il recepimento della direttiva SUP in Italia, in cui venivano appunto esaminate le azioni intraprese da altri Paesi nel quadro delineato dalle politiche comunitarie. Da questo lavoro erano scaturite una serie di proposte, alcune immediatamente attuabili, condivise con il Ministero della Transizione ecologica durante le fasi consultive in merito al recepimento della Direttiva SUP, che tuttavia non hanno avuto seguito. 

Anche Legambiente, pur sottolineando come l’entrata in vigore della Direttiva SUP anche in Italia costituisca un importante passo avanti e come il nostro Paese sia da tempo all’avanguardia e leader nella lotta alla plastica monouso e nel contrastare il marine litter con norme nazionali, come ad esempio il divieto dei sacchetti di plastica e dei cotton fioc non biodegradabili e non. sottolinea che non bisogna abbassare la guardia.

In queste ultime settimane stanno comparendo prodotti in plastica molto simili a quelli monouso ma ‘riutilizzabili’ per un numero limitato di volte, come indicato nelle confezioni – osserva Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente – Un modo, a nostro avviso, per aggirare il bando e che porta ad un incremento dell’utilizzo di plastica piuttosto che ad una sua diminuzione“.

 

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