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Crisi climatica: italiani sfiduciati nella risposta delle istituzioni

Secondo un sondaggio condotto in dicembre 2021 dal think tank italiano ECCO, in partnership con More in Common per un progetto di analisi della percezione dell’opinione pubblica di 6 Paesi europei, tra cui l’Italia, su tematiche che spaziano dagli effetti della pandemia ai cambiamenti climatici, il 61% degli italiani è convinto che non ci sia nemmeno un partito che sta rispondendo correttamente alla sfida posta dalla crisi climatica.

A due anni di distanza dall’inizio della pandemia, gli Italiani rivelano una certa preoccupazione per le sorti del paese, accompagnata da una netta sfiducia nelle istituzioni e negli attori politici, ma al contempo mostrano una propulsione verso il cambiamento e un’esigenza di crescita.

È quanto emerge dal RapportoNavigare a vista: gli Italiani e il clima nel post-pandemia”, diffuso il 9 marzo 2022, risultato di un progetto di ECCO, think tank italiano indipendente la cui mission è lavorare nell’interesse pubblico per accelerare la decarbonizzazione e costruire resilienza di fronte alla sfida del cambiamento climatico, in partnership con More in Common, iniziativa internazionale nata nel 2017 per costruire società più forti, più unite e più resilienti alle crescenti minacce di polarizzazione e divisione sociale.

Il progetto si è sviluppato con la realizzazione di sondaggi effettuati a dicembre 2021 dall’Istituto YouGov in 6 paesi europei (Italia, Germania, Spagna, Polonia, Francia e Gran Bretagna) con l’obiettivo di analizzare la percezione dell’opinione pubblica su tematiche che spaziano dagli effetti della pandemia Covid-19 ai cambiamenti climatici. Obiettivo ultimo del progetto è contribuire allo sviluppo di narrative e politiche in grado di far fronte alle sfide future. In particolare, le tematiche affrontate nel sondaggio fanno riferimento a democrazia, pluralismo, fiducia e clima. La natura comparativa del sondaggio ha consentito, inoltre, di comparare i risultati con gli altri paesi coinvolti dall’indagine.

All’interno del progetto, ECCO è responsabile della costruzione del sondaggio distribuito in Italia, che ha coinvolto circa 2.ooo connazionali, selezionati secondo criteri socio-demografici per garantire la rappresentatività della popolazione, e dell’analisi e disseminazione dei risultati nazionali, con un inquadramento nel contesto socio-economico e politico del Paese.

Le recenti tensioni geopolitiche, conseguenti l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia – si legge nella nota-stampa di ECCO – si inseriscono in un contesto europeo nel quale già prevalevano incertezza, fatica e smarrimento dovuti alla pandemia. In Italia, questo si somma ad una preoccupazione crescente per la situazione economica e sociale del Paese”.

Quasi due terzi degli italiani pensa che il Governo non stia facendo abbastanza per contrastare il cambiamento climatico. È interessante notare che gli italiani sopra i 55 anni sono i più delusi delle azioni del Governo in questo senso, mentre gli under 30 sono tra i più soddisfatti (Fonte: More in Common)

Quasi due terzi degli italiani pensa che il Governo non stia facendo abbastanza per contrastare il cambiamento climatico. È interessante notare che gli italiani sopra i 55 anni sono i più delusi delle azioni del Governo in questo senso, mentre gli under 30 sono tra i più soddisfatti (Fonte: More in Common)

Di seguito i messaggi chiave del Rapporto.
Gli italiani sono pienamente consapevoli degli impatti dei cambiamenti climatici.
La transizione ecologica è percepita come un’opportunità di cambiamento e di crescita economica.
La maggior parte degli italiani è favorevole ad un cambiamento radicale delle proprie abitudini, ciò in maniera anche più spiccata rispetto agli altri cinque paesi europei in cui è stato condotto il sondaggio (Germania, Spagna, Polonia, Francia e Gran Bretagna).
Per il 56% degli italiani il cambiamento include l’abbondono graduale o immediato del gas.
– La fascia 18-29 anni risulta meno speranzosa, ma più propensa e pronta al cambiamento.
– La maggior parte dell’opinione pubblica richiede un maggiore impegno delle istituzioni per affrontare i cambiamenti climatici e considera le azioni condotte fino ad ora insufficienti o fallimentari.
– La maggior parte degli italiani vorrebbe che l’Italia intraprendesse più azione climatica indipendentemente dall’azione delle altre grandi potenze.
– Grandi aziende e classe politica sono visti come i maggiori responsabili del peggioramento della crisi climatica. Al contrario, le piccole e medie imprese godono di maggior fiducia.
– È percepito un grande vuoto in tutto l’arco politico sulla questione climatica, nonostante l’elettorato italiano sia pronto ad affrontare la tematica ed è in cerca di una guida.
– Gli italiani rivelano un forte senso di rassegnazione e sfiducia nei confronti della politica, delle istituzioni, dei media e in generale del prossimo, anche più spiccato rispetto agli altri paesi, ma allo stesso tempo sono pronti ad intraprendere più azioni sia individuali che collettive.

Fonte: ECCO

Due anni di pandemia hanno lasciato un Paese diviso, con una popolazione meno solidale nei confronti dei propri concittadini rispetto al periodo precedente la pandemia – sottolinea ECCO – La sfiducia nei confronti delle istituzioni è evidente sia a livello generale che quando si tratta di tematiche legate all’ambiente e alla gestione di piani di rilancio, come ad esempio il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

Allo stesso tempo – prosegue ECCO – la pandemia viene percepita come un’opportunità di cambiamento. Gli italiani credono che questo cambiamento possa avvenire anche tramite la transizione ecologica, vista da molti come un’occasione di crescita economica. Nell’analisi emerge che i cittadini sono pronti a fare la propria parte e credono nell’importanza delle azioni individuali, ma sono anche consapevoli del ruolo che la politica e le grandi aziende ricoprono nell’azione per il clima”.

È proprio nella ricerca di soluzioni per affrontare la crisi climatica che si evince un vuoto politico che nessun partito ad oggi sembra sia stato in grado di colmare. Infatti, il 61% degli intervistati è convinto che non ci sia nemmeno un partito che sta rispondendo correttamente alla sfida posta dalla crisi climatica.

I rappresentati politici hanno quindi la possibilità di riempire questo vuoto di leadership nell’azione climatica attraverso una nuova narrazione della transizione energetica, che abiliti il cambiamento e sia percepita dalle persone più come un’opportunità che come un peso insormontabile, pur senza ignorarne la complessità e le difficoltà.

La pandemia porta con sé uno stato di ansia e solitudine, soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione, che sono però anche quelle che più sentono la necessità di un cambio di paradigma – conclude il Rapporto – Se la politica sarà in grado di utilizzare narrative positive rispetto alla transizione ecologica, questa potrebbe essere l’elemento su cui ricostruire il rapporto di fiducia tra elettori ed eletti. Altrimenti, il rischio è che, a causa di narrazioni distorte e non basate sui dati scientifici, si aumenti ulteriormente la distanza tra i cittadini e le istituzioni, con il pericolo di vedere posizioni sempre più polarizzate, soprattutto su temi sistemici come quello del clima”.

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