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PAC post 2020: il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura

PAC post 2020 futuro alimentazione e agricoltura

La Commissione UE ha adottato il 29 novembre 2017 la Comunicazione “The future of food and farming”  che fornisce gli orientamenti affinché la più v04ecchia politica comune dell’UE (quella agricola) continui a rispondere alle sfide emergenti, con un approccio meno prescrittivo e una maggiore sussidiarietà a livello degli Stati membri.
Nel febbraio del 2017 la Commissione UE aveva lanciato una Consultazione pubblica sul futuro della Politica Agricola Comune (PAC), al fine di meglio comprendere in cosa l’attuale politica avrebbe potuto essere semplificata e modernizzata.

Durante i tre mesi di consultazione, la Commissione ha ricevuto più di 320.000 risposte, per lo più da individui, dalle quali era emerso che la maggior parte dei rispondenti voleva mantenere una forte PAC a livello dell’Unione europea, ma che era necessario semplificarla, renderla più flessibile e più focalizzata sull’affrontare le sfide chiave della garanzia di un equo tenore di vita per gli agricoltori, della protezione dell’ambiente e della lotta contro i cambiamenti climatici.

La politica agricola comune ci accompagna dal 1962 – ha dichiarato Jyrki Katainen, vicepresidente responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività – Pur assicurandoci che continui a produrre, ad esempio, alimenti salutari e gustosi per i consumatori e a creare occupazione e crescita nelle aree rurali, la PAC deve anche evolversi insieme alle altre politiche. La nostra proposta, a partire dai risultati di ampie consultazioni con le parti interessate, costituisce un passo importante verso la modernizzazione e la semplificazione della PAC. Il nuovo modello di erogazione introdotto dalla Commissione garantirà una maggior sussidiarietà agli Stati membri e li invita a stabilire Piani strategici all’interno della PAC che finanzieranno azioni nell’ambito del pilastro I e pilastro II, consentendo così la semplificazione, una migliore coerenza e il monitoraggio dei risultati”.

L’iniziativa faro sarà di permettere agli Stati membri di assumersi maggiori responsabilità nella scelta di come e dove investire i loro fondi della PAC, al fine di raggiungere gli ambiziosi obiettivi comuni in materia di ambiente, cambiamenti climatici e sostenibilità. Pur mantenendo l’attuale struttura a due pilastri (pagamenti diretti/misure di mercato e sviluppo rurale), il nuovo approccio, più semplice e flessibile, definirà le azioni dettagliate per il raggiungimento di questi obiettivi convenuti a livello dell’UE. Dopodiché, ogni Paese dell’UE svilupperà il proprio piano strategico – approvato dalla Commissione – precisando come intende raggiungere gli obiettivi. Piuttosto che sulla sorveglianza regolamentare, l’attenzione sarà più concentrata sul monitoraggio dei progressi e sull’assicurarsi che i finanziamenti siano focalizzati su risultati concreti.

Passare da un approccio unico a un approccio su misura significa che la politica e le sue implicazioni reali saranno più vicine a chi la implementa sul campo.
La comunicazione di oggi garantisce che la PAC raggiungerà obiettivi nuovi ed emergenti come la promozione di un settore agricolo intelligente e resiliente, il rafforzamento della tutela ambientale, dell’azione per il clima e del tessuto socioeconomico delle aree rurali – ha sottolineato a sua volta Phil Hogan, Commissario per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale – Segna inoltre un importante cambiamento di scala nell’implementazione della PAC: un nuovo sistema sostituirà quello attuale dando agli Stati membri e alle regioni un maggiore grado di sussidiarietà“.

Il sostegno agli agricoltori continuerà attraverso il sistema dei pagamenti diretti. La comunicazione non pregiudica né il dibattito sul futuro delle finanze UE né i contenuti della sua proposta per il prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP). Senza essere esaustiva, la comunicazione esplora alcune possibilità per garantire un sostegno equo e più mirato al reddito degli agricoltori.

I cambiamenti climatici e le pressioni sulle risorse naturali continueranno a colpire l’agricoltura e la produzione alimentare. Le PAC future dovrebbero riflettere ambizioni più alte per quanto riguarda l’efficienza delle risorse, la protezione dell’ambiente e le azioni per il clima.

L’UE è fortemente impegnata ad agire per tener fede all’Accordo di Parigi (COP21) e agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) – si legge nella Comunicazione – In particolare, la PAC è alla base delle politiche definite nel Pacchetto “Clima ed Energia al 2030” dove il settore agricolo è invitato a contribuire all’obiettivo di decarbonizzare l’economia del del 40% entro il 2030 e all’implementazione della strategia di adattamento dell’UE. L’agricoltura europea deve anche aumentare il suo contributo verso gli obiettivi ambientali dell’UE. Questi impegni non possono essere soddisfatti senza gli agricoltori, i silvicoltori e gli altri attori rurali che gestiscono più della metà della terra dell’UE, e che sono utenti chiave e custodi delle relative risorse naturali, forniscono serbatoi di stoccaggio del carbonio e risorse rinnovabili per l’industria e l’energia. Questo è il motivo per cui la PAC modernizzata dovrebbe rafforzare il valore aggiunto dell’UE, riflettendo un livello più elevato di ambizioni ambientali e climatiche e venendo incontro alle preoccupazioni dei cittadini in merito alla produzione agricola sostenibile”.

Altre proposte includono:

– Incoraggiare l’utilizzo di tecnologie moderne a sostegno degli agricoltori sul campo e garantire maggiore trasparenza del mercato e sicurezza.
– Maggiore attenzione agli sforzi per incoraggiare i giovani a diventare agricoltori, da coordinarsi con le competenze proprie degli Stati membri in settori quali la tassazione fondiaria, la pianificazione e lo sviluppo delle competenze.
– Rispondere alle preoccupazioni dei cittadini in merito alla produzione agricola sostenibile, incluse salute, alimentazione, sprechi alimentari e benessere degli animali.
– Ricercare azioni coerenti in linea con la dimensione globale della PAC tra le politiche, in particolare in materia di commercio, migrazione e sviluppo sostenibile.
– Creare una piattaforma a livello dell’UE sulla gestione del rischio per aiutare al meglio gli agricoltori a far fronte all’incertezza dovuta ai cambiamenti climatici, alla volatilità del mercato e ad altri rischi.

Le proposte legislative pertinenti che attueranno gli obiettivi indicati nella Comunicazione saranno presentate dalla Commissione entro l’estate 2018, dopo la proposta di QFP.

Accompagna la Comunicazione una nota informativa che cerca di rispondere ad alcune delle domande più comuni.C’è da osservare che il quadro politico ed economico entro il quale si sta svolgendo il dibattito sulla futura PAC è assai diverso da quello che caratterizzava i precedenti contesti di definizione della politica agricola comune.
Ora c’è una crisi politica mai vissuta prima dall’UE, con una ascesa dei movimenti e partiti antieuropeisti.

C’è una situazione economico-finanziaria che si riverbera sul settore con una volatilità imprevedibile dei prezzi agricoli, che incide sulla catena agro-alimentare, mettendo gli agricoltori alla mercé dei grandi operatori del settore in un mercato sempre più globalizzato.
C’è stata l’uscita della Gran Bretagna con un conseguente futuro buco nel bilancio dell’UE di almeno 10 miliardi di euro, secondo gli analisti più ottimisti, che comporterà inevitabilmente tagli al budget per la PAC che finora ha goduto del 38% del bilancio UE.
C’è una maggiore richiesta dei consumatori per garanzie sull’identità del produttore e del luogo di produzione.
C’è l’interesse mostrato da molti Paesi per il cibo locale e i prodotti di filiera corta.
C’è, inoltre, la questione degli sprechi alimentari su cu l’opinione pubblica dimostra sempre maggior consapevolezza e sensibilità.

Nello stesso modo in cui la comunicazione delinea un approccio meno prescrittivo e una maggiore sussidiarità – si legge nella Nota informativa – la Commissione vuole proseguire il dibattito sugli aspetti pratici con un ampio gruppo di parti interessati e di co-legislatori”.

Dibattito che si preannuncia “caldo” con i Paesi membri che sotto pressione delle lobby dei grandi gruppi agroalimentare non accetteranno facilmente modifiche così strutturali rispetto ad un percorso che finora, pur con inevitabili aggiustamenti, si era consolidato.

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