Il Riesame sullo Stato di implementazione della legislazione ambientale europea (EIR), adottato dalla Commissione UE, evidenzia che molte sfide che attendono i Paesi membri per l’inadeguata attuazione della normativa ambientale, che non è solo un fatto burocratico, ma ha delle pesanti ripercussioni economiche e sanitarie.
La crisi energetica e la guerra in Ucraina non sminuisce la portata delle sfide poste dai cambiamenti climatici, dall’inquinamento e dalla perdita di biodiversità.
È quanto sottolinea la Commissione UE nella Comunicazione “Conformarsi alle politiche ambientali per invertire la rotta”, adottata l’8 settembre 2022, che contiene il Riesame dell’attuazione delle politiche ambientali 2022 (EIR), una revisione periodica (la precedente è del 2019) dello stato dell’arte sull’implementazione delle politiche ambientali nei 27 Stati membri che costituisce uno strumento per contribuire a realizzare i benefici della legislazione e delle politiche ambientali dell’UE per le imprese e i cittadini attraverso una loro migliore attuazione.
“Abbiamo chiamato questa revisione ‘Conformarsi alle politiche ambientali per invertire la rotta’, perché è quello che dobbiamo fare – ha affermato il Commissario UE all’Ambiente, Virginijus Sinkevičius – Questo è anche ciò che i cittadini europei si aspettano da noi. In tutta Europa, quest’estate abbiamo assistito ad una devastante siccità e agli incendi boschivi. Gli eventi meteorologici estremi diventeranno più frequenti e violenti; nessuno dei nostri Stati membri è stato risparmiato. Ciò richiede non solo una risposta alle emergenze, ma anche preparazione e prevenzione. Per proteggere la nostra salute, i nostri mezzi di sussistenza e garantire la sicurezza alimentare a lungo termine, tutti gli Stati membri dell’UE devono applicare pienamente e correttamente le norme ambientali che già abbiamo senza ulteriori indugi.
Gli Stati membri sono giuridicamente obbligati ad attuare correttamente e integralmente la politica e la legislazione ambientale dell’UE, essenziali per proteggere la salute umana, preservare un ambiente sano ed evitare i relativi costi economici inutili. Secondo uno Studio commissionato dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione UE (DG-ENV) a COWI e EUMONIA, società internazionali indipendenti di consulenza in ambiente ed economia, ha stimato in circa 55 miliardi di euro ogni anno i risparmi derivanti dalla piena attuazione delle leggi ambientali dell’UE.
Obiettivo della relazione EIR è di affrontare le cause delle lacune nell’implementazione e trovare soluzioni prima che i problemi diventino urgenti e raggiungano la fase delle infrazioni. L’EIR mira anche ad assistere i decisori nazionali delineando le priorità che richiedono la loro attenzione. Il processo EIR è inclusivo e partecipativo, flessibile e integra il lavoro esistente sull’attuazione ambientale.
Il Green Deal europeo ha riconosciuto il ruolo specifico del riesame dell’attuazione delle politiche ambientali, a testimonianza dell’ampiezza e dell’accuratezza della sua analisi, sottolineando che la Commissione e gli Stati membri devono garantire che le politiche e la legislazione siano applicate e nel contempo che “il riesame dell’attuazione delle politiche ambientali sarà fondamentale per fotografare la situazione in ciascuno Stato membro“.
Il concetto è stato ribadito nel Piano di investimenti del Green Deal europeo, in cui si afferma che tale riesame – al pari di altri strumenti quali il semestre europeo e i piani nazionali per l’energia e il clima nell’ambito dell’Unione dell’energia – servirà anche a individuare il fabbisogno di investimenti di ciascuno Stato membro nei settori chiave della politica ambientale.
L’EIR, sulla base di 27 relazioni sui singoli Paesi, tra cui ovviamente anche quella dedicata all’Italia, si concentra sulla situazione attuale nei principali settori della politica ambientali.
– La Biodiversità nell’UE continua a diminuire. Tra gli habitat nelle condizioni più precarie vi sono prati seminaturali, torbiere e paludi. Le foreste sono in estrema difficoltà e la maggior parte degli Stati membri deve ancora accelerare gli sforzi per completare le rispettive reti Natura 2000.
– Acqua: i progressi verso il conseguimento di un buono stato dei corpi idrici sono lenti e alcuni Stati membri non hanno ancora adottato gli strumenti necessari per far fronte al problema, nello specifico i Piani di gestione dei bacini idrografici; allo stesso modo, gli Stati membri sono tenuti ad adottare tempestivamente i rispettivi piani di gestione del rischio di alluvioni. Le norme di attuazione sull’acqua potabile continuano inoltre a destare preoccupazione in alcuni paesi. Per di più, nonostante la disponibilità di fondi dell’Unione, l’attuazione delle norme UE in materia di trattamento dei nitrati e delle acque reflue urbane ha proceduto lentamente a causa di una pianificazione e di infrastrutture inadeguate.
– Economia circolare: nonostante abbiano quasi tutti predisposto strategie e piani d’azione nazionali per l’economia circolare, gli Stati membri presentano ancora notevoli differenze tra i tassi di produttività delle risorse e quelli di utilizzo dei materiali circolari. I tassi di produttività esprimono l’efficienza con la quale un’economia utilizza le risorse ai fini della produzione, mentre i tassi di utilizzo dei materiali circolari misurano la quota di materiali recuperati e reimmessi nell’economia. Occorrono ulteriori azioni per migliorare il potenziale di riciclabilità delle materie plastiche, dei materiali da costruzione e dei prodotti tessili. La prevenzione dei rifiuti rimane una sfida importante in tutti gli Stati membri; in particolare, in alcuni paesi il problema delle discariche non conformi alle norme è ancora una realtà alla quale occorre far fronte.
– L’inquinamento atmosferico continua a rappresentare una delle principali fonti di preoccupazione per la salute degli europei. Gli Stati membri devono ottemperare agli obblighi di monitoraggio della qualità dell’aria in modo sistematico e coerente allo scopo di far rispettare meglio i parametri che assicurano un’aria pulita a livello dell’UE e nazionale. Per raggiungere la conformità sono necessarie misure rigorose, tra cui il passaggio a una mobilità sostenibile alimentata da energie rinnovabili e l’introduzione di tecniche agricole a basse emissioni, ad esempio, per la gestione del bestiame, degli effluenti di allevamento e dei fertilizzanti.
– Clima: il livello generale di attuazione della legislazione sul clima è buono in tutta l’UE; la cosa importante in questa fase è concordare e attuare il pacchetto di misure per conseguire l’obiettivo del -55% stabilito nella normativa sul clima per il 2030. Tuttavia, occorre intensificare gli sforzi di adattamento in ciascuno Stato membro e a livello dell’UE per far fronte alla difficile realtà dell’aumento dell’impatto climatico. Interventi adeguati per prevenire e/o ridurre al minimo i danni causati dal clima apporteranno significativi benefici economici e sociali.
Molti Stati membri devono prevedere maggiori finanziamenti per soddisfare il fabbisogno di investimenti a favore degli obiettivi e delle priorità ambientali. Per la prima volta il riesame mette a confronto, per ciascuno Stato membro, i finanziamenti disponibili ai fini dell’attuazione delle politiche ambientali con il fabbisogno di investimento, che per conseguire gli obiettivi ambientali nell’UE ammonta a 110 miliardi di euro l’anno
La carenza di investimenti a favore dell’ambiente riguarda per quasi due terzi la lotta contro l’inquinamento in generale e la protezione e gestione dei corpi idrici.
Adeguare e rafforzare la capacità amministrativa degli Stati membri è fondamentale per attuare e far rispettare la legislazione dell’UE, così come assicurare un accesso effettivo alla giustizia a livello nazionale è essenziale per attuare il diritto ambientale. Si tratta dei pilastri della governance ambientale. Tuttavia nella maggior parte degli Stati membri vi è ancora margine di miglioramento per quanto riguarda l’accesso del pubblico agli organi giurisdizionali al fine di impugnare decisioni, atti od omissioni, in particolare nei settori della pianificazione relativi ad acque, natura e/o qualità dell’aria. La maggior parte degli Stati membri deve inoltre informare meglio il pubblico in merito ai suoi diritti di accesso alla giustizia.
“L’Environment Implementation Review è uno strumento utile per chiedere il cambiamento ai vostri governi, sulla base di questi risultati – ha concluso nella Conferenza stampa di presentazione dell’EIR 2022 Stankevicius, rivolgendosi ai cittadini dell’UE – Come sempre conto sul vostro supporto”.