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Fuorvianti date scadenza sui prodotti contribuiscono allo spreco alimentare

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Dopo il Rapporto della FAO, un altro Studio cerca di far luce su una delle cause che contribuiscono maggiormente alla dissipazione di risorse ovvero le etichettature dei prodotti in commercio che sarebbero mal regolate, mal definite e applicate in modo incoerente, e, contrariamente alle diffuse credenze dei consumatori, non indicano in realtà quando il cibo si guasterà e non forniscono elementi significativi sulla sicurezza alimentare, creando un’indebita confusione che si traduce in una quantità di rifiuti alimentari che potrebbe essere evitata.

La mole di rifiuti alimentari in tutto il mondo è uno degli esempi più emblematici di come l’umanità stia inutilmente esaurendo le sue risorse naturali – ha commentato Achim Steiner, sottosegretario dell’ONU e Direttore esecutivo del Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) – Questo nuovo rapporto arriva sulla scia di quello pubblicato qualche giorno fa dalla FAO che sottolinea come il 28% dei terreni agricoli del mondo venga utilizzato per la produzione di cibo che non viene mangiato, un’area più grande della Cina.Ogni persona, ogni azienda, ogni città, stato e governo dovrebbero fare qualcosa per affrontare questo spreco, contribuendo a ridurre il Foodprint globale”.

Lo Studio cui fa riferimento Steiner è “The Dating Game: How Confusing Food Date Labels Lead to Food Waste in America” (il titolo fa riferimento ad un gioco televisivo molto in voga, “Il gioco delle coppie”,  per far risaltare che la datazione sulle etichette alimentari rischia di trasformarsi in un gioco fuorviante) che Natural Reserve Defense Council (NRDC), una delle più importanti ONG ambientali degli USA e Food Law and Policy Clinic (FLPC) divisione alimentare della Harvard Law School hanno presentato il 18 settembre 2013. Anche se l’analisi compiuta riguarda la situazione statunitense, il suo valore travalica i confini americani, come attesta l’attenzione prestata all’evento dall’UNEP.

In tutto il mondo ogni organismo che abbia indagato sulle cause dei rifiuti alimentari, dalla Gran Bretagna all’Unione europea, dalle Nazioni Unite al NRDC, con il Rapporto ‘Wasted’ che abbiamo presentato l’anno scorso, ha evidenziato come l’eliminazione della confusione circa la data di scadenza sulle etichette dei prodotti sia la chiave, a portata di mano, per la riduzione dei rifiuti alimentari – ha affermato ha affermato Dana Gunders, scienziata del Programma Alimentazione e Agricoltura di NRDC –  Così, abbiamo iniziato questo studio con l’intenzione di cogliere questa opportunità”.

In “Wasted” si evidenziava che il 40% dell’approvvigionamento alimentare degli USA non viene consumato, per una perdita di 165 miliardi di dollari, senza contare i costi per lo smaltimento, il consumo di acqua, energia, suolo e delle altre risorse che vengono sperperate durante le fasi di produzione, lavorazione e distribuzione. La maggior parte dei cibi non consumati marcisce nelle discariche, dove genera quasi il 25% delle emissioni di metano, un  potente gas serra che è almeno 56 volte più dannoso per il clima della CO2, dando così un significativo contributo al riscaldamento globale. Inoltre, ridurre le perdite di cibo del solo 15% permetterebbe di sfamare oltre di 25 milioni di americani in un momento in cui 1 su 6 di loro manca di un approvvigionamento sicuro di prodotti alimentari.

Ora, con questo nuovo studio viene fatto un approfondimento su una delle cause che contribuiscono maggiormente allo spreco alimentare ovvero le etichettature dei prodotti in commercio che, secondo lo studio, negli USA sono mal regolate, mal definite e applicate in modo incoerente, e, contrariamente alle diffuse credenze dei consumatori, non indicano in realtà quando il cibo si guasterà e non forniscono elementi significativi sulla sicurezza alimentare, creando un’indebita confusione che si traduce in una quantità di rifiuti alimentari che potrebbe essere evitata.

Le date di scadenza costituiscono un falso mito che sta facendo sprecare soldi e buttar via del cibo perfettamente sano, insieme alle altre numerose risorse – ha proseguito la Gunders – Frasi come ‘vendere da’, ‘utilizzare da’, e ‘prima di’ sono scarsamente regolamentate, male interpretate e conducono ad una falsa fiducia nella sicurezza alimentare. È tempo di riformare un sistema di datazione del cibo sulle etichette, che si è dimostrato tremendamente inefficace”.

Se il sistema di datazione sui prodotti alimentari era stato introdotto per fornire al consumatore indicatori di freschezza, si deve concludere, afferma lo studio, che l’obiettivo è stato mancato.
Il rapporto “Dating Game”, così, caldeggia alcune raccomandazioni che possono essere già  praticate:
– Fare in modo che la data di scadenza non sia visibile al consumatore dal momento che generano confusione e non danno informazioni utili al consumatore allorché porta i propri acquisti a casa, come non devono essere in vista quelle altre informazioni di date in etichetta che servono per i controlli degli stock (business-to-business).
– Sviluppare un sistema affidabile, coerente e facilmente comprensibile che interloquisca chiaramente con i consumatori attraverso un linguaggio chiaro che sia in grado di far comprendere la differenza tra le etichetta di sicurezza e quelle di qualità alimentare.
– Includere la data della durata di congelamento e altre informazioni in merito per promuovere il congelamento di prodotti alimentari deperibili, aumentando la consapevolezza nei consumatori dei benefici degli alimenti congelati e la quantità di prodotti di cui è possibile prolungarne la durata.
– Rimuovere o sostituire le date basate sulla qualità su prodotti non deperibili e su quelli a lunga conservazione, per i quali la sicurezza non è preoccupante, lasciando le date che potrebbero risultare utili, come ad esempio la durata di conservazione dopo l’apertura o la data in cui il prodotto è stato confezionato.
– Verificare che le date in etichetta siano collocate in modo chiaro e prevedibile sulle confezioni, in modo che i consumatori possano individuarle e comprenderle facilmente, magari attraverso l’uso di un box simile a quello utilizzato per “aspetti nutrizionali”.
–  Impiegare metodologie più trasparenti per la scelta delle date da includere, creando un insieme di “best practice”  che produttori e rivenditori possono utilizzare per determinare le date di scadenza sui prodotti, che i consumatori possono consultare se lo desiderino.
– Aumentare l’uso di istruzioni per una manipolazione sicura e “etichette intelligenti” che forniscano informazioni chiare e pertinenti di sicurezza alimentare a fianco delle date di scadenza, aggiungendo degli indicatori  tempo – temperatura o delle frasi ovvero codici QR [ndr: Code Quick Response, cioè risposta rapida è un tipo di codice a barre bidimensionale a matrice, composto da moduli neri disposti all’interno di uno schema di forma quadrata. Viene impiegato per memorizzare informazioni generalmente destinate ad essere lette tramite un telefono cellulare o uno smartphone].

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