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Le “Smart City” chiedono di rivedere al rialzo il nuovo Pacchetto al 2030

Smart City chiedono di rivedere al rialzo il nuovo Pacchetto al 2030

In vista del Consiglio europeo di primavera (20 – 21 marzo 2014) si fanno sempre più diffuse le insoddisfazioni delle comunità locali europee per la mancanza di ambizione che presenterebbe la proposta presentata dalla Commissione UE e che, di fatto, mortificherebbe l’impegno profuso finora dai cittadini e dalle amministrazioni locali per una transizione energetica che crei posti di lavoro e mitighi gli effetti dei cambiamenti climatici.

Energy Cities, l’Associazione europea degli enti locali per la transizione energetica che raccoglie più di 1.000 città di 30 Paesi, ha inviato al Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy una Lettera aperta con la quale esprimono le loro preoccupazioni per la mancanza di ambizione che emerge dalla proposta della Commissione UE per il Pacchetto al 2030 “Clima -Energia”. 

Considerato che con il pacchetto del ‘triplo 20’si è conquistata la leadership mondiale, l’UE deve mantenere elevate le sue ambizioni – scrive il Presidente di turno dell’Associazione, il Sindaco di Heidelberg Eckart Würzner – È necessario per rispettare l’impegno del Consiglio europeo per una riduzione dei gas serra dell’80-95% entro il 2050. Si tratta di un’opportunità per tradurre gli obiettivi climatici ed energetici dell’UE in una moltitudine di azioni a liviello locale che migliorerebbero la qualità della vita dei cittadini e aumenterebbe la competitività dell’UE.

Dopo aver ricordato il grande successo conseguito dall’iniziativa “Patto dei Sindaci” (Convenant of Mayors) a cui hanno aderito oltre 5.000 amministrazioni locali e la Comunicazione dell’Associazione del 7 ottobre 2013 “Empowering local and regional stakeholders to deliver the EU climate and energy objectives”, citata nella lettera, con cui si chiede alla Commissione di far propria la proposta di prorogare e potenziare il target del Patto dei Sindaci oltre il 2020, coinvolgendo maggiormente le città impegnate ad aumentare l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili nei loro territori, Energy Cities chiede che il Consiglio europeo, che discuterà la nuova proposta di Pacchetto al 2030  il 20 e 21 marzo 2014,  tenga conto le indicazioni che provengono alle comunità locali.

È nelle mani del Consiglio europeo l’opportunità di inviare un messaggio incoraggiante sia per gli investitori che per i cittadini, le comunità e autorità locali, che l’UE vuole mantenere un ruolo di primo piano nei colloqui e programmi internazionali sul clima”.

Le città svolgono un ruolo fondamentale nella transizione energetica:

– sono responsabili del 45% dei consumi energetici e del 50% dell’inquinamento atmosferico;

– il 50% della popolazione mondiale vive in aree urbane che accolgono ogni anno 60 milioni di nuovi residenti ed entro la metà del secolo più dei due terzi dell’umanità vivrà in città.;
– entro il 2025 un terzo delle città a livello globale dovrà fare i conti con gli effetti dei cambiamenti climatici, come indicato da una recente analisi di “The Economist”.

Qualche giorno prima, il 14 febbraio 2014, in occasione dell’anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto e nell’ambito dell’attuale dibattito sul Pacchetto “Clima-Energia” al 2030, Kyoto Club ha organizzato a Roma il tradizionale Convegno annuale proprio sul tema “Cambiamenti climatici e città intelligenti”.
Le città rappresentano un laboratorio fondamentale per dare impulso ad un nuovo modello di sviluppo sostenibile – ha dichiarato Catia Bastioli, Presidente di Kyoto Club – Non dimentichiamoci che la percentuale della popolazione che vive in aree urbane è in continua crescita, e che la tendenza all’urbanizzazione persiste sia in Europa che nel resto del mondo. Il concetto di città intelligente è un approccio vincente perché interdisciplinare: le smart cities declinano infatti il tema dell’efficienza delle risorse in una molteplicità di ambiti, dal settore energetico alla gestione dei rifiuti, conciliando le esigenze di cittadini, istituzioni e imprese“.

Ciò che differenzia l’ “approccio smart city” rispetto al passato è il considerare in un’unica cornice tanti aspetti che fino ad oggi sono stati affrontati separatamente. Si pensa alla città come a un insieme di reti interconnesse, quali la rete dei trasporti, la rete elettrica, la rete degli edifici, la rete della illuminazione, la rete delle relazioni sociali, la rete della pubblica illuminazione, dell’acqua e dei rifiuti.
L’integrazione di tali reti in un disegno coordinato è quella che rende possibile nuovi servizi, impensabili fino al decennio scorso, ed apre possibilità di trasformazione progressiva della città.
L’elaborazione di una strategia che tenga conto dei cambiamenti climatici e sia economicamente efficiente, condivisibile e accettabile dai cittadini, per le città attuali è in cima alla lista delle priorità di molti smart city planners.

Per rafforzare la sicurezza energetica, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la resilienza economica dell’UE, gli strumenti più efficaci sono rappresentati da obiettivi vincolanti al 2030.

In merito, “La proposta della Commissione UE di puntare a una riduzione legalmente vincolante delle emissioni di gas serra al 2030 del 40% rispetto ai livelli del 1990 è indubbiamente positiva perché tale obiettivo offre certezze alle industrie delle rinnovabili ed efficienza energetica, desiderose di investire in innovazione – ha affermato Gianni Silvestrini, Direttore scientifico di Kyoto Club – Ma non solo, potrà permettere all’Europa di avere un ruolo di primo piano nelle trattive per un accordo mondiale sul clima di cui si discuterà nel 2015 alla Conferenza di Parigi”.

Se il nuovo obiettivo “vincolante” sulle emissioni è largamente condiviso, non altrettanto si può dire in merito a quello sul target delle rinnovabili, nonché quello relativo all’efficienza energetica, entrambi generici o non vincolanti a livello di Paesi membri.

A questo proposito è stato abbastanza esplicito Francesco Ferrante, Vice Presidente di Kyoto Club: “Ritengo sia di vitale importanza che l’Europa mantenga la propria leadership nell’innovazione in campo energetico, fissando tre target vincolanti al 2030 sulla riduzione delle emissioni di CO2, sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica, non solo per contrastare i cambiamenti climatici, ma per lo stesso futuro industriale del nostro Paese“.

È per questo che Kyoto Club ha apprezzato la posizione del Ministro Orlando a Bruxelles – ha continuato Ferrante – I target devono prevedere, come peraltro ha recentemente richiesto il Parlamento Europeo, anche obiettivi nazionali altrettanto vincolanti. Solo scommettendo sull’innovazione c’è un futuro manifatturiero per un Paese come il nostro: è per questo che abbiamo ritenuto la proposta della Commissione Europea troppo prudente e contraria a nostri stessi interessi nazionali”.

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