Diagnostica e controllo dei beni architettonici per la conoscenza, conservazione, sicurezza e valorizzazione del patrimonio immobiliare.
L’attività di prevenzione del rischio sismico in un Paese fortemente caratterizzato da fenomeni geologici è una procedura imprescindibile nell’ottica della sicurezza pubblica e privata, nella tutela della vita umana e nella valorizzazione del patrimonio immobiliare (tanto più quando questo è costituito da manufatti storici, come accade nella stragrande maggioranza dei nostri centri urbani).
Le normative italiane in materia sanciscono l’obbligo di sottoporre a valutazione della vulnerabilità sismica tutti gli edifici esistenti aventi funzione pubblica, di classe III (edifici rilevanti ai fini del collasso) e classe IV (edifici strategici) edificati prima del 1984, unitamente a quelli che, pur costruiti dopo tale data, hanno subito una riclassificazione sismica con aumento della pericolosità di base.
Ma l’Italia, si sa, è il Paese delle proroghe e pertanto, sperando nell’ennesima ulteriore proroga, arrivata in extremis sino alla fine del 2012, ad oggi, molte amministrazioni e privati cittadini si trovano in difetto non avendo adempiuto ai controlli necessari.
Nella sola Regione Marche, se si analizza l’apposito elenco contenuto nella DGR 1520 del 2003 si scopre che il patrimonio edilizio esistente da sottoporre a verifica di vulnerabilità risulta di entità non trascurabile.
Ebbene, a distanza di 8 anni lo stato dell’arte delle attività di valutazione della vulnerabilità sismica presenta un panorama di generale inadempimento degli obblighi di legge e la perdurante mancanza di fondi non fa che accentuare il problema. Laddove le analisi e le valutazioni tecniche sono state effettuate, ma si è riscontrata una effettiva inadeguatezza sismica dell’edificio, si è spesso deciso di adottare delle soluzioni drastiche (dismissione delle attività, demolizione), molto spesso inopportune, e soprattutto in contrasto con la filosofia della norma.
In sostanza, affinché siano rispettate le regole per una corretta esecuzione delle attività di prevenzione del rischio sismico di un edificio:
1) il proprietario di un edificio od una infrastruttura riconducibile agli elenchi “A” e “B” della DGR 1520/2003 deve eseguire le verifiche di vulnerabilità;
2) le verifiche devono essere condotte da personale esperto, che possa valutare con criticità i risultati delle verifiche di vulnerabilità condotte sempre con l’ausilio di un software, e che sia in grado di cogliere gli aspetti determinanti delle carenza strutturali indicando un indice di protezione (denominato Indice di rischio) coerente ed ingegneristicamente significativo;
3) il tecnico deve rilasciare al proprietario una relazione da cui emergano chiaramente quelli che sono gli interventi più urgenti da eseguire e quelli che possono essere differiti nel tempo, in modo che venga data la possibilità di programmare degli interventi secondo step progressivi che di volta in volta accrescano la protezione del fabbricato.
4) il proprietario non deve giungere a conclusioni affrettate e mettere fuori servizio l’opera, solo perché ne viene riscontrata l’inadeguatezza, a meno che questa non sia motivata da gravi e diffuse carenze strutturali che possono creare situazioni di rischio anche per soli carichi statici. Al contrario deve prendere atto del risultato ed iniziare una idonea programmazione degli interventi, che può anche far leva su un miglioramento progressivo della protezione.
Per fornire una bussola necessaria ai “naviganti” pubblici e privati di questo procelloso Mare tenebrarum, nella Provincia di Ancona è nata GEA, Società cooperativa (con sede in Ancona e Osimo), che effettua servizi finalizzati alla valutazione della vulnerabilità statica e sismica degli edifici attraverso il proprio staff tecnico e mediante la collaborazione con laboratori specializzati e certificati, GEA organizza e coordina servizi specialistici di analisi, ricerca e consulenza sui materiali e sulle strutture per la conoscenza, conservazione, sicurezza e valorizzazione del patrimonio immobiliare.
Per saperne di più abbiamo intervistato l’Ing. Alessandro Bianchi, Amministratore della Società, a cui abbiamo rivolto alcune domande.
Ing. Bianchi, come nasce Gea?
Nasce dalla somma di competenze diverse, ma ugualmente concentrate verso l’obiettivo imprescindibile della verifica della vulnerabilità sismica negli edifici.
L’idea che ha mosso la nostra iniziativa è stata quella di dare vita ad un gruppo specializzato in grado di fornire un servizio puntuale nell’ambito di queste attività di progettazione finalizzate alla prevenzione del rischio sismico di strutture esistenti e di nuova edificazione suggerendo, soprattutto per queste ultime, l’utilizzo di moderne tecnologie antisismiche quali l’isolamento alla base.
Da quanto tempo siete operativi?
La Società è nata nel 2010, e da subito è apparso chiaro quanto sia importante implementare competenze e professionalità diverse dal momento che le attività oggetto del nostro operare coinvolgono realtà diverse come laboratori specializzati (nel caso di indagini in sito e prove sui materiali), oltre all’acquisizione di competenze professionali molto aggiornate, dal momento che ci muoviamo in un settore “giovane”, normativamente parlando.
Nelle Marche qual è la sensibilità circa la vulnerabilità del patrimonio edilizio?
La sensibilità a livello tecnico-amministrativo, anche in considerazione degli input nazionali intervenuti sin dal 2003, è molto cresciuta, sebbene ci sia ancora parecchio da lavorare. La Regione Marche e gli Enti Locali hanno attivato da tempo, grazie anche ai fondi statali appositamente dedicati, le procedure di valutazione della vulnerabilità sismica di edifici pubblici quali scuole, ospedali, ecc.., tuttavia la vastità del patrimonio edilizio da controllare è enorme ed i contributi annualmente a disposizione non coprono le effettive necessità. A mio avviso comunque il problema più rilevante è quello relativo alla gestione dei risultati delle verifiche di vulnerabilità che generalmente sanciscono l’inadeguatezza del fabbricato: spesso sono state prese decisioni drastiche ovvero chiusura, dismissione o demolizione, che, invece, risultano obbligatorie solo quando si riscontrano carenze gravi e non già un semplice inadeguamento che, opportunamente affrontato con le dovute competenze e professionalità, può essere riavvicinato agli standard normativi (miglioramento sismico, peraltro previsto dalla norma) se non, addirittura, risolto.
Per concludere, credo che la strada da perseguire sia quella di arrivare a comprendere scientificamente quali siano le cause dell’eventuale vulnerabilità e poi dare indicazioni precise sugli interventi prioritari e su quelli differibili nel tempo.
In questo modo si addiviene ad un cronoprogramma degli interventi che il proprietario privato o l’Amministrazione pubblica ha a disposizione per pianificare spese ed investimenti con logicità.
Quanti singoli proprietari privati sono a conoscenza di questi obblighi di verifica?
Credo molto pochi!
Di fatto, purtroppo, non esiste un collegamento fra le comunicazioni ministeriali che circuitano solo all’interno degli EE PP e i privati cittadini.
Il problema potrebbe essere sensibilmente mitigato attraverso una idonea campagna informativa che potrebbe essere messa in atto anche attraverso gli organi di stampa e le televisioni locali.
Cosa si trova a dover affrontare un cittadino che desideri verificare la sicurezza sismica del proprio edificio e cosa è in grado di offrirgli Gea?
Noi forniamo assistenza e controllo sin dal momento in cui siamo in grado di produrre tutte le indicazioni sulla procedura da seguire per la valutazione di vulnerabilità, seguendo, ovviamente, tutti i criteri di norma.
Un iter del genere prevede attività preliminari, secondarie e finali (ricerca della documentazione storica del fabbricato, eventuali rilievi geometrici e acquisizione del livello di conoscenza della struttura anche attraverso prove di laboratorio sui materiali). Tutti processi che hanno un costo ma che sono fondamentali per poter “ottimizzare” l’eventuale intervento di rinforzo, sia dal punto di vista tecnico che soprattutto, economico. In pratica, investire un po’ di più nelle fasi di conoscenza del fabbricato per risparmiare molto nell’intervento di progetto.
Per tali operazioni Gea può fornire un valido contributo, potendo contare, oltre che sulle competenze dei propri tecnici, anche sulla collaborazione con Laboratori specializzati, certificati dal Ministero competente e su apposite strumentazioni di proprietà.
Al termine di tutte le indagini previste, garantiamo una relazione completa che evidenzia le eventuali vulnerabilità del fabbricato e indica gli eventuali interventi migliorativi.
Qual è il suo consiglio per chi avesse dubbi sulla vulnerabilità del proprio fabbricato?
Intanto, è quello di rivolgersi a professionisti del settore in grado di indagare tutti gli aspetti del problema. Poi, mi lasci concludere con una piccola considerazione: tutti i cittadini hanno intuito subito i vantaggi economici derivanti, ad esempio dal “cappotto termico” dell’edificio di residenza.
Ebbene, si consideri che, in una regione a rischio terremoti come la nostra, tralasciare in queste occasioni l’indagine di vulnerabilità sismica, significa rischiare di vedersi “strappare” quel “cappotto”, così faticosamente “indossato”, in termini economici, ovviamente.