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Metano: impegno UE di riduzione emissioni solo con tagli al bestiame

Un Rapporto di CE Delft per Changing Markets avverte che sarà impossibile per l’UE tener fede al Global Methane Pledge lanciato alla COP26 di ridurre di almeno il 30% delle emissioni di metano entro il 2030, senza adottare misure di tagli nell’allevamento e incoraggiare gli europei a diete più sane con meno carne e latticini.   

L’UE non sarà in grado di mantenere l’impegno di tagliare del 30% le emissioni di metano se non saranno compiuti sforzi per ridurre il numero dei capi di bestiame.

È quanto evidenzia il RapportoMethan reduction potential in the EU. Between 2020 and 2030”, pubblicato il 14 giugno 2022 e condotto dalla Società di consulenza CE Delft per conto di Changing Markets, Organizzazione e Fondazione che si propone di accelerare e ampliare le soluzioni per la sostenibilità, sfruttando il potere dei mercati.

Il metano è un potente gas serra e gli scienziati hanno ripetutamente sottolineato come la riduzione delle sue emissioni darebbe un contributo significativo agli sforzi per mantenere entro 1,5 °C alla fine del secolo il riscaldamento globale, evitando i peggiori impatti fisici della crisi climatica.

Per questo la Commissione UE alla COP26 di Glasgow ha co-lanciato con il Governo statunitense il “Global Methane Pledge”, l’iniziativa per tagliare le emissioni globali di metano di almeno il 30% rispetto ai livelli del 2020 entro il 2030.

Le principali fonti di emissioni di metano, oltre i combustibili fossili, sono gli allevamenti su cui si concentra CE Delft, rappresentando il 53% dell’impronta annua di metano dell’UE.

Secondo il Rapporto, le emissioni di metano dal settore zootecnico dell’UE diminuiranno di appena il 3,7% entro il 2030, rispetto a una linea di base del 2020, in uno scenario “normale“. Le “misure tecniche” per ridurre le emissioni nelle aziende agricole, come l’utilizzo di additivi nei mangimi per animali da carne e da latte e una migliore gestione del letame, potrebbero accelerare i progressi, ma è improbabile che le emissioni di metano del 30% in questo decennio.

Fonte: CE Delft

I risultati della nostra analisi – ha dichiarato Reinier van der Veen, ricercatore presso CE Delft –mostrano che la necessaria riduzione del metano nell’UE non può essere realizzata senza adottare misure nell’allevamento e incoraggiare gli europei a diete più sane con meno carne e latticini che possono contribuire maggiormente al conseguimento dell’obiettivo”.

Gli autori segnalano che tutte le azioni in merito sono benvenute, ma si potrebbero ottenere riduzioni fino al 34% se solo il 10% degli europei riducesse della metà il consumo di carne di manzo e maiale e di un quarto quello dei latticini e venissero introdotte misure aggiuntive, tra cui azioni per contrastare la perdita e lo spreco di cibo che comporterebbero riduzioni settoriali fino al 24%.

Il Rapporto evidenzia come l’UE negli ultimi 5 anni abbia speso 143 milioni di euro per promuovere il consumo di carne e latticini, sostenendo la necessità di un reindirizzamento di questi fondi, come incentivi finanziari per la riduzione dell’IVA sui prodotti ortofrutticoli.  

Viene sottolineato, inoltre, come una dieta a basso contenuto di latticini e carne non solo contribuirebbe alla riduzione del metano, ma anche a quella della spesa sanitaria pubblica, liberando al contempo terreni per il ripristino della natura e per altre produzioni alimentari, dato che il 71% dei terreni agricoli europei è attualmente utilizzato per coltivare mangimi o allevare bestiame. Peraltro, ridurre di un terzo la quantità di grano utilizzato come mangime per gli allevamenti compenserebbe il collasso delle esportazioni dell’Ucraina.

L’agricoltura è il tallone d’Achille della strategia europea sul metano – ha affermato Nusa Urbancic, Direttore delle campagne di Changing Markets, tra cui “High Steaks” lanciata contestualmente al Rapporto – Le emissioni di metano dalle fattorie dell’UE equivalgono alle emissioni totali di 50 centrali elettriche a carbone, ma le politiche che potrebbero produrre tagli significativi incoraggiando il passaggio a diete più sane con meno carne e latticini sono completamente assenti dai piani dell’UE“.

La Commissione UE ha pubblicato nel 2020 la Strategia “Farm to Fork” nel tentativo di aiutare la catena del valore alimentare a promuovere diete a base vegetale e pratiche sostenibili riducendo al contempo gli sprechi, ma le resistenze del settore sono forti, come rilevato da Bloomberg che, recensendo il Rapporto di CE Delft, ha osservato che “La riduzione delle emissioni derivanti dall’agricoltura rimane in gran parte un tabù in Europa, con i governi che preferiscono concentrarsi sulla riduzione delle perdite di metano dalla produzione di combustibili fossili o dai rifiuti”.

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