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DNV GL: con Covid-19 raggiunto il picco del petrolio e delle emissioni

L’annuale Rapporto previsionale sulla transizione energetica (ETO 2020) della Società di consulenza DNV GL segnala che la pandemia del nuovo coronavirus ha prodotto impatti sulla domanda di combustibili fossili, destinati a innescare cambiamenti significativi nei consumi, ma il ritmo deve essere più veloce se si vuol conseguire l’obiettivo dell’Accordo di Parigi.

Secondo il Rapporto Energy Transition Outlook (ETO 2020) di DNV GL, uno dei principali Enti di certificazione a livello mondiale e Società di consulenza aziendale per i settori Energia, Petroli & Gas e Assicurazioni, la pandemia di Covid-19 avrebbe anticipato di 5 anni il picco previsto della domanda di petrolio e provocato importanti cambiamenti comportamentali nel consumo di energia, che avranno effetti importanti sulla domanda di energia, soprattutto nei settori trasporti e residenziale.

Rispetto alle previsioni pre-pandemiche di DNV GL, la domanda di energia si ridurrà all’orizzonte 2050 del 6-8% ogni anno, con le emissioni che nel 2020 dovrebbero globalmente diminuire dell’8% rispetto al 2019. Tuttavia, verrà superato nel 2028 il budget di carbonio a disposizione per mantenere il riscaldamento a +1,5 °C alla fine del secolo, obiettivo previsto dall’Accordo di Parigi che può essere ancora raggiunto se le emissioni future continueranno a scendere fino alla meta con lo stesso ritmo del 2020.

COVID-19 ha cambiato le prospettive energetiche globali, ma la crisi climatica globale rimane urgente come prima della pandemia – ha dichiarato Remi Eriksen, Presidente del Gruppo e CEO di DNV GL – L’ottimismo iniziale sulla diminuzione dell’inquinamento atmosferico è stato sostituito dalla fredda constatazione che non è frutto di un mix energetico più decarbonizzato, ma effetto di cambiamenti a breve termine unici per la pandemia. Possiamo passare più velocemente con la tecnologia a portata di mano, ma ora più che mai, c’è bisogno di incentivi politici nazionali e settoriali per raggiungere le ambizioni di Parigi “. 

Le tecnologie per un futuro energetico conforme all’obiettivo fissato esistono. Il gas sarebbe destinato a diventare la prima fonte energetica nel 2026, anche se DNV GL prevede che solo il 13% del gas sarà decarbonizzato entro la metà del secolo
L’idrogeno riceverà impulso dalla recente adozione da parte della Commissione UE della relativa Strategia (A hydrogen strategy for a climate-neutral Europe) , ma secondo DNV GL continuerà a fornire solo il 6% della domanda energetica entro il 2050.
Gas e idrogeno “verdi” sono di vitale importanza per ridurre le emissioni delle industrie pesanti, per il riscaldamento degli edifici e delle industrie con elevata domanda di riscaldamento, ma richiedono un enorme sostegno politico per ottenere un notevole impatto

La transizione energetica in atto è significativa, ma il ritmo deve essere più veloce. Passerà una generazione affinché le energie rinnovabili e i combustibili fossili abbiano all’incirca una stessa percentuale nel mix energetico rispetto all’attuale rapporto di 1 a 4.

La quota di elettricità nel mix energetico finale dovrebbe raddoppiare entro la metà del secolo, con il solare fotovoltaico e l’eolico che contribuiranno al 31% ciascuno. L’eolico offshore galleggiante crescerà rapidamente, entro il 2050 DNV GL prevede l’installazione di impianti da 250 GW. 

In rapporto al PIL, nel 2050 l’umanità spenderà meno in energia (1,6% rispetto al 3% del 2018), consentendo ai responsabili politici di avere uno spazio aggiuntivo per intraprendere le azioni straordinarie necessarie per decarbonizzare il mix energetico. 

Il rapido aumento dei veicoli elettrici è forse l’esempio più eclatante di come i responsabili politici possano operare la trasformazione del settore. DNV GL prevede che entro il 2032 la metà delle vendite di auto nuove sarà elettrica, determinando una forte riduzione della domanda di petrolio dai trasporti stradali, che secondo DNV GL diminuirà del 56% dal 2018 al 2050.

Le stesse leve politiche devono essere applicate per stimolare altre tecnologie che sono vitali per ridurre l’uso di energia e le emissioni. La cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS), ad esempio, è una componente vitale nella decarbonizzazione del gas naturale, compresa la produzione di idrogeno blu, ma una mancanza di coordinamento delle politiche significa che entro il 2050 il CCS catturerà solo l’11% delle emissioni di carbonio, nonostante la tecnologia abbia fatto la sua comparsa negli anni ’70. 

Non possiamo svuotare per una seconda volta gli aerei di linea, quindi c’è bisogno del contributo di tutti per trovare soluzioni pratiche alla crisi climatica, ora – ha sottolineato Eriksen – Il rapido aumento delle tecnologie fotovoltaiche, eoliche e delle batterie negli ultimi anni mi fa sperare che l’umanità abbia soluzioni a portata di mano, tuttavia i cosiddetti settori difficili da abbattere hanno bisogno di forti incentivi politici per spostare la lancetta sulla decarbonizzazione. Il gas naturale decarbonizzato, compreso l’idrogeno, giocherà un ruolo chiave nella transizione verso il futuro energetico che l’umanità desidera e di cui ha bisogno”.

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