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RAEE: i danni ambientali ed economici della loro cannibalizzazione

Uno Studio di ASSORAEE, presentato a ECOMONDO, ha quantificato in 14 mln di euro la perdita annuale in Italia a causa del fenomeno di sottrazione di RAEE o delle loro parti con maggior valore economico, come compressori, motori, cavi, schede elettroniche, prima che raggiungano gli impianti di trattamento, con pesanti ricadute ambientali, tra cui il rilascio in atmosfera di sostanze ozono-lesive a seguito della rimozione non corretta del motore di frigoriferi e congelatori.

Nel corso del Convegno “(Eco)² efficienza nella filiera delle AEE”, organizzato da ASSORAEE (Associazione Recupero Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche di FISE UNICIRCULAR), con la collaborazione del CdC RAEE, svoltosi il 7 novembre 2019 a ECOMONDO (Fiera di Rimini, 5-8 novembre 2019), l’evento targato Italian Exibition Group (IEG), leader in Europa dedicato alla Green & Circular Economy, è stato presentato lo Studio “La cannibalizzazione dei RAEE – Conseguenze ambientali e impatto economico”.

Per sviluppare in chiave ecosostenibile e di economia circolare la filiera delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), occorre mettere in luce ed affrontare le inefficienze che si riscontrano nel loro ciclo di vita, i ritardi nell’organizzazione ed infrastrutturazione della rete di raccolta ed impiantistica dei RAEE, logistica che lascia spazi purtroppo alla cannibalizzazione e a scambi di rifiuti fuori dal circuito legale. Tali gap si riflettono inevitabilmente sulle performance finali, in termini di maggiori costi, maggiori impatti negativi su salute ed ambiente, minori quantità e minori capacità di raggiungere gli standard di riciclo.

Lo scorso ottobre sono stati presentati i risultati dell’indagine “Dov’è finito il mio frigorifero?”, condotta da Altroconsumo, l’Associazione italiana di consumatori più diffusa, e da EcoDom, il più grande Consorzio italiano di RAEE, da cui è emerso che il 39% delle apparecchiature a fine vita non raggiunge gli impianti di trattamento autorizzati.

Lo studio di ASSORAEE, ora, indaga sull’impatto ambientale ed economico di questo sempre più diffuso fenomeno della cannibalizzazione dei RAEE, ovvero della sottrazione di intere apparecchiature o delle loro parti con maggior valore economico, come compressori, motori, cavi, schede elettroniche ed altre parti, le cui componenti sottratte vanno solitamente ad alimentare un circuito parallelo e illegale di rivendita sul mercato, inibendo lo stesso riciclo del rifiuto e rischiando  di compromettere il raggiungimento degli obiettivi fissati dalle normative nazionali e comunitarie per quanto riguarda la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.

A livello europeo, secondo i dati dell’EERA (European Energy Research Alliance) che rappresenta i 30 maggiori riciclatori del Continente, il totale delle perdite generale dalla cannibalizzazione ammonta a circa 170 milioni di euro all’anno, tra cui, secondo lo Studio di ASSORAEE, gli oltre 14 milioni di euro che si registrano In Italia, con oltre 19.000 tonnellate di componenti sottratti.

L’analisi rivela, infatti, come alcune tipologie di prodotti dismessi dai consumatori non raggiungano gli impianti di trattamento, in particolare i beni che mantengono un maggiore valore economico, come i condizionatori inclusi in R1 (frigoriferi, condizionatori, congelatori, ecc.), gli schermi CRT e i laptop in R3 (televisori e laptop, LCD o plasma, ecc.) e pc desktop e smartphones in R4 (computer e apparecchi informatici, telefoni, apparecchi di illuminazione, pannelli fotovoltaici, ecc.).

Oltre alla sottrazione dell’intero prodotto, molto spesso i rifiuti vengono cannibalizzati durante la fase di raccolta o, talvolta, mentre il materiale è stoccato, prima del suo conferimento agli impianti per il trattamento. I materiali più ricercati sono i compressori (in 4 casi su 10 spariscono dal rifiuto), seguiti dai cavi di alimentazione e le schede elettroniche he vengono prelevati da 1 apparecchiatura elettrica ed elettronica su 4.

Dal punto di vista delle ricadute ambientali l’asportazione dei compressori da frigoriferi e congelatori provoca i maggiori danni ambientali in quanto vengono rilasciati in atmosfera i gas utilizzati nei circuiti refrigeranti, in particolare quelli contenenti sostanze ozono-lesive, quali CFC e HCFC.

Le sostanze ozono-lesive, contenute nei frigoriferi e congelatori conferiti nel 2018, ammontano a più di mezzo milione di tonnellate di CO2, equivalenti alle emissioni di oltre 300.000 utilitarie. Altrettanto a rischio è anche la dispersione di mercurio, dovuta alla cannibalizzazione degli schermi piatti. Inoltre, esiste un concreto rischio di dissipazione per i CRM (Critical Raw Materials) contenuti nelle batterie, nelle schede elettroniche o in altre componenti.

Da un punto di vista delle quantità sottratte il peso dei compressori fa sì che R1, con quasi 10.000 t, sia il raggruppamento più penalizzato seguito da R4 con quasi 6.000 t.

Per arginare il dilagante fenomeno della cannibalizzazione dei RAEE, che produce evidenti danni alla comunità e agli operatori del riciclo – ha dichiarato Giuseppe Piardi – Presidente ASSORAEE – è necessario muoversi in quattro direzioni: identificare buone pratiche operative che preservino la qualità del materiale raccolto; rendere lo standard europeo per la raccolta vincolante per i centri di raccolta al fine di controllare maggiormente la qualità del materiale; prevedere meccanismi di compensazione economica (anche basati su decurtazioni dei premi di efficienza) tramite un fondo finalizzato al riequilibrio degli effetti economici derivanti dalla cannibalizzazione; promuovere ed incentivare il canale di raccolta della distribuzione che garantisce un materiale in ingresso agli impianti di trattamento in genere meno cannibalizzato”.

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