Uno studio condotto dall’Università di Bristol individua le regioni del mondo dove si faranno sentire maggiormente gli effetti devastanti, anche per effetto della vulnerabilità socio-economica, delle ondate di calore e sollecita i responsabili politici a prendere in considerazione piani d’azione pertinenti per ridurre il rischio di decessi e danni correlati ad eventi climatici estremi.
I Paesi che non hanno ancora sperimentato le ondate di calore più intense sono particolarmente vulnerabili poiché le misure di adattamento vengono spesso introdotte solo dopo l’evento. Un’alta probabilità di temperature da record, una popolazione in crescita e una fornitura limitata di assistenza sanitaria ed energia fanno aumentare i rischi.
A dirlo è il nuovo Studio “The most at-risk regions in the world for high-impact , pubblicato il 25 aprile suNature Communications e condotto da ricercatori britannici, coordinati dall’Università di Bristol, che evidenzia come le temperature estreme senza precedenti, combinate con la vulnerabilità socio-economica mettano in pericolo alcune regioni, in particolare Afghanistan, Papua Nuova Guinea e l’America centrale, ma anche Pechino e l’Europa centrale sono nella lista degli hot spot dal momento che qualora si verificassero ondate di caldo da record in queste regioni densamente popolate, milioni di persone ne risentirebbero negativamente.
I cambiamenti climatici indotti dall’uomo stanno causando un aumento della frequenza, dell’intensità e della durata delle ondate di calore, che potrebbero provocare migliaia di morti in più in tutto il mondo. Alla COP27 di Sharm-el-Sheikh, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha denunciato che le conseguenze sanitarie sulla salute umana delle ondate di calore sono state sottovalutate e che l’azione intrapresa finora è stata “pericolosamente incoerente e troppo lenta”.
“Poiché le ondate di calore si verificano sempre più spesso, dobbiamo essere meglio preparati – ha dichiarato Vikki Thompson, ricercatrice presso la Scuola di Scienze Geografiche dell’Università di Bristol e principale autrice dello Studio – Abbiamo individuato le regioni che potrebbero essere state fortunate finora: alcune di queste regioni hanno una popolazione in rapida crescita, alcune sono nazioni in via di sviluppo, altre sono già molto calde. Dobbiamo chiederci se i piani d’azione per il calore per queste aree sono sufficienti”.
I ricercatori hanno utilizzato le statistiche sui valori estremi – un metodo per stimare i periodi di ritorno di eventi rari – e grandi set di dati da modelli climatici e osservazioni strumentali per individuare le regioni a livello globale in cui è più probabile che vengano presto infranti i record di temperatura e, conseguentemente, le comunità più a rischio di sperimentare condizioni di caldo estreme.
I ricercatori hanno anche avvertito che gli estremi statisticamente non plausibili, allorché gli attuali record attuali vengono battuti da margini che sembravano impossibili fino a quando non si sono verificati, potrebbero verificarsi ovunque. È stato riscontrato che questi eventi improbabili si sono verificati in quasi un terzo (31%) delle regioni valutate in cui le osservazioni sono state ritenute sufficientemente affidabili tra il 1959 e il 2021, come l’ondata di caldo del Nord America occidentale del 2021.
“Essere preparati salva vite umane – ha osservato Dann Mitchell, Professore di Scienze dell’Atmosfera presso l’Università di Bristol e co-autore dello Studio – Abbiamo constatato che alcune delle ondate di calore più inaspettate in tutto il mondo hanno provocato decine di migliaia di morti correlate al caldo. In questo studio, dimostriamo che tali eventi da record potrebbero verificarsi ovunque. I governi di tutto il mondo devono essere preparati”.
Migliorare la comprensione di dove la società potrebbe non essere pronta per gli estremi climatici può aiutare a dare priorità alla mitigazione nelle regioni più vulnerabili, hanno sottolineato gli autori ricordando che l’Università di Bristol è stata la prima Università del Regno Unito a dichiarare nel 2019 un’emergenza climatica.
Alla luce dei risultati, i ricercatori chiedono ai responsabili politici nelle regioni individuate come hot spot delle ondate di calore di prendere in considerazione piani d’azione pertinenti per ridurre il rischio di decessi e danni correlati ad eventi climatici estremi.
Migliorare la comprensione di dove la società potrebbe non essere pronta per gli estremi climatici può aiutare a dare priorità alla mitigazione nelle regioni più vulnerabili. Riconoscendo le pericolose conseguenze del cambiamento climatico, evidenziate dal lavoro dei suoi esperti climatici, nel 2019 l’Università di Bristol è diventata la prima università del Regno Unito a dichiarare un’emergenza climatica.