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Imballaggi: necessità di “minimizzare” e “ottimizzare”

Imballaggi necessità di minimizzare e ottimizzare

Uno Studio indica l’aumento al 2015 della domanda mondiale di imballaggi da riciclo.

In occasione della Giornata della Sicurezza Alimentare (Food Safety Day) dichiarata il 15 settembre, la Commissione UE ha presentato un Dossier su “Q & A on food waste minimisation and packaging” (Domande e risposte per ridurre lo spreco alimentare e gli imballaggi), in cui, traendo spunto dallo Studio commissionato dalla FAO “Global Food Losses and Food Waste” sulla necessità di evitare che ogni anno circa un terzo del cibo prodotto al mondo venga perso o sprecato (cfr: “Ridurre le perdite alimentari anziché aumentare le produzioni”, in Regioni&Ambiente, n. 7-8 luglio-agosto 2011, pagg. 40-41), vengono indicate misure e consigli per minimizzare i rifiuti da alimenti e ottimizzare gli imballaggi.

In Europa è risultato che ogni anno vengono sprecate 89 milioni di tonnellate di cibo: “Che una così grande quantità di cibo divenga rifiuto è inaccettabile da un punto di vista ambientale, economico ed etico – ha affermato John Dalli, Commissario UE alla Salute e alle Politiche dei Consumatori – Questa situazione pone sfide significative per la sostenibilità della catena alimentare ed è un esempio lampante di un uso inefficiente delle risorse”.
Per la sezione dedicata al packaging, il documento indica che le bio-plastiche sono un esempio concreto di imballaggi alimentari innovativi e sostenibili che potrebbero esser parte della soluzione, a condizione che proteggano gli alimenti in modo adeguato, che non entrino in competizione per la loro produzione con prodotti agricoli alimentari (si stanno prendendo iniziative per sviluppare bioplastiche da residui agricoli ed da altri flussi di rifiuti) e che siano messi in atto adeguati sistemi per la raccolta di rifiuti da bio-plastiche.Un altro aspetto che viene messo in risalto è la necessità di ridurre la dimensione delle confezioni e la progettazione di imballaggi ben concepiti in modo da aiutare il consumatore a prolungare i tempi di durata di conservazione dei prodotti in condizioni ottimali.
Inoltre, gli imballaggi dovrebbero proteggere i prodotti dagli agenti esterni, dal deterioramento e dalla contaminazione. Per questo, la normativa UE sui materiali che entrano in contatto con gli alimenti garantisce che non cedano materiali a rischio e assicura, al contempo che le plastiche riciclate che vengono a contatto con gli alimenti siano sicure.
Peraltro, tenendo conto della necessità di ridurre il consumo delle risorse, quelle necessarie per la produzione degli imbal-laggi, non possono mantenere il dispendio finora sostenuto. Anche le industrie del settore sembrano esserne consapevoli, come evidenzia un recente Report, il cui assunto è che “La domanda mondiale per gli “imballaggi verdi” (comprensivi dei materiali riciclati, imballaggi riutilizzabili e biodegra-dabili) è destinata ad aumentare del 5,7% all’anno per un valore al 2015 di circa 212 miliardi dollari”.
Questa previsione è contenuta nello Studio di Freedonia Group, Società internazionale leader nelle ricerche di mercato, dal titolo “World Green Packaging”.
Secondo i ricercatori la crescita della domanda di imballaggi in materiale riciclato sarà alimentata dai maggiori volumi di materiali da raccolta differenziata dei rifiuti, oltre che dalla responsabilità sociale e ambientale delle imprese per aumentare i tassi di riciclaggio dei loro prodotti.
L’imballaggio riciclato rimarrà fino al periodo previsionale il prodotto più richiesto per tale segmento di mercato, anche se avrà un aumento più lento, a causa della “maturità” generale di prodotti di imballaggio in cartone, vetro, lattine di metallo, che contengono già elevati tassi di materiale riciclato.
Un consistente incremento sarà registrato dagli imballaggi in plastica riciclata che, secondo lo studio, passeranno dal 6,9% del 2010 all’8,5% del 2015, avendo una base di partenza inferiore rispetto a quelle che si registrano per gli altri prodotti di imballaggio.
Nel frattempo, superiore alla media sarà la crescita della domanda per gli imballaggi riutilizzabili e biodegradabili. In particolare la domanda del packaging biodegradabile continuerà ad avere tassi di crescita annuale a due cifre, segnando il progresso più veloce sul mercato, al 2015, tut-tavia, costituirà solo l’1% del mercato mondiale.
Gli utili, secondo Freedonia, saranno trainati ancora dagli imballaggi tradizionali, in considerazione della loro maggior competitività di prezzo, della loro crescente attenzione alla sostenibilità e delle migliorate loro prestazioni, realizzate tramite l’uso di addittivi, perfezionata polimerizzazione e nuove tecniche di miscelazione.

Sarà la regione Asia-Pacifico che vedrà i maggiori incrementi della domanda di “imballaggi verdi”, con tassi del 7,2% nel periodo 2010-2015, per un totale di 79,1 miliardi di dollari, grazie alle sue grandi industrie alimentari e delle bevande, che costituiscono le principali applicazioni degli imballaggi verdi. India, Cina e Indonesia, vedranno i maggiori incrementi, mentre il Giappone, pur restando uno dei più grandi mercati mondiali, avrà tassi di crescita più lenta fino al 2015.
Seguono, con una crescita tuttavia inferiore alla media mon-diale essendo i mercati stabilizzati, l”Europa Occidentale, con tassi del 4,1% (50,8 miliardi di dollari) e il Nord America, con tassi del 4% (54,3 miliardi di dollari), dove gli Stati Uniti si confermano con il 23% di vendite globali nel 2010 il più grande mercato nazionale.
America centrale e meridionale, Europa orientale, e Africa/Medio Oriente, pur registrando incrementi superiori alla media (trainati soprattutto dalla domanda di Messico, Brasile, Russia e Turchia), complessivamente raggiungeranno i 27,6 miliardi di dollari.

Nello Studio sono forniti anche i dati storici che riguardano la domanda di imballaggi verdinel 2000, 2005, 2010, nonché le previsioni per il 2015 e 2020, suddivise per tipologia di prodotti (imballaggi prodotti con materiali da riciclo, imballaggi riutilizzabili e biodegradabili9, per mercato, per regione mondiale e , in dettaglio per 19 Paesi.

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