In occasione di intense piogge che si sono riversate a fine marzo sul territorio marchigiano, allarmando in particolare territori sensibili della provincia di Ancona già colpiti da un violento episodio alluvionale nello scorso settembre, i tecnici del Consorzio di bonifica Marche hanno monitorato la situazione, testando la tenuta del sistema di mitigazione del rischio alluvionale, progettato per l’area di Falconara Marittima.
“Da Risorgi Marche a Marche Risorte”: così Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) ha mutuato il titolo di un programma di iniziative nate dopo il sisma del 2016, per evidenziare che le casse di espansione sui fossi Cannetacci e San Sebastiano a Falconara Marittima (An), sono entrate in funzione, dopo i lavori di ripristino, effettuati nei mesi scorsi, tutelando dal rischio alluvionale, in occasione delle intense precipitazioni della scorsa settimana, la zona industriale, l’abitato della frazione di Castelferretti e l’area intorno all’aeroporto internazionale “Raffaello Sanzio”, che viceversa erano stati colpiti da un violento episodio alluvionale il 19 settembre 2024.
Subito dopo quell’evento l’evento alluvionale, Bonifica Marche Engineering (la società “in house”, che si occupa dalla progettazione all’esecuzione delle opere pubbliche, commissionate dagli enti locali all’ente consorziale) è intervenuta con somma urgenza per la riparazione della cassa di espansione sul fosso San Sebastiano e con il ripristino dell’argine del fosso Cannetacci; l’insieme delle criticità emerse è diventato elemento, su cui calibrare il sistema degli interventi per la riduzione del rischio idrogeologico nel Falconarese. Non è certo un caso che alcuni allagamenti, registrati purtroppo anche nei giorni scorsi, si sono verificati in aree, dove gli interventi sono ancora in fase di cantiere o programmazione. Il recente, violento episodio meteorologico conferma che la strada intrapresa è quella giusta: i lavori di ampliamento delle sezioni idrauliche sono ancora in corso, ma le concordate scelte progettuali, grazie ad un finanziamento di 3.900.000 euro della Regione Marche, possono finalmente fare la differenza nella salvaguardia del territorio, nonché del suo tessuto sociale ed economico.
In accordo con l’Amministrazione Comunale di Falcona Marittima e la Protezione Civile, le vasche d’espansione e i fossi sono stati monitorati costantemente dai tecnici del Consorzio di bonifica Marche sia per valutarne il corretto funzionamento, sia per testare la tenuta dell’intero sistema di mitigazione del rischio alluvionale, progettato per l’area di Falconara Marittima.
“Sono stati giorni di fiato sospeso e dita incrociate – ha dichiarato Claudio Netti, l’Amministratore Unico di Bonifica Marche Engineering – nella convinzione, però, di aver operato al meglio in una materia, come la difesa idraulica, in continua evoluzione a causa della crisi climatica e dove i tecnici si assumono grandi responsabilità nel calibrare le opere per aumentare la resilienza dei territori“.
Anche dalla zona del bacino del torrente Aspio che raccoglie le acque dell’interno di Ancona, del Monte Conero e delle colline di Osimo, arrivano segnali più che positivi sugli interventi in corso. Con fondi del P.N.R.R. (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza), relativi a 2 delle 6 casse di espansione in linea, previste nel bacino del rio Scaricalasino e dei suoi affluenti (fosso Offagna e fosso San Valentino) sono in corso i lavori e questo mese sono state consegnate, come da cronoprogramma definito con la Regione Marche, altre 2 casse (fondi OPCM – Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri ), mentre le rimanenti 2 sono in fase di progettazione esecutiva.
Le casse, una volta completate, concorreranno ad una considerevole riduzione del rischio esondazione in un’area considerata sensibile già dall’evento alluvionale del 2006. Le aree di laminazione tratteranno parte del volume idrico di un’eventuale piena, di cui ne regoleranno l’uscita attraverso appositi manufatti di scarico. Il tempo di ritorno, con il quale sono state progettate, è pari a 200 anni. Sarà così possibile contenere le soglie di criticità durante eventuali fenomeni meteorologici eccezionali.
“La tragica alluvione di Senigallia di tre anni fa evidenziò la sottovalutazione delle soluzioni proposte dal Consorzio di bonifica di fronte ai rischi dell’estremizzazione degli eventi atmosferici – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – La sicurezza idrogeologica del territorio e delle sue comunità non può prescindere da una concreta condivisione di obiettivi e responsabilità nell’interesse vero delle comunità. L’efficientamento ed il potenziamento della rete idraulica sono la prima opera pubblica, di cui il Paese abbisogna”.
In copertina: Uno dei fossi di Falconara in cui si è intervenuti per mitigare il rischio idraulico (Fonte ANBI)