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Miele italiano: sempre di meno per colpa di insetti killer e furti

Miele italiano sempre di meno per colpa di insetti killer e furti

Dimezzata la produzione del miele italiano. L’allarme lo lancia Coldiretti: la colpa è del clima, di un insetto killer delle api, che ha già causato ingenti danni in Calabria e Sicilia, e dell’aumento delle sottrazioni illegali degli alveari nelle campagne italiane.

Sappiamo tutti che le api sono preziose, fondamentali per l’equilibrio ecologico della natura. Se vanno in crisi loro, sarebbe un disastro per l’agricoltura e andremmo immediatamente in crisi anche noi. Difendere le api significa salvaguardare il futuro di tutti, e lo dimostra anche uno studio internazionale di Greenpeace dal titolo “Api, il bottino avvelenato” (aprile 2014).

Ma quest’anno la situazione si è fatta particolarmente drammatica. A denunciarla Coldiretti che avverte: la produzione made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori si è quasi dimezzata (-50%) per colpa principalmente del clima, ma soprattutto per l’arrivo di un insetto killer e per l’aumento dei furti nelle campagne, dove ad essere sottratti sono addirittura gli alveari.

L’Aethina tumida o piccolo coleottero degli alveari è un micidiale parassita proveniente dall’Africa che mangia il miele e il polline, li fa fermentare e li rende invendibili e, soprattutto, entrando nell’arnia si ciba della covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l’alveare. Da anni gli apicoltori italiani temevano il suo arrivo e adesso si trovano a fronteggiare, soprattutto in Sicilia e Calabria, questa minaccia che costringe gli agricoltori già da alcuni mesi a sigillare, accatastare e bruciare gli alveari colpiti, poi arare il terreno e cospargerlo di pesticidi anti-larvali.

Ma il miele italiano è minacciato anche dalla criminalità. Secondo quanto denuncia sempre Coldiretti, si sono moltiplicati i furti di alveari nelle campagne che, oltre a provocare un grave danno economico, rischiano di alimentare attività illegali in grado di mettere in pericolo l’agricoltura e la salute pubblica. Un problema che, a seguito di un’annata di raccolti scarsi, quest’anno purtroppo ha riguardato anche altri prodotti dell’agricoltura, come l’olio di oliva con campi sotto controllo e carichi di olive che viaggiano scortati.

Per combattere questi fenomeni – afferma il capo del MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) Maurizio Martina – il 19 gennaio è diventata operativa l’Anagrafe delle Api, con la possibilità per gli apicoltori di registrarsi sul portale del Sistema Informativo Veterinario accessibile dal sito del Ministero della Salute, al quale potranno iscriversi operatori delle Asl, aziende e allevatori per annotare le attività, comunicare una nuova apertura, specificare la consistenza degli apiari e il numero di arnie o le movimentazioni per compravendite”.

Una necessità, quella dell’anagrafe delle api, nata per garantire trasparenza in una situazione in cui al crollo dei raccolti nazionali ha fatto seguito l’aumento del 17% delle importazioni dall’estero di miele naturale, sulla base dei dati ISTAT relativi ai primi 9 mesi del 2014.

Il risultato – denunciano sempre da Coldiretti – è che in Italia due barattoli di miele su tre venduti nei negozi e nei supermercati contengono in realtà miele straniero. Più di 1/3 del miele importato proviene dall’Ungheria e quasi il 15% dalla Cina, ma anche da Romania, Argentina e Spagna dove sono permesse coltivazioni Ogm che possono contaminare il polline senza alcuna indicazione in etichetta. Un boom di importazioni che preoccupa molto”.

Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm, è tuttavia riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. Pertanto, per acquistare miele italiano è bene verificare sempre l’etichetta e l’indicazione dell’origine: la parola “Italia” deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre, nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”. Se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

La partenza dell’anagrafe delle api è una notizia attesa da tanto tempo dal settore che siamo riusciti finalmente a concretizzare – conclude Martina – Un intervento ancora più importante in una stagione produttiva complicata come quella del 2014, con una produzione stimata intorno alle 12mila tonnellate. Attraverso l’anagrafe potremo rafforzare gli strumenti a sostegno del settore dell’apicoltura. Contiamo di consolidare anche i controlli anticontraffazione a seguito della rilevante riduzione della produzione, così come vogliamo mettere in campo una promozione mirata delle qualità del nostro miele. L’apicoltura italiana rappresenta un patrimonio straordinario con 1,2 milioni di alveari e 75mila apicoltori per un giro d’affari stimato di 70 milioni di euro. Solo la produzione di miele vale oltre 20 milioni di euro in Italia, ai quali dobbiamo aggiungere l’incremento produttivo che le api generano in agricoltura attraverso l’impollinazione, un servizio valutato da 3,5 a 3 miliardi di euro. Un bene troppo prezioso per essere sprecato”.

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