L’Associazione Comuni Virtuosi ha presentato il primo rapporto di monitoraggio sull’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi da parte dei Comuni aderenti.
Il 12 febbraio 2019 l’Associazione Comuni Virtuosi ha presentato alla Camera dei Deputati l’indagine sul livello di applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM), resi obbligatori dall’articolo 34 del Codice degli Appalti, realizzato con la collaborazione di Punto 3 srl, società di consulenza che opera nel campo dello sviluppo sostenibile, e con il supporto economico di Sumus Italia srl e Consorzio Ecopneus, realtà economiche da sempre impegnate nella Green Economy.
“Ci siamo posti l’obiettivo di mappare la situazione reale fotografando l’esistente e farci al contempo carico di una campagna di ‘suggerimenti’ mirati al legislatore nazionale – ha dichiarato Marco Boschini, coordinatore dell’Associazione dei Comuni Virtuosi – Tesi ad aggiustare il tiro e migliorare un percorso che troppo spesso rischia di sprofondare nelle sabbie mobili della burocrazia, dell’incompetenza o semplicemente della mancanza di tempo dei nostri amministratori“.
I dati raccolti grazie al monitoraggio forniscono informazioni sulle tendenze in atto presso gli associati, mettendo in rilievo motivazioni, esigenze, numero di bandi pubblicati con e senza CAM ed importi complessivi delle gare con e senza criteri verdi.
Gli strumenti utilizzati per la realizzazione dell’indagine sono rappresentati dalle schede di monitoraggio e da domande a risposta multipla relative alle esigenze ed alle difficoltà nell’applicazione dei CAM nelle politiche di approvvigionamento pubblico. Sono state, inoltre, utilizzate le informazioni disponibili online sui siti web dei Comuni coinvolti, per la verifica della completezza dei dati a disposizione.
La realizzazione del monitoraggio si è sviluppata in diverse fasi già a partire dalle scelte fatte in merito al campione selezionato ed alla modalità di coinvolgimento dei Comuni aderenti all’Associazione dei Comuni Virtuosi.
Inizialmente, la segreteria dell’Associazione ha inviato una e-mail ed una PEC al totale dei comuni aderenti all’associazione. Successivamente, anche alla luce delle risposte ricevute, sono stati stabiliti dei criteri per la scelta del campione da sottoporre ad azioni di recall.
Complessivamente l’indagine ha riguardato le procedure di approvvigionamento – riferite all’anno 2017 – di 40 Comuni (su un totale di 102) rappresentativi di tutte le tipologie di soci dell’associazione dei Comuni Virtuosi. Dall’indagine emerge che il 55% di questi Comuni non applica i CAM in alcuna categoria merceologica.
Le maggiori percentuali di bandi con CAM rispetto al totale dei bandi di settore, risultano essere quelli relativi alle forniture di carta per ufficio (60%), al servizio di ristorazione (50%) ed alle forniture di apparecchiature elettriche ed elettroniche per ufficio (43%), unitamente alla fornitura di arredi (43%) e al servizio di gestione dei rifiuti (42%).
In valore assoluto, invece, il maggior numero di bandi aggiudicati nel 2017 con CAM si riscontra per le forniture di prodotti elettrici ed elettronici (26 bandi con CAM). Molto bassa la percentuale di applicazione dei CAM relativi all’acquisizione di veicoli adibiti al trasporto su strada (6%), ai servizi di gestione del verde pubblico (6%) e all’Edilizia (5%).
Analizzando, invece, i dati in forma aggregata emerge che il 34% della spesa complessiva prevede l’applicazione dei CAM, mentre la percentuale di bandi contenenti i CAM è del 21%.
“L’appuntamento di oggi – ha sottolineato Boschini, coordinatore dell’Associazione dei Comuni Virtuosi – conferma quanto emerso dal report. Affinché la legge sui CAM trovi effettiva applicazione occorre una visione di insieme. Serve senso di responsabilità e convergenza di vedute. Come Associazione siamo fortemente motivati a promuovere la formazione e a valorizzare le eccellenze dei nostri comuni”.
Quel che emerge in modo inequivocabile è che i CAM per il Green Pubblic Procurement ovvero per gli Acquisti Verdi delle Pubbliche Amministrazioni, pur essendo divenuti obbligatori risultano essere strumento ancora troppo poco conosciuto ed utilizzato, elemento non certo incoraggiante, considerando che l’indagine è stata rivolta ad una rete di Enti Locali che opera a favore dello sviluppo sostenibile.
La situazione, infatti, non si discosta da quella fotografata lo scorso anno da un’analoga indagine estesa sull’intero panorama dei Comuni italiani, condotta dall’Osservatorio “Appalti Verdi” di Legambiente e Fondazione Ecosistemi.