In una nota congiunta AiCARR, AIAS e CNI sottolineano la necessità di una maggiore informazione e sensibilizzazione sull’importante contributo che il ricambio d’aria nelle aule con la ventilazione forzata può apportare per metter in sicurezza le scuole, anche al di là dell’emergenza sanitaria di questo periodo.
Si aprono oggi (14 settembre 2020) le scuole nella maggior parte delle Regioni d’Italia. L’appuntamento quest’anno, a causa della pandemia di Covid-19, si carica di preoccupazioni per la verifica dell’efficacia delle misure adottate al fine di rendere sicura la ripresa delle lezioni “in presenza” che non erano state sospese così a lungo neppure durante gli anni più drammatici (1943-1944) della seconda guerra mondiale.
Tra le misure che dovrebbero essere tenute in maggior considerazione per prevenire i rischi legati al contagio da SARS-CoV-2 nelle aule scolastiche, secondo AiCARR (Associazione italiana Condizionamento dell’Aria, Riscaldamento e Refrigerazione), AIAS (Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza) e CNI (Consiglio Nazionale Ingegneri) c’è la ventilazione meccanica, non quella di cui abbisognano i malati di Covid-19 in terapia intensiva, bensì quella che garantisce un continuo ricambio d’aria all’interno di un edificio, con il vantaggio di poter controllare anche la qualità dell’aria immessa e ricambiata.
In una nota congiunta del 10 settembre 2020, le 3 Associazioni di diversi settori tecnico-scientifici sottolineano che il ricambio d’aria nelle aule scolastiche con la ventilazione forzata è un fattore tecnico imprescindibile che può contribuire ad una ripartenza delle lezioni in sicurezza, ma che rischia viceversa “di essere la vera cenerentola”.
Premettendo di voler portare un contributo alla discussione in corso sulla sicurezza nel settore scolastico, le Associazioni sottolineano la necessità “di maggiore informazione e sensibilizzazione per affrontare un problema che fa i conti con la vetustà delle nostre scuole, un tema annoso, che di certo non scopriamo oggi”.
Nel Rapporto conclusivo del Progetto di ricerca “Il cambiamento è nell’aria” che ha indagato la qualità nell’edilizia scolastica, promosso dalla Libera Università di Bolzano e da Agorà, azienda impegnata nella formazione sulla sostenibilità in edilizia, con la collaborazione di ricercatori e dottorandi dell’Università IUAV di Venezia e delle Università di Trento e Padova, e che ha visto il coinvolgimento attivo degli studenti del triennio dell’ISS “Margherita Hack” di Morlupo (RM), che ha fotografato la qualità dell’aria a scuola nei mesi precedenti la chiusura per la pandemia di coronavirus, aveva evidenziato che nelle aule vi era un’eccessiva concentrazione di CO2, a conferma di una ventilazione inadeguata che i “ricambi d’aria” difficilmente potrebbero garantire i tassi di ricambio richiesti dalle norme di riferimento, favorendo al contempo la ricircolazione dell’aria interna con il trasporto delle cariche virali a postazioni lontane da quelle occupate dalle persone infette.
Nei mesi scorsi un Gruppo di 240 scienziati ha avanzato la richiesta che siano riviste le Linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), perché il solo distanziamento sociale e l’uso delle mascherine potrebbero non essere sufficienti a ridurre il rischio e che c’è la necessità di una revisione dei sistemi di ventilazione che hanno un ruolo fondamentale per il ricircolo dell’aria.
“Abbiamo già sottolineato più volte che le scuole sono gli unici ambienti a elevato e prolungato affollamento che, almeno nella maggior parte dei casi, sono privi di impianti di ventilazione – ha osservato Filippo Busato, Presidente di AiCARR, Associazione nata nel 1960 che ha tra le sue funzioni quella di creare un uso consapevole dell’energia e delle risorse naturali e per l’innovazione delle infrastrutture energetiche – L’apertura delle finestre, di cui sentiamo spesso parlare in relazione alla riduzione del rischio di diffusione del SARS-CoV-2 nelle scuole, è una soluzione di emergenza che rischia di non essere in grado di garantire la salubrità e il comfort dell’ambiente, né tantomeno di coniugarli con l’efficienza energetica. AiCARR ritiene quindi che gli impianti di ventilazione meccanica negli edifici scolastici siano da considerare imprescindibili, al pari della sicurezza antincendio o antisismica. Insomma, si tratta di interventi non solo possibili, ma anche doverosi”.
Le Associazioni sottolineano che l’apporto di aria esterna attraverso la ventilazione meccanica migliora la qualità dell’ambiente interno, con ricadute positive sulle condizioni igieniche e sulla salute di studenti e personale scolastico e che i protocolli di sicurezza che utilizzano il ricambio d’aria mediante la ventilazione forzata sono assolutamente più efficaci di quelli che utilizzano unicamente il ricambio d’aria mediante “apertura delle finestre”, ma sono anche consapevoli “che non si può realizzare un obiettivo di questo genere in poche settimane: servono investimenti, tempo e soprattutto una buona informazione”.
“La formazione e l’informazione del personale sulle tematiche di sicurezza, salute e sostenibilità sono al centro dell’agire delle nostre Associazioni da decine di anni mediante i professionisti che operano a livello sia nazionale che internazionale – ha dichiarato Francesco Santi, Presidente di AIAS che dal 1975 riunisce gli operatori, professionisti e dipendenti, pubblici e privati che si occupano di sicurezza, salute e sostenibilità nei luoghi di lavoro e di vita – Anche in questa occasione ci rendiamo disponibili per supportare il corpo docente e il personale tecnico e gli operatori della scuola su tutto il territorio italiano. Contatteremo tutti i Provveditorati d’Italia per renderci disponibili ad incontri gratuiti per rispondere ai dubbi sul tema del benessere e della salute degli studenti nelle scuole”.
Le Associazioni lamentano come in questa fase di grande attenzione per interventi di messa in sicurezza e di miglioramento del benessere di studenti ed operatori scolastici, poca attenzione sia stata riservata a questa tecnologia che permette di dosare le portate di rinnovo dell’aria, anche in funzione di prevenzione del rischio.
“Spiace dover constatare come tra i vari interventi di miglioramento dello stato generale degli edifici scolastici posti in attuazione in questo periodo, non sia stato preso in considerazione l’inserimento di impianti di ventilazione meccanica, che potrebbero contribuire in maniera determinante al miglioramento delle condizioni igieniche dei locali e al benessere degli occupanti, con sicuri effetti anche sulla riduzione del rischio di contagio da COVID-19 – ha affermato Armando Zambrano, Presidente del CNI, l’organismo nazionale di rappresentanza istituzionale degli interessi rilevanti della categoria professionale degli ingegneri – Purtroppo il nostro Paese si caratterizza ancora per una scarsa cultura sull’utilità degli impianti e sulla loro efficacia anche in condizioni emergenziali”.