L’edizione 2014 di “Signals” la relazione annuale dell’Agenzia Europea dell’Ambiente diffusa in occasione della Conferenza europea “Green Week 2014” indica la necessità di ridurre il consumo di risorse naturali per evitare che tra qualche decennio il benessere delle future generazioni sia drammaticamente compromesso.
“Come si fa a dar vita ad un’economia in crescita che crei posti di lavoro e garantisca il nostro benessere, rispettando i limiti del Pianeta?”.
A questa domanda cerca di dare risposta l”ultima edizione di “Segnali” pubblicata dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) in occasione dell’annuale Conferenza sulla politica ambientale dell’Unione europea “Green Week 2014”.
“Signals” è una relazione che, sotto forma di resoconti, fornisce istantanee degli argomenti più interessanti per il dibattito politico sull’ambiente, con l’obiettivo di raggiungere un ampio pubblico che includa studenti, scienziati, responsabili delle politiche, agricoltori e piccole imprese, rispettando la complessità della scienza da cui trae informazioni.
L’edizione 2014 che ha per titolo “Well-being and the environment. Building a resource-efficient and circular economy in Europe” (Benessere e Ambiente. Costruire un’economia europea efficiente nell’uso delle risorse e circolare) e sottolinea come la modalità e la velocità con cui stiamo utilizzando le risorse naturali rischiano di compromettere le possibilità che la Terra continui ad offrircele in futuro.
Se già oggi il consumo di capitale naturale con 7 miliardi di individui è insostenibile, la situazione al 2050 quando ce ne saranno 9 miliardi rischia di diventare drammatica.
L’impatto dei cittadini europei sull’ambiente naturale non è di certo trascurabile:
– sono quasi 16 le tonnellate di materiali consumati pro-capite nel 2011, pur con differenze notevoli tra i singoli Paesi, con i cittadini della Finlandia che si pongono in cima alla classifica per il consumo di circa 30 tonnellate di risorse e quelli di Malta in coda con 5 tonnellate;
– i cambiamenti nelle abitudini alimentari hanno fatto raddoppiare in 50 anni il consumo di carne degli europei, aumentando di conseguenza la domanda di terreni e di altre risorse;
– gli europei hanno generato 4,5 tonnellate di rifiuti pro-capite nel 2010;
– circa un terzo del cibo viene sprecato nella UE con i due quinti sprecati durante il processo di fabbricazione e una eguale quantità viene scartata dalle famiglie.
La relazione include anche alcune interviste ad esperti che indicano soluzioni per avviare l’economia europea verso una rapida transizione “verde”, con scelte responsabili di consumo, attività di riciclaggio dei materiali, adeguata pianificazione urbanistica.
Soprattutto il settore dei rifiuti potrebbe costituire l’esemplificazione di quella “economia circolare” che è ormai considerata la “rivoluzione industriale” del XXI secolo.
“Dobbiamo passare da un modello economico lineare dove estraiamo risorse, produciamo, usiamo e gettiamo via, ad un modello economico circolare, in cui i rifiuti di un’attività diventano materie prime di un’altra – ha spiegato il Commissario UE per l’Ambiente Janez Potočnik, aprendo i lavori della Conferenza “Green Week 2014” – La base da cui partire è un’innovazione tecnologica amica dell’ambiente e soprattutto a nuovi modelli di business che diminuiscano l’impatto dell’intero ciclo di vita dei prodotti: dobbiamo condividere, riusare, riparare e riciclare”.
La pubblicazione, che nei prossimi mesi sarà disponibile anche in lingua italiana, è illustrata con immagini e vignette e contiene anche diverse attraenti infografiche.