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Acque sotterranee: c’è bisogno di cooperazione transfrontaliera

Il Vertice sulle acque sotterranee a Parigi presso la sede dell’UNESCO, che conclude un anno di attività della Campagna “Groundwater: Making the Invisible Visible” lancia una Coalizione transfrontaliera per la cooperazione idrica con l’obiettivo di sollecitare impegni concreti da presentare alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua che si terrà a New York nel marzo 2023.

L’uso sostenibile delle acque sotterranee è vitale per il futuro dell’umanità. Ma oggi questa risorsa si trova in un punto cieco in termini di cooperazione internazionale

Per sollecitare gli Stati ad inserire in modo sistematico le acque sotterranee in tutti i piani e gli accordi di gestione della risorsa idrica, si è svolto a Parigi (7-8 dicembre 2022) presso la sede dell’UNESCO il Vertice mondiale sulle acque sotterranee, evento conclusivo della Campagna 2022 attuata da UN-Water, l’organismo di coordinamento tra Agenzie delle Nazioni Unite per tutte le questioni relative all’acqua, e coordinata dall’UNESCO e dall’International Groundwater Resources Assessment Centre (IGRAC),. 

Quattro miliardi di persone vivono in regioni con scarsità d’acqua – ha affermato Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell’UNESCO – Questa carenza sta aumentando per effetto dei cambiamenti climatici. Le acque sotterranee sono parte della soluzione se gestite in modo sostenibile. Per avere successo, abbiamo bisogno di una forte cooperazione internazionale. Ma oggi solo l’1,2% delle falde acquifere transfrontaliere è gestito da accordi e meccanismi di coordinamento tra i Paesi interessatiQuesto Vertice deve moltiplicare gli sforzi”.

Le acque sotterranee sono una risorsa preziosa per l’umanità: sono essenziali per l’acqua potabile, la produzione alimentare e il sostentamento dei flussi fluviali e delle zone umide e, come tali, devono essere protette. 

I pericoli che rappresentano una minaccia per la qualità delle acque sotterranee (Fonte British Geological Survey @ Y. BGS © UK Research and Innovation

Negli ultimi anni, le acque superficiali contenute in fiumi e laghi sono diventate sempre più contaminate, inducendo molti Paesi a fare affidamento sempre di più sulle acque sotterranee, con un aumento estrattivo a livello globale di 6 volte maggiore negli ultimi 70. Le falde acquifere sovrasfruttate possono provocare la perdita di preziosi ecosistemi, il cedimento del terreno e l’intrusione di acqua di mare nelle falde acquifere costiere

Il deterioramento della quantità o della qualità delle acque nelle falde acquifere ostacola l’accesso all’acqua pulita e lo sviluppo socio-economico, come rilevato dallo Studio Groundwater quality: global challenges, emerging threats and novel approaches”, pubblicato il 14 ottobre su Hydrogeology Journal.

Alcune acque sotterranee sono intrinsecamente più suscettibili alla contaminazione rispetto ad altre a causa delle loro caratteristiche geologiche, ma ci sono altri importanti fattori che hanno un impatto negativo sulle acque sotterranee, come l’urbanizzazione, l’intensificazione della produzione alimentare e di pratiche agricole, i cambiamenti climatici, e le sostanze chimiche antropogeniche che si trovano in prodotti quotidiani di uso comune, che rappresentano una minaccia diretta per la qualità delle acque sotterranee e la salute umana, come farmaci, alcuni prodotti per la cura della persona, prodotti veterinari, plastificanti, biocidi, PFAS, microplastiche.

È urgente stabilire una gestione sostenibile che dipende dalla cooperazione internazionale. Ma oggi questa cooperazione non esiste: su 468 falde acquifere transfrontaliere censite dall’UNESCO nel mondo, solo 6 sono gestite da accordi e meccanismi di coordinamento tra gli Stati interessati.

Al vertice è stata lanciata una Coalizione transfrontaliera per la cooperazione idrica con l’obiettivo di sollecitare impegni concreti da presentare alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua che si terrà a New York nel marzo 2023.

La coalizione comprende: Repubblica Dominicana, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Kazakistan, Namibia, Paesi Bassi, Panama, Senegal, Slovenia, Svizzera, Uganda, Banca interamericana di sviluppo, Organizzazione degli Stati americani, Banca mondiale, Global Environment Facility, UNECE, UNESCO, UNEP, UNDP, ESCWA, UNCDF, International Groundwater Resources Assessment Centre (IGRAC), Centro Regional para la Gestión de Aguas Subteranneas de América Latina y el Caribe (CeReGAS), Global Water Partnership (GWP), IHE Delft Institute for Water Education, International Network of Basin Organizations (INBO), Stockholm International Water Institute (SIWI), International Union for Conservation of Nature (IUCN), Geneva Water Hub, EcoPeace Middle East e l’Università di Kinshasa. 

Per Azoulay, l’evento segna la fine di un anno di sforzi per rendere più visibile questa importante risorsa di acque sotterranee, osservando che questo incontro internazionale costituisce “un inizio per garantire che le politiche pubbliche lavorino con e non contro la natura, anche quando è discreta e cruciale come le acque sotterranee. Questo è il momento di prendere impegni”.

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