Secondo una ricerca di Zero Waste Europe ed Eunomia, l’obiettivo net zero al 2050 per limitare il riscaldamento globale entro 1,5 °C non sarebbe possibile senza una rapida e significativa riduzione nell’uso dei materiali da parte di industrie chiave.
L’incapacità di ridurre al più presto l’uso dei materiali nelle industrie chiave esaurirebbe già nel 2028 il carbon budget, ovvero la quantità massima di emissioni globali nette cumulative di anidride carbonica antropogenica per rimanere entro un livello compatibile con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi.
Il monito è contenuto nella ricerca “Is Net Zero Enough for the Material Production Sector?”, pubblicata il 10 novembre 2022 da Zero Waste Europe, rete europea di comunità, leader locali, esperti e attori della transizione, che lavora per l’eliminazione dei rifiuti nella società, ed Eunomia Research & Consulting, società di consulenza indipendente in tema di sostenibilità.
La ricerca analizza i percorsi delle emissioni in scenari di decarbonizzazione e circolarità, tenendo conto anche del rischio di tecnologie di decarbonizzazione non comprovate come il Carbon Capture Utilization & Storage (CCUS) che catturerebbero la CO2 trasferendola in forma liquida nelle profonditàdel sottosuolo. Supponendo un’implementazione accelerata del 100% dei vari metodi di decarbonizzazione, il budget di carbonio sarebbe ancora significativamente superato, dimostrando ulteriormente la necessità di una contemporanea riduzione del consumo di materiali.
Non agire presto potrebbe significare esaurire già nel 2028 il bilancio del carbonio rimanente, la quantità massima di CO2 che può essere rilasciata per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, come concordato dai leader mondiali nel 2015 per limitare i peggiori effetti ambientali come inondazioni, siccità, ondate di caldo estremo, scarsità di cibo e perdita di biodiversità.
Alla COP27, la presentazione dell’annuale Rapporto “Global Carbon Budget 2022”, ha confermato che con gli attuali piani dei governi e delle industrie per contenere la temperatura ben al di sotto dei 2 °C sarebbe esaurito in 9 anni.
Secondo la ricerca di Zero Waste Europe ed Eunomia, un approccio business-as-usual alla produzione di materiali, che rappresenta un quarto delle emissioni globali, potrebbe contribuire al riscaldamento fino a 2,5 °C, e pur rispettando le tabelle di marcia del settore si arriverebbe ad un riscaldamento globale di 2 °C. L’adozione tempestiva di comprovate pratiche di riduzione delle emissioni, come la decarbonizzazione delle reti energetiche, dovrebbe essere considerata una priorità nel breve termine, secondo la ricerca, poiché l’impatto della diffusione delle tecnologie dopo il 2030 sarebbe sostanzialmente meno efficace.
“Alla luce dei negoziati sul clima in corso, le strategie di decarbonizzazione non sono sufficienti per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C – ha dichiarato Joan Marc Simon, Direttore esecutivo di Zero Waste Europe – L’unico modo per procedere è ridurre il consumo di risorse, in particolare nel Nord del mondo. Le imprese, i governi e la società civile dovrebbero unirsi e agire con urgenza per sfruttare al meglio le risorse disponibili e implementare tecnologie collaudate per decarbonizzare l’economia”.
Alcuni risultati chiave del Rapporto:
– sono necessari ingenti investimenti di capitale per ottenere la decarbonizzazione dell’elettricità nel settore dell’alluminio;
– i settori del cemento e del calcestruzzo fanno molto affidamento su tecnologie non collaudate per ridurre le emissioni di CO2;
– l’adeguamento degli impianti esistenti nei settori siderurgici con le migliori tecnologie di efficienza disponibili fornisce la massima riduzione delle emissioni e potrebbe essere implementato immediatamente;
– rimanere entro i limiti del bilancio del carbonio rappresenterà una sfida significativa per l’industria della plastica poiché è necessario un drastico passaggio dai combustibili fossili ai materiali a base biologica.
“Spesso sentiamo parlare dell’importanza di mantenere il riscaldamento a 1,5 °C e questo essenziale lavoro aiuta a dimostrare cosa ciò potrebbe significare nella pratica per i materiali che tutti noi consumiamo – ha concluso Simon Hann di Eunomia, principale autore della ricerca – La decarbonizzazione lenta per i prossimi 30 anni evidentemente non è sufficiente ed è palese la necessità di cambiare il modo in cui pensiamo alla produzione e al consumo dei materiali. Affinché ciò accada, è quindi essenziale un’azione audace e decisa a breve termine da parte dei responsabili politici e dei leader del settore”.