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Comunità energetiche: un vademecum ENEA per il grande pubblico

L’ENEA ha reso disponibile online un per spiegare cosa sono le comunità energetiche, come si fanno, quali sono gli aspetti significativi di questo modo di creare un mercato energetico alternativo, a cui il Piano italiano di ripresa e resilienza, appena approvato, prevede uno stanziamento di 2,2 miliardi di euro per il suo sviluppo.

Si parla sempre più frequentemente del ruolo importante delle Comunità energetiche nella transizione per lo sviluppo sostenibile, tant’è che nel Piano nazionale di recupero e resilienza (PNRR), deliberato dal Governo il 24 aprile e presentato oggi (26 aprile 2021) alla Camera dei Deputati e domani al Senato della Repubblica, per essere poi trasmesso alla Commissione UE entro il 30 aprile 2021, per la Missione 2. Rivoluzione verde e Transizione ecologica – Componente 2. Energia rinnovabile, Idrogeno, Rete e Transizione energetica e Mobilità sostenibile – Investimento 1. Incrementare la quota di energia prodotta da fonti di energia rinnovabile – 2. Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l’auto-consumo, è previsto lo stanziamento di 2,20 miliardi di euro.

L’investimento si concentra sul sostegno alle comunità energetiche e alle strutture collettive di autoproduzione e consentirà di estendere la sperimentazione già avviata con l’anticipato recepimento della Direttiva RED II ad una dimensione più significativa e di focalizzarsi sulle aree in cui si prevede il maggior impatto socio-territoriale – si legge nel PNRR – L’investimento, infatti, individua Pubbliche Amministrazioni, famiglie e microimprese in Comuni con meno di 5.000 abitanti, sostenendo così l’economia dei piccoli Comuni, spesso a rischio di spopolamento, e rafforzando la coesione sociale. In particolare, questo investimento mira a garantire le risorse necessarie per installare circa 2.000 MW di nuova capacità di generazione elettrica in configurazione distribuita da parte di comunità delle energie rinnovabili e auto-consumatori di energie rinnovabili che agiscono congiuntamente. La realizzazione di questi interventi, ipotizzando che riguardino impianti fotovoltaici con una produzione annua di 1.250 kWh per kW, produrrebbe circa 2.500 GWh annui, contribuirà a una riduzione delle emissioni di gas serra stimata in circa 1,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Per ottenere quote più elevate di autoconsumo energetico, queste configurazioni possono anche essere combinate con sistemi di accumulo di energia”.

Ma cos’è la comunità energetica? Come si fa? Quali sono gli aspetti significativi di questo modo di creare un mercato energetico alternativo?

Per dare risposte a queste e ad altre domande, molto opportunamente e tempestivamente l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile (ENEA) ha approntato un opuscolo, curato da Francesca Cappellaro, Carmen Palumbo e Sara Trincheri, per avvicinare il grande pubblico al mondo delle comunità energetiche e suggerire l’adozione di un approccio alternativo all’energia, in cui il cittadino non agisce più da consumatore disinteressato, ma da “prosumer”, ossia da protagonista, nel processo di produzione, gestione e scambio dei flussi energetici.

Il Cosa (What), il Chi (Who), il Perché (Why), il Dove (Where), il Quale (Which) e il Come (How) sono le coordinate che guidano il lettore nella scoperta di questo importante strumento di transizione energetica e di lotta alla disuguaglianza socioeconomica derivante da un accesso non equo al mercato dell’energia.

Le comunità energetiche possono essere di 2 tipi:
1. Comunità Energetica Rinnovabile: si basa sul principio di autonomia tra i membri e sulla necessità che si trovino in prossimità degli impianti di generazione. Questa comunità può gestire l’energia in diverse forme (elettricità, calore, gas) a patto che siano generate da una fonte rinnovabile;
2. Comunità Energetica di Cittadini: non prevede i principi di autonomia e prossimità e può gestire solo l’elettricità.

– La partecipazione alla comunità deve essere aperta e basata su criteri oggettivi, trasparenti e non discriminatori. I partecipanti mantengono i loro diritti come clienti finali, compresi quelli di scegliere il proprio fornitore ed uscire dalla comunità quando lo desiderano.
– La comunità energetica rinnovabile deve essere formata dai consumatori ubicati nelle prossimità dell’impianto di generazione.
– Gli impianti fotovoltaici devono avere potenza complessiva non superiore a 200 kW.

L’opuscolo è stato realizzato nell’ambito del Progetto GECO (Green Energy Community) la comunità energetica di Pilastro-Roveri (BO), promosso da AESS (Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile) fondata da Comune e Provincia di Modena, ENEA e Università di Bologna, e finanziato dal Fondo europeo EIT Climate-KIC.

Fabio Bastianelli

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