Circular economy Fiere e convegni

Textile District; Ecomondo 2023 nexus della moda etica

All’interno di Ecomondo 2023 (Fiera di Rimini, 7-10 novembre 2023), la Manifestazione di IEG (Italian Exibition Group) che raccoglie e mette a sistema gli elementi chiave che definiscono le strategie di sviluppo della politica ambientale dell’UE, il Textile District è lo spazio espositivo dedicato che coinvolge tutti gli attori della filiera per lo sviluppo di modelli di business circolari del settore tessile.

Valentino, LVMH, Fendi insieme a Carlo Capasa, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, e a Sergio Tamborini, Presidente del Sistema Moda Italia, per accelerare la trasformazione circolare del modello produttivo dell’Italian fashion industry si danno appuntamento a Ecomondo (Fiera di Rimini, 7-10 novembre 2023), la Manifestazione targata IEG (Italian Exibition Group), giunta alla XXVI edizione, che si presenta come ecosistema della transizione ecologica, al cui interno trova un’importante collocazione il Textile District.

Il Textile District, un progetto in cui IEG crede e investe assicurandogli una brand identity forte e riconoscibile, trova un’importante collocazione nel layout di Ecomondo grazie all’Osservatorio Tessile, giunto alla sua terza edizione, un’area di scambio e innovazione che coinvolge gli stakeholder principali della filiera: dai produttori del rifiuto ai gestori, dai consorzi e associazioni agli istituti di ricerca e sviluppo, agli impianti di trattamento e valorizzazione dei tessuti fino al second hand.

L’industria tessile e della moda, oltre a essere uno dei pilastri dell’economia europea, rappresenta uno dei settori a più alto impatto ambientale, responsabile infatti del 10% delle emissioni globali di carbonio, consuma circa 93 miliardi di m3 di acqua nella sola produzionescarica nei mari circa 500.000 tonnellate di microfibre e fa uso di prodotti chimici inquinanti che rappresentano un ostacolo al riciclo di materia prima, con il risultato che le fibre naturali diventano sempre più rare e con costi sempre maggiori, spingendo i grandi brand alla ricerca di fibre riciclabili e processi di produzione più puliti..

In questo scenario, parole chiave della riconversione green della moda sono: riciclabilità dei capi (oggi solo l’1% degli scarti tessili sono riutilizzati, e l´85% della produzione finisce in discarica), ecodesign (e normative condivise per tracciarne i parametri), trasparenza e controllo della filiera.

Durante le 4 giornate della kermesse riminese saranno valorizzate sia le buone pratiche dei gruppi e brand iconici come LVMH Group, Valentino e Fendi, sia le esperienze di aziende nate con un DNA sostenibile come Beste che con il suo progetto Beredo, permette di dare nuova vita a tutti i materiali pre-consumo dei brand e delle aziende manifatturiere. Oltre alle aziende, saranno presenti le Istituzioni, il cui ruolo di sostegno è fondamentale nella guerra agli sprechi che non può essere combattuta solo dalle imprese.

La Commissione UE nell’ambito della proposta di revisione della Direttiva rifiuti, in linea con la visione della Strategia UE per i tessili sostenibili e circolari, inserita nel Pacchetto prodotti sostenibili, al fine di accelerare lo sviluppo del settore della raccolta differenziata, della cernita, del riutilizzo e del riciclaggio dei tessili nell’UE, ha proposto l’introduzione in tutti gli Stati membri di regimi obbligatori e armonizzati di responsabilità estesa del produttore (EPR) per i tessili.

Secondo un Rapporto della Ellen MacArthur Foundation, che il 30 ottobre 2023 è stata insignita dal Programma Ambiente delle Nazioni Unite del Premio Campioni della Terra in riconoscimento del suo lavoro nello sviluppo dell’economia circolare, i modelli di business circolari per la moda, come l’affitto, la rivendita, la riparazione e il rifacimento, possono rappresentare per le aziende un’occasione di crescita, costituendo entro il 2030 un mercato di 700 miliardi di dollari, e consentire al contempo di risparmiare circa 336 milioni di tonnellate di emissioni di gas (pari al 32% della riduzione richiesta al tessile per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Nonostante siano fondamentali, i modelli di business circolari della moda ad oggi rappresentano solo il 3,5% del mercato. Di qui l’importanza della presenza a Ecomondo di testimonianze di realtà d’eccellenza internazionali e italiane, come Cloov, la start-up che aiuta le aziende a realizzare progetti di fashion renting,. Tra le case history che saranno presentate a Ecomondo anche quella di Reshoes, che fornisce una soluzione circolare e sostenibile del fine vita delle scarpe, attraverso la separazione dei materiali e delle parti per renderli pronti per il riciclo. Processo che può essere usato anche per i rifiuti tessili. Non a caso tra gli investitori ci sono anche Zalando, il più grande retailer di moda d’Europa, e Decathlon.

Inoltre, il programma di eventi dedicati al settore tessile tratterà tutte le declinazioni della sostenibilità – dall’inclusione sociale alla tracciabilità, dal riuso al riciclo, fino a nuove forme di consumo circolare, come quello dell’affitto dei capi, e ai cambi normativi.

A fare il punto su come facilitare il cambio di paradigma produttivo, tra gli altri, anche Carlo Capasa, Presidente della Camera nazionale della Moda italiana, Sergio Tamborini, Presidente del Sistema Moda Italia, Eleonora Rizzuto, Director of sustainable development LVMH Italia, Luca Canevelli, Sustainability Manager di Valentino, e Davide Barbato, WW Procurement Director di Fendi, tutti relatori all’evento “Accelerate the Circular Transformation in textile industry”.

Sempre in tema di produzione circolare del tessile, ma con riferimento alle proposte legislative europee, c’è grande attesa per Il ruolo dei sistemi EPR nella valorizzazione della frazione tessile dei rifiuti urbani, evento che accende i riflettori sul ruolo dei Comuni nel processo di raccolta dei rifiuti tessili, sulla collaborazione in essere tra questi e la filiera che si è strutturata in modo spontaneo negli ultimi 20 anni e anche sul ruolo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) per la definizione degli strumenti normativi.

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