Dal Rapporto BES 2018 dell’Istat emerge che il 40% degli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile (BES) ha registrato una variazione positiva rispetto all’anno precedente, il 31,8% di essi ha mostrato un peggioramento e il 29,1% è rimasto stabile.
L’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha presentato il 18 dicembre 2018 la VI edizione del Rapporto sul BES 2018 – Benessere Equo e Sostenibile in Italia, basato su una lettura della realtà italiana che affianca a misure economiche una serie di indicatori di benessere, equità e sostenibilità, che, pur segnalando, una situazione di diffuso miglioramento nel 2017 per gran parte degli indici, permangono alcune criticità in larghi strati della popolazione.
L’edizione di quest’anno si caratterizza per un insieme di novità. In particolare, si presentano i risultati dell’indagine qualitativa svolta presso le famiglie nel 2018, volta a misurare l’importanza attribuita a ciascuno dei 12 domini del BES nella percezione individuale del benessere.
Viene esteso, inoltre, l’approccio utilizzato per misurare l’evoluzione dei diversi domini del benessere in forma sintetica. La consueta lettura degli andamenti realizzata attraverso gli indici compositi viene integrata con una valutazione complessiva delle variazioni registrate negli indicatori, in modo da ottenere prime e immediate misure di sintesi, facilmente scalabili tra i domini.
Anche le analisi territoriali vengono estese considerando misure di performance basate sulla distribuzione degli indicatori a livello regionale e fornendo, come nello scorso Rapporto, una rappresentazione sintetica degli andamenti degli indici compositi calcolati per ogni dominio.
Infine è stata introdotta una sezione dedicata agli approfondimenti tematici, con l’obiettivo di presentare di volta in volta letture integrate sui domini del benessere.
Il set di indicatori nell’edizione Rapporto BES 2018, come di consueto viene annualmente revisionato, eliminandone alcuni, sostituendone altri e introducendone di nuovi.
In totale quest’anno gli indicatori sono 130, ripartiti nei tradizionali 12 Domini: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi.
Nel 2017 quasi il 40% degli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (BES) ha registrato una variazione positiva rispetto all’anno precedente, il 31,8% di essi ha mostrato un peggioramento e il 29,1% è rimasto stabile.
I “domini” che hanno avuto la maggiore diffusione di andamenti positivi sono innovazione, ricerca e creatività (86%), benessere economico (80%) e lavoro e conciliazione dei tempi di vita (67%). Il dominio delle relazioni sociali è quello che ha mostrato l’andamento più problematico.
Rispetto ai tre capisaldi del benessere indicati dalle famiglie, per salute e istruzione si è avuto un peggioramento, per la sicurezza si è avuto invece un miglioramento rispetto all’anno precedente.
Nel confronto con il 2010, l’andamento positivo ha interessato più della metà degli indicatori (53,4%), con una significativa incidenza dei “domini” della salute e dell’ambiente.
Tuttavia ben il 36,2% ha subito un peggioramento “a segnalare – sottolinea l’Istat – la difficoltà di un pieno recupero delle condizioni di benessere sperimentate prima della crisi economica”.
In particolare, gli indicatori che compongono il “dominio” del benessere economico non hanno ancora recuperato lo scarto con i valori del 2010.
Relazioni sociali, paesaggio e patrimonio culturale sono i “domini” caratterizzati da un più deciso peggioramento, con risultati negativi per la maggioranza dei rispettivi indicatori.
In particolare, il progressivo impoverimento delle relazioni sociali ha toccato tutte le ripartizioni geografiche e il calo della partecipazione politica ha raggiunto un nuovo minimo (59,4%, – 3,4 punti percentuali rispetto al 2016); in linea con quanto rilevato dal Censis nel suo ultimo Rapporto .
Il Rapporto BES 2018, continua a registrare un divario territoriale molto ampio:
– nel Nord 12 su 15 indici compositi considerati le dimensioni del benessere sono migliori rispetto al Centro che evidenzia una situazione più favorevole solo per 3 (Politica e istituzioni; Omicidi; Innovazione, ricerca, creatività);
– in 14 casi, sia il Centro che il Nord hanno valori superiori a quelli del Mezzogiorno, con l’unica eccezione costituita dai reati predatori.
“La geografia del benessere equo e sostenibile – afferma l’Istat – non si discosta sostanzialmente dall’usuale ripartizione del territorio italiano che vede il Nord in una situazione più favorevole rispetto alle regioni centrali e meridionali”.
Come accennato, tra le novità del Rapporto BES 2018 figurano 2 approfondimenti.
– Le determinanti del benessere soggettivo che analizza la relazione tra il benessere soggettivo e
gli altri indicatori riferiti al benessere, concentrandosi su tre momenti specifici: prima, durante e dopo la crisi economica che ha interessato l’Italia.
– Le disuguaglianze verticali tra le persone rispetto a un determinato fenomeno, sia considerando la distanza tra chi è più soddisfatto della propria vita sia rispetto agli anni di istruzione, mostrando che in diversi casi la collocazione delle regioni per le tre dimensioni considerate non segue strettamente il gradiente Nord-Sud, nonostante la disuguaglianza maggiore si riscontri sempre nelle regioni del Mezzogiorno.