Energia Fonti rinnovabili

WETO 2023 di IRENA: una drammatica mancanza di progressi

L’anteprima del World Energy Transition Outlook (WETO 2023) che monitora le strategie globali verso la neutralità del carbonio al 2050 per essere in linea con l’obiettivo di 1,5 °C, presentata dall’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) al Berlin Energy Transition Dialogue, mostra che la portata e l’entità del cambiamento sono ben al di sotto di quanto sarebbe necessario.

La transizione energetica globale è fuori strada, aggravata dagli effetti delle crisi globali, e richiede una fondamentale correzione di rotta.

È quanto emerge dall’anteprima del prossimo World Energy Transition Outlook (WETO)  2023, che indica le strategie globali verso la neutralità del carbonio al 2050 e apre la strada ad un percorso sicuro per il clima a 1,5 °C, e che IRENA (Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili) ha presentato, come da consuetudine di qualche anno, al Berlin Energy Transition Dialogue (27-30 marzo 2023), dove i rappresentanti di alto livello di governi, industria, scienza e società civile si riuniscono ogni anno per condividere le loro esperienze e idee su una transizione energetica globale sicura, economica e rispettosa dell’ambiente.

IRENA sottolinea che una transizione energetica di successo richiede misure audaci e trasformative che riflettano l’urgenza della situazione attuale. Gli investimenti e le politiche globali in tutto il mondo e in tutti i settori devono far crescere le energie rinnovabili e stimolare i cambiamenti strutturali necessari per la transizione energetica basata prevalentemente sulle rinnovabili.

L’anteprima mostra che la portata e l’entità del cambiamento sono ben al di sotto del percorso di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C. Anche se sono stati compiuti progressi, in particolare nel settore energetico, dove le energie rinnovabili rappresentano il 40% della produzione di energia installata a livello globale, contribuendo a un aumento senza precedenti dell’83% di energia globale nel 2022, per mantenere in vita l’obiettivo di 1,5 °C, i livelli di implementazione devono crescere da circa 3.000 gigawatt (GW) di oggi a oltre 10.000 GW nel 2030: una media di 1.000 GW all’anno.

Inoltre, la disseminazione è limitata a determinate parti del mondo. Cina, UE e Stati Uniti hanno rappresentato lo scorso anno i due terzi di tutte le aggiunte, lasciando più indietro i Paesi in via di sviluppo.

La posta in gioco non potrebbe essere più alta – ha dichiarato il Direttore Generale di IRENA, Francesco La Camera – Una trasformazione profonda e rigorosa del sistema energetico globale deve avvenire in meno di 30 anni, sottolineando la necessità di un nuovo approccio per accelerare la transizione energetica. Perseguire le misure di mitigazione settoriali dei combustibili fossili è necessario, ma insufficiente per passare a un sistema energetico adeguato al predominio delle rinnovabili. L’enfasi deve spostarsi dall’offerta alla domanda, verso il superamento degli ostacoli strutturali che ne impediscono il progresso. L’anteprima di IRENA delinea tre pilastri prioritari della transizione energetica; l’infrastruttura fisica, i fattori abilitanti politici e normativi e una forza lavoro ben qualificata, che richiedono investimenti significativi e nuovi modi di cooperazione in cui tutti gli attori possono impegnarsi nella transizione e svolgere un ruolo ottimale“.

L’anteprima dell’Outlook 2023 avverte che mancanza di progressi aumentano ulteriormente le esigenze di investimento, richiedendo un cambiamento sistematico nel volume e nel tipo di investimenti per dare priorità alla transizione energetica.

Sebbene gli investimenti globali nelle tecnologie per la transizione energetica abbiano raggiunto un nuovo record di 1,3 trilioni di dollari nel 2022, gli investimenti annuali devono più che quadruplicarsi a oltre 5 trilioni di dollari per rimanere sul percorso di 1,5 °C.  Entro il 2030, gli investimenti cumulativi dovranno ammontare a 44 trilioni di dollari, con le tecnologie di transizione che rappresenteranno l’80% del totale, ovvero 35 trilioni di dollari, dando priorità a efficienza, elettrificazione, espansione della rete e flessibilità.

Qualsiasi nuova decisione di investimento dovrebbe essere attentamente valutata per guidare la transizione e ridurre il rischio di asset bloccati. Attualmente circa il 41% degli investimenti pianificati al 2050 rimane destinato ai combustibili fossili. Circa 1.000 miliardi di dollari di investimenti annuali in combustibili fossili pianificati entro il 2030 devono essere reindirizzati verso tecnologie e infrastrutture di transizione per mantenere l’obiettivo di 1,5 °C a portata di mano.

Inoltre, l’intervento del settore pubblico è necessario per incanalare gli investimenti verso i Paesi in modo più equo. Come rilevato nel Rapporto di IRENA sugli Investimenti del 2022 nelle energie rinnovabili dello scorso febbraio, l’85% degli investimenti globali ha interessato meno del 50% della popolazione mondiale. L’Africa ha rappresentato solo l’1% della capacità aggiuntiva nel 2022, confermando che le regioni che ospitano circa 120 mercati in via di sviluppo ed emergenti continuano a ricevere relativamente pochi investimenti.

Dobbiamo riscrivere il modo in cui funziona la cooperazione internazionale – ha aggiunto La Camera – Raggiungere la transizione energetica richiede una collaborazione internazionale più forte, compresi gli sforzi collettivi per incanalare più fondi verso i paesi in via di sviluppo. Un cambiamento fondamentale nel sostegno alle nazioni in via di sviluppo deve porre maggiormente l’accento sull’accesso all’energia e sull’adattamento climatico. Andando avanti, le istituzioni finanziarie multilaterali devono indirizzare più fondi, a condizioni migliori, verso progetti di transizione energetica e costruire l’infrastruttura fisica necessaria per sostenere lo sviluppo di un nuovo sistema energetico“.

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