Clima

Condizioni meteo estreme: gli impatti di elevate o basse emissioni

Uno studio condotto da ricercatori del centro norvegese CICERO, in collaborazione con l’Università britannica di Reading, avverte che se le emissioni di gas serra non verranno ridotte in modo significativo, quasi tre quarti della popolazione mondiale sperimenterà condizioni meteo estreme entro i prossimi 20 anni, ponendo seri rischi per la salute umana e dell’ambiente.

Il 70% della popolazione mondiale potrebbe essere esposta nei prossimi 20 anni a forti e rapidi cambiamenti nelle temperature estreme e nelle precipitazioni in uno scenario di elevate emissioni, che scenderebbe al 20% qualora venissero ridotte in misura sufficiente a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. 

La previsione è contenuta nella ricerca “Strong regional trends in extreme weather over next two decades under high- and low-emissions pathways, pubblicato il 9 settembre 2024 su Nature Geoscience e condotta da scienziati del CICERO (Center for International Climate and Environmental Research di Oslo) con il supporto dell’Università di Reading (Gran Bretagna), chehanno indagato come il riscaldamento globale possa combinarsi con le normali variazioni meteorologiche, dando luogo a periodi decennali di rapidissimi cambiamenti sia nelle temperature estreme che nelle precipitazioni.

Finora pochi studi hanno esplorato l’impatto che il meteo estremo avrà sui diversi Paesi.
Nel nostro studio ci siamo concentrati sui cambiamenti regionali, a causa della loro maggiore rilevanza per l’esperienza delle persone e degli ecosistemi rispetto alla media globale – ha affermato Carley Iles. Ricercatrice senior presso CICERO e principale autrice dello studio – indicando le regioni che si prevede sperimenteranno sostanziali cambiamenti nei tassi di uno o più indici di eventi estremi nei prossimi decenni“.

Utilizzando grandi insiemi di simulazioni di modelli climatici, i ricercatori hanno scoperto che gran parte delle regioni tropicali e subtropicali, che comprendono il 70% dell’attuale popolazione globale, dovrebbero sperimentare nei prossimi 20 anni tassi combinati di cambiamento negli estremi di temperatura e precipitazioni, in uno scenario di elevate emissioni (SSP5-8.5), che coinvolgerebbero “solo” il 20% di quelle popolazioni, ovvero 1,5 miliardi di individui qualora venissero intraprese azioni forti di mitigazione climatica (SSP1-2.6).

Fonte: Carley Iles

I rapidi cambiamenti aumentano il rischio di condizioni senza precedenti ed eventi estremi che attualmente rappresentano una quota sproporzionata degli impatti realizzati dal cambiamento climatico. Ad esempio, le ondate di calore possono causare stress da calore e mortalità eccessiva sia di persone che di bestiame, stress per gli ecosistemi, rese agricole ridotte, difficoltà nel raffreddamento delle centrali elettriche e interruzione dei trasporti. Allo stesso modo, gli estremi delle precipitazioni possono portare a inondazioni e danni a insediamenti, infrastrutture, raccolti ed ecosistemi, aumento dell’erosione e riduzione della qualità dell’acqua. Pertanto, la società sembra particolarmente vulnerabile agli alti tassi di cambiamento degli estremi, soprattutto quando più pericoli aumentano contemporaneamente.

Abbiamo anche scoperto che la rapida bonifica dell’inquinamento atmosferico, soprattutto in Asia, porta ad aumenti accelerati e co-localizzati di estremi caldi e influenza i monsoni estivi asiatici – ha dichiarato Laura Wilcox, Prof.ssa associata presso il Centro nazionale per la scienza atmosferica al Dipartimento di meteorologia dell’Università di Reading e co-autrice della ricerca – Mentre l’aria pulita è fondamentale per motivi di salute, l’inquinamento atmosferico ha anche mascherato alcuni degli effetti del riscaldamento globale. Ora, la necessaria bonifica potrebbe combinarsi con il riscaldamento globale e dare luogo a cambiamenti molto forti nelle condizioni estreme nei prossimi decenni“.

Mentre il nuovo documento si concentra sulla probabilità di un rapido cambiamento, gli autori evidenziano che i risultati hanno importanti implicazioni per l’adattamento climatico.
Nel migliore dei casi, calcoliamo che i rapidi cambiamenti influenzeranno 1,5 miliardi di persone – ha sottolineato Bjørn H. Samset, Ricercatore senior presso il CICERO e co-autore dello studio – L’unico modo per affrontare questo è prepararsi a una situazione con una probabilità molto più elevata di eventi estremi senza precedenti, già nei prossimi 1-2 decenni“.

Immagine di copertina: Fonte Università di Reading

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