Secondo un nuovo Rapporto pubblicato da alcune Università e Istituti di ricerca internazionali entro i prossimi 3 anni le imprese, gli investitori e i responsabili politici dovranno fare i necessari e realizzabili passi per cambiare il corso dei devastanti impatti delle emissioni di anidride carbonica, con alcuni settori (energia, trasporti, infrastrutture uso dei suoli, industria e finanza) che dovranno imprimere una svolta significativa.
Convocato dall’ex-Segretaria esecutiva dell’UNFCCC Christiana Figueres si è riunito a Londra il 10 aprile 2017 un gruppo di leader climatici ed esperti di business per sollecitare che entro il 2020 vengano intraprese quelle azioni urgenti per lasciare ancora aperta la restante possibilità di proteggere le popolazioni vulnerabili dai peggiori impatti dei cambiamenti climatici e di salvaguardare il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
“Ogni individuo ha il diritto di prosperare, ma se le emissioni non cominceranno a declinare rapidamente nel 2020, le persone più vulnerabili del mondo soffriranno ancora di più per gli impatti devastanti dei cambiamenti climatici – ha dichiarato la Figueres – La scienza ci dice che questo è per noi un imperativo, la tecnologia ci dimostra che abbiamo quello che necessita, l’economia ci indica che andando nella giusta direzione i benefici per l’umanità saranno immensi. Questo non è il momento di tergiversare. Ciò che è mancato dopo Parigi è un punto focale per l’azione a breve termine, che è, appunto, il motivo per cui abbiamo riunito alcune delle migliori menti in materia per dimostrare tutti insieme che la trasformazione verso un sistema energetico libero dalle fonti fossili è possibile in un arco di tempo definito. Abbiamo una responsabilità collettiva per innalzare l’ambizione, aumentare le nostre azioni e andare avanti più velocemente insieme per salvaguardare gli obiettivi di sviluppo sostenibile e proteggere il diritto inalienabile alla vita delle nostre e delle future generazioni. Cerchiamo di non essere in ritardo“.
Sulla base dei risultati del Rapporto “2020: The Climate Turnig Point“, l’omonima Campagna si propone di mettere in risalto, appunto, le motivazioni per cui il 2020 costituisce il momento di svolta per il clima e, soprattutto, come questo può essere realisticamente raggiunto, grazie alla crescita esponenziale dell’azione per il clima.
Il Rapporto, frutto della collaborazione tra l’Università di Yale, Carbon Tracker e Climate Action Tracker (un consorzio tra Ecofys, New Climate Institute e Climate Analytics) e a cui ha offerto il suo contributo l’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico (PIK), riassume le più aggiornate basi scientifiche per un’azione urgente per ridurre le emissioni di carbonio e fornisce una tabella di marcia per fare subito i passi necessari per raggiungere i principali obiettivi entro il 2020, e i 6 settori che più di altri devono intraprendere una svolta significativa.
Energia: le rinnovabili dovranno essere competitive con i combustibili fossili come fonti di energia elettrica in tutto il mondo.
Trasporti: le emissioni zero dovrà essere la forma preferita per tutta la nuova mobilità nelle grandi città del mondo e per le rotte dei trasporti.
Infrastrutture: le città e gli Stati dovranno stabilire piani ed attuare politiche e regolamenti con l’obiettivo di decarbonizzare completamente le infrastrutture entro il 2050.
Uso dei suoli: la deforestazione su larga scala dovrà essere sostituita dal ripristino del territorio e l’agricoltura dovrà indirizzarsi verso pratiche rispettose della Terra.
Industria: l’industria pesante – tra cui ferro e acciaio, cemento, prodotti chimici, petroliferi e gasieri – dovrà impegnarsi per essere compatibile con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Finanza: gli investimenti in azioni per il clima dovranno superare i 1.000 miliardi di dollari all’anno e tutte le istituzioni finanziarie dovranno divulgare le proprie strategie di transizione.
L’appello londinese interviene sulla scia del recente ordine esecutivo del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha annullato molte delle normative per contrastare i cambiamenti climatici introdotte dall’Amministrazione Obama, tra cui il Piano “Clean Power” per la riduzione delle emissioni delle centrali elettriche a carbone, che ha suscitato ampia preoccupazione tra gli attivisti che si battono per una transizione low-carbon.
“Il Rapporto identifica correttamente come il 2020 costituisca una pietra miliare che indicherà se siamo sul percorso per la realizzazione degli obiettivi dell’Accordo di Parigi – ha sottolineato a sua volta Sir Nicolas Stern, attuale Presidente della British Academy e autore del famoso Rapporto che porta il suo (30 ottobre 2006) e che è divenuto il punto di riferimento per la politica e gli ambientalisti perché per la prima volta venivano quantificati i costi economici e sociali dei cambiamenti climatici, tra i promotori della Campagna – Se si vuole raggiungere l’obiettivo di Parigi di contenere l’aumento della temperatura globale ‘ben al di sotto di +2 °C’, ci deve essere un’accelerazione in tutto il mondo della transizione verso una crescita e uno sviluppo a basse emissioni. Questo deve avvenire allo stesso tempo con la crescita e lo sviluppo delle infrastrutture globali che probabilmente raddoppieranno nei prossimi due decenni. Un ritardo aumenterà il rischio di rimanere lungo un percorso a alto tenore di carbonio che renderà gli obiettivi dell’Accordo di Parigi molto più difficili e più costosi da realizzare. La leadership dei Governi e delle imprese nazionali e locali nel corso dei prossimi tre anni, può metterci sulla strada giusta per avere un mondo più sicuro e più prospero. Si riconosce sempre più in tutto il mondo che potenzialmente ci sono grandi e interessanti guadagni per la crescita e la prosperità tramite un nuovo percorso a basse emissioni di carbonio, ma è prioritaria l’urgenza di un’accelerazione“.