Territorio e paesaggio

Frane e alluvioni: 7 milioni abitanti a rischio nell’88% dei comuni italiani

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Supera i 7 milioni il numero degli abitanti residenti in aree a rischio frane e alluvioni (12% del totale), dei quali oltre 1 milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (P3 e P4), mappate nei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) e quasi 6 milioni vivono in zone alluvionabili classificate a pericolosità idraulica media P2 con un tempo di ritorno fra 100 e 200 anni (perimetrate nell’ambito della Direttiva Alluvioni)”.

Sono questi alcuni dati emersi dal Convegno “Frane e Alluvioni in Italia: le mappe dell’ISPRA e la nuova piattaforma web di #italiasicura”, svoltosi il 2 marzo 2016 a Roma presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel corso del quale l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha presentato  il primo Rapporto “Dissesto Idrogeologico in Italia” che fornisce una conoscenza completa e attuale sulla pericolosità da frana idraulica e di erosione costiera dell’intero territorio nazionale e contiene indicatori di rischio relativi a popolazione, imprese, beni culturali e superfici artificiali, di grande rilevanza per la programmazione degli interventi strutturali e non strutturali di mitigazione del rischio nel Paese.

Il dissesto idrogeologico costituisce un tema di particolare rilevanza a livello nazionale a causa degli impatti sulla popolazione, sulle infrastrutture lineari di comunicazione e sul tessuto economico e produttivo. L’Italia, per la sua conformazione geologica, geomorfologica e idrografica, è naturalmente predisposta ai fenomeni di dissesto. L’intensa urbanizzazione, avvenuta dal dopoguerra ad oggi senza tener conto delle aree a rischio idrogeologico ed idraulico, unita ai fenomeni come eventi pluviometrici estremi,  piene improvvise anche in area urbana, o colate rapide di fango dovuti all’evoluzioni in atto del clima hanno  portato un considerevole aumento degli elementi esposti e vulnerabili e quindi del rischio.  La conoscenza dei fenomeni di dissesto, in termini di distribuzione territoriale e di pericolosità, è un passo fondamentale per programmare adeguate politiche di mitigazione del rischio.

Il Rapporto, redatto nell’ambito dei propri compiti istituzionali di raccolta, elaborazione e diffusione dei dati in materia di difesa del suolo e dissesto idrogeologico e delle attività di supporto scientifico e tecnico svolte nella Struttura di Missione di Palazzo Chigi #italiasicura, costituisce uno strumento fondamentale per la programmazione degli interventi strutturali e non strutturali di mitigazione del rischio e delle politiche di coesione nel Paese.
Condividere le informazioni sul dissesto e sulle infrastrutture idriche è l’obiettivo della nuova piattaforma cartografica web di #italiasicura e sul Geoportale ISPRA.

In totale, sono 7.145 (esattamente l’88,3%), i comuni a rischio frane e/o alluvioni: di questi, 1.640 hanno nel loro territorio solo aree ad elevata propensione a fenomeni franosi, 1.607 solo quelle a pericolosità idraulica, mentre in 3.898 coesistono entrambi i fenomeni.
Sette le regioni con il 100% dei comuni a rischio idrogeologico: Valle D’Aosta, Liguria, Emilia – Romagna, Toscana, Marche, Molise e Basilicata. A queste, si aggiungono Calabria, Provincia di Trento, Abruzzo, Piemonte, Sicilia, Campania e Puglia con una percentuale di comuni interessati maggiore del 90%. Sono, invece, 51 le province con il 100% dei comuni a rischio per frane e inondazioni.
I livelli elevati di pericolosità da frana e quelli medi per la pericolosità idraulica, riguardano il 15,8% del territorio nazionale, per una superficie complessiva di 47.747 km2.

In Italia, quasi 80.000 unità locali di imprese (circa l’1,7%) si trovano in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata per un totale di oltre 200.000 addetti a rischio.  Le regioni con il numero più alto di unità locali a rischio sono Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte.
Esposte, invece, al pericolo inondazione nello scenario medio, 576.535 unità, per un totale di oltre 2 milioni di addetti. Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Liguria e Lombardia, sono le regioni con il numero più elevato di imprese vulnerabili al fenomeno idraulico.

I Beni Culturali architettonici, monumentali e archeologici potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono 34.651 (18,1% del patrimonio totale), dei quali oltre 10.000 rientrano in aree a pericolosità elevata e molto elevata.
Nello scenario di pericolosità media delle alluvioni ricadono circa 29.000 monumenti, mentre oltre 40.000 sono i beni culturali a rischio nello scenario relativo a eventi estremi P1 (meno probabili, ma più intensi). Le regioni con il numero più alto di beni a rischio nello scenario medio, sono Emilia-Romagna, Veneto, Liguria e Toscana. Tra i comuni, spiccano le città d’arte di Venezia, Ferrara, Firenze, Ravenna e Pisa. Si aggiunge Roma, invece, se consideriamo lo scenario a scarsa probabilità di accadimento.

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