Cibo e alimentazione

Crisi alimentari: in crescita nel 2024 i livelli di fame acuta

Il Rapporto globale sulle Crisi Alimentari 2025 del Food Security Information Network (FSIN) e pubblicato dalla Rete Globale contro le Crisi Alimentari (GNAFC), un’alleanza internazionale di Nazioni Unite, Unione Europea, Agenzie governative e non governative che lavorano insieme per affrontare le crisi alimentari, rileva che per il quinto anno consecutivo è cresciuto il livello di insicurezza alimentare, e con il protrarsi della situazione della Striscia di Gaza, anche nel 2025 continuerà a salire. 

Nel mondo oltre 295 milioni di persone in 53 Paesi e territori dei 65 selezionati hanno sperimentato livelli elevati di malnutrizione nel 2024, con un aumento di 14 milioni rispetto all’anno precedente, in crescita per il sesto anno consecutivo con un peggioramento che ora si attesta al 22,6% della popolazione valutata per effetto di una migliore copertura sui contesti di crisi alimentare, mentre il numero di persone che hanno affrontato livelli catastrofici di fame ha raggiunto un livello record.

È quanto rivela il “Global Report on Food Crises 2025” (GRFC) lanciato il 16 maggio 2025 nel corso di una Conferenza stampa di alto livello, frutto della collaborazione tra Agenzie delle Nazioni Unite, organismi intergovernativi regionali, donatori, organizzazioni tecniche e cluster, che lavorano insieme per fornire analisi basate sul consenso che orientino interventi umanitari e di sviluppo efficaci.

La pubblicazione coordinata dal Food Security Information Network (FSIN) a supporto del Global Network Against Food Crises (GNAFC), fornisce un’analisi approfondita delle crisi alimentari e nutrizionali a livello globale, regionale e nazionale, esamina la sicurezza alimentare acuta e la malnutrizione tra le popolazioni residenti e quelle sfollate, presenta le cause immediate e profonde delle crisi alimentari e nutrizionali e analizza le tendenze nell’insicurezza alimentare acuta.

Il Rapporto evidenzia che conflitti, shock economici, eventi climatici estremi e sfollamenti forzati continuano a causare insicurezza alimentare e malnutrizione in tutto il mondo, con conseguenze catastrofiche su molte regioni già fragili.

Nel 2024, oltre 295 milioni di persone in 53 paesi e territori hanno sofferto di fame acuta, con un aumento di 13,7 milioni rispetto al 2023. Desta grande preoccupazione il peggioramento della prevalenza dell’insicurezza alimentare acuta, che ora si attesta al 22,6% della popolazione valutata. Questo è il quinto anno consecutivo in cui questa percentuale si mantiene al di sopra del 20%.

Il numero di persone che si trovano ad affrontare una fame catastrofica (IPC/CH fase 5) è più che raddoppiato nello stesso periodo, raggiungendo 1,9 milioni di individui, il numero più alto mai registrato da quando il GRFC ha iniziato a monitorarla nel 2016.

La malnutrizione, in particolare tra i bambini, ha raggiunto livelli estremamente elevati, anche nella Striscia di Gaza, in Mali, in Sudan e nello Yemen. Quasi 38 milioni di bambini sotto i cinque anni hanno sofferto di malnutrizione acuta in 26 crisi nutrizionali.

Il rapporto evidenzia anche un forte aumento della fame causato dagli sfollamenti forzati, con circa 95 milioni di persone costrette a spostarsi, tra cui sfollati interni, richiedenti asilo e rifugiati, che vivono in Paesi che affrontano crisi alimentari come la Repubblica Democratica del Congo, la Colombia, il Sudan e la Siria, su un totale globale di 128 milioni di persone costrette a spostarsi.

Il messaggio è chiaro – scrive nella prefazione il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres – La fame e la malnutrizione si stanno diffondendo più velocemente della nostra capacità di risposta, eppure, a livello globale, un terzo di tutto il cibo prodotto viene perso o sprecato. Alle crisi di lunga data si aggiunge ora un’altra, più recente: la drastica riduzione dei finanziamenti umanitari salvavita per rispondere a questi bisogni. Questo è più di un fallimento dei sistemi: è un fallimento dell’umanità. La fame nel XXI secolo è indifendibile. Non possiamo rispondere a stomaci vuoti con mani vuote e voltando le spalle. Governi, imprese e decisori devono prestare attenzione ai chiari avvertimenti contenuti in questo rapporto. Dobbiamo mobilitare finanziamenti, innovazioni e solidarietà globale per costruire il futuro di sicurezza alimentare e resilienza climatica di cui ogni persona, ovunque, ha bisogno e merita. Il commercio deve diventare un motore della sicurezza alimentare, non un ostacolo. Abbiamo bisogno di sistemi commerciali equi, trasparenti e resilienti che garantiscano che il cibo possa circolare in modo efficiente, soprattutto durante le crisi. Il Patto delle Nazioni Unite per il Futuro, adottato nel settembre 2024, dà nuovo impulso alla lotta contro la fame, contribuendo a costruire sistemi alimentari più resilienti, inclusivi e sostenibili per tutti”.

Il Dashboard che tieni traccia del numero globale di persone che vivono livelli elevati di insicurezza alimentare acuta, classificate in Crisi o peggio (IPC/CH Fase 3 o superiore), che combina le ultime analisi de Integrated Food Security Phase Classification ( IPC)  e del Cadre Harmonisé (CH), fornendo una visualizzazione visiva in tempo reale del numero totale di persone in ciascuna fase IPC/CH in 32 Paesi.

I principali fattori scatenanti dell’insicurezza alimentare acuta e della malnutrizione
– I conflitti
 rimangono la principale causa di insicurezza alimentare acuta, colpendo circa 140 milioni di persone in 20 paesi e territori. La carestia è stata confermata in Sudan, mentre altre zone calde con livelli catastrofici di insicurezza alimentare acuta includono la Striscia di Gaza, il Sud Sudan, Haiti e Mali.
– Gli shock economici,
 tra cui inflazione e svalutazione della moneta, hanno causato la fame in 15 Paesi, colpendo 59,4 milioni di persone, ovvero quasi il doppio dei livelli pre-COVID-19, nonostante un modesto calo rispetto al 2023. Alcune delle crisi alimentari più grandi e prolungate sono state causate principalmente da shock economici, tra cui quelle in Afghanistan, Sud Sudan, Repubblica Araba Siriana e Yemen.

– Gli eventi meteorologici estremi, in particolare le siccità e le inondazioni causate da El Niño, hanno spinto 18 paesi in crisi alimentari, colpendo oltre 96 milioni di persone, con ripercussioni significative nell’Africa meridionale, nell’Asia meridionale e nel Corno d’Africa.

Secondo le previsioni del GRFC, gli shock legati alla fame probabilmente persisteranno per tutto il 2025, poiché il Global Network prevede la riduzione più significativa dei finanziamenti umanitari per le crisi alimentari e nutrizionali nella storia del rapporto.

Appello per interrompere il ciclo delle crisi alimentari
L’insicurezza alimentare acuta e la malnutrizione hanno raggiunto livelli record, ma i finanziamenti globali stanno registrando il calo più rapido degli ultimi anni e lo slancio politico si sta indebolendo.

Per interrompere il ciclo di fame e malnutrizione in aumento è necessario un deciso cambio di rotta, che dia priorità ad azioni basate sull’evidenza e mirate all’impatto. Ciò significa mettere in comune le risorse, ampliare ciò che funziona e mettere i bisogni e le voci delle comunità colpite al centro di ogni risposta.

Oltre agli aiuti di emergenza, la Rete globale contro le crisi alimentari raccomanda di investire nei sistemi alimentari locali e nei servizi nutrizionali integrati per affrontare le vulnerabilità a lungo termine e rafforzare la resilienza agli shock, soprattutto nelle regioni soggette a crisi, dove il 70% delle famiglie rurali dipende dall’agricoltura per il sostentamento e la sussistenza.

Come ogni altra organizzazione umanitaria, il WFP sta affrontando gravi carenze di bilancio che hanno costretto a tagli drastici ai nostri programmi di assistenza alimentare – ha affermato Cindy McCain, Direttrice esecutiva del World Food Programme (WFP) – Milioni di persone affamate hanno perso, o perderanno presto, l’ancora di salvezza che forniamo. Abbiamo sperimentato e testato soluzioni alla fame e all’insicurezza alimentare. Ma abbiamo bisogno del supporto dei nostri donatori e partner per implementarle“.

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