Uno Studio condotto da un team di scienziati di Università britanniche ha quantificato per la prima volta i costi e potenzialità della Enhanced Rock Weathering ovvero della tecnica di cospargere la polvere di roccia sui terreni agricoliper valutare quale contributo potrebbe portare agli sforzi di decarbonizzazione al 2050 della Gran Bretagna.
Spargere polvere di roccia sui terreni agricoli del Regno Unito potrebbe trattenere ogni anno da 6 a 30 milioni di tonnellate di anidride carbonica presente in atmosfera, contribuendo al 45% degli sforzi di riduzione net zero al 2050 del Paese, dimezzando i costi rispetto alle altre opzioni di rimozione della CO2 e riducendo l’uso di fertilizzanti.
È il risultato dello Studio “Substantial carbon drawdown potential from enhanced rock weathering in the United Kingdom”, pubblicato su Nature Geoscience il 25 aprile 2022 e condotto da scienziati di Università britanniche coordinate dal Leverhulme Center for Climate Change Mitigation, School of Biosciences dell’Università di Sheffield.
L’approccio dell’utilizzo della polvere di roccia da spargere su vaste aree fa parte di un insieme di proposte (Enhanced Weathering) per rimuovere l’anidride carbonica (CDR) attraverso reazioni chimiche accelerate di alterazione naturale dei silicati e delle rocce carbonatiche che consumano e assorbono la CO2 dall’atmosfera.
La novità dello Studio è che quantifica costi e potenzialità di questa tecnica qualora fosse applicata nello specifico in Gran Bretagna, quale contributo dell’impegno del Paese alla decarbonizzazione al 2050. Secondo gli autori, la Commissione per i Cambiamenti Climatici (CCC) che fornisce la consulenza indipendente al Governo britannico sui cambiamenti climatici e sui bilanci del carbonio, nel suo ultimo rapporto sulla Strategia per l’obiettivo net-zero ha trascurato questa opzione perché richiedeva ulteriori ricerche.
Lo studio dell’Università di Sheffield indica che il miglioramento degli agenti atmosferici è paragonabile ad altre opzioni sul tavolo e presenta notevoli vantaggi collaterali per la produzione alimentare del Regno Unito e la salute dei suoli.
Secondo gli autori, l’aggiunta di polvere di roccia ai suoli agricoli del Regno Unito potrebbe rimuovere tra i 6 e i 30 milioni di tonnellate di anidride carbonica (CO2) dall’atmosfera ogni anno entro il 2050, con costi di circa 200 sterline (238 euro) per tonnellata, rendendo la tecnica altamente competitiva rispetto ad altre opzioni di rimozione del biossido di carbonio.
La ricerca, inoltre, indica altri sostanziali co-benefici che includono la mitigazione del protossido di azoto (N2O), il terzo gas serra più importante, e la diffusa inversione dell’acidificazione del suolo causata dall’agricoltura intensiva.
C’è da osservare che già oggi, molti agricoltori aggiungono g polvere di calcare ai suoli per ridurre l’acidificazione dei terreni e l’aggiunta di altra polvere di roccia migliorerebbe anche la fertilità e la resa dei raccolti, con benefici economici oltre che avere effetti ambientali positivi, compensando i costi di implementazione ed evitando l’importazione di fertilizzanti i cui costi sono aumentati notevolmente a seguito dell’interruzione delle esportazione a seguito della guerra in Ucraina.
“Quantificando il potenziale di rimozione del carbonio e i co-benefici della modifica delle colture con roccia frantumata nel Regno Unito – ha affermato Euripides Kantzas del Leverhulme Center for Climate Change Mitigation dell’Università di Sheffield e principale autore dello Studio – forniamo un progetto per l’implementazione di una migliore alterazione degli agenti atmosferici delle rocce a livello nazionale, aggiungendo alla cassetta degli attrezzi soluzioni per l’economia a emissioni zero“.
Gli autori dello studio sottolineano che è necessaria l’accettazione della società, dalle comunità locali alle imprese agricole. Mentre le operazioni minerarie per la produzione della polvere di roccia basaltica (il basalto è la roccia migliore per catturare la CO2 e molte miniere già producono polvere di questa roccia effusiva vulcanica) genereranno ulteriore occupazione e potrebbero contribuire all’agenda di livellamento verso l’alto del Governo britannico, anche se ciò dovrà essere fatto in modi che siano equi e rispettosi delle preoccupazioni della comunità locale.
“Il raggiungimento dei nostri obiettivi di zero netto richiederà cambiamenti diffusi nel modo in cui vengono gestiti agricoltura e suoli nel Regno Unito – ha afermato Nick Pidgeon dell’Understanding Risk Research Group dell’Università di Cardiff, uno dei numerosi co-autori dello Studio – Affinché questa trasformazione abbia successo, dovremo coinvolgere pienamente le comunità rurali e gli agricoltori in questo importante viaggio”.
In copertina: Barbabietole coltivate su suoli cosparsi di polvere basaltica presso una fattoria nel sud-est dell’Inghilterra (Fonte: Università di Sheffield)