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IEA: senza politiche energetiche 4,5 milioni di morti premature all’anno

IEA senza politiche energetiche milioni di morti premature anno

L’Agenzia Internazionale dell’Energia nel suo primo Rapporto dedicato alle correlazioni tra energia e qualità dell’aria evidenzia che con un aumento di appena il 7% degli investimenti nel settore energetico si può avere un netto miglioramento della salute entro il 2040, riducendo di 1,7 milioni di morti premature e di 1,6 milioni all’anno quelle da inquinamento domestico, oltre a tagliare del 50% le emissioni inquinanti.

 Le morti premature da inquinamento atmosferico esterno, attualmente pari a 3 milioni all’anno, saliranno a 4,5 milioni nel 2040, se non interverranno modifiche all’attuale sistema energetico mondiale.

Questo monito, dopo l’allarme dello scorso maggio sulle malattie mortali determinate dai rischi ambientali lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è contenuto nel WEO Special Report “Energy and Air Pollution”, pubblicato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) il 27 giugno 2016.
L’aria pulita è un diritto umano fondamentale che la maggior parte della popolazione mondiale non ha – ha dichiarato il Direttore esecutivo dell’Agenzia, Fatih Birol – Nessun Paese, ricco o povero che sia, può sostenere che la risoluzione del problema dell’inquinamento dell’aria è in via di soluzione. I Governi sono ben lungi dall’essere in grado di agire e di agire adesso come sarebbe necessario. la necessità di agire ora. Comprovate politiche e tecnologie energetiche sono in grado di ridurre l’inquinamento atmosferico in tutto il mondo, apportare benefici per la salute, fornire un accesso più ampia all’energia e migliorare la sostenibilità
Il Rapporto mette in evidenza le correlazioni tra energia, l’inquinamento atmosferico e la salute, individuando i contributi significativi che il settore energetico può dare per frenare la cattiva qualità dell’aria, la quarta più grande minaccia per la salute umana, dopo ipertensione, cattive abitudini alimentari e fumo.
La produzione di energia e il suo utilizzo, per lo più da combustione non regolamentata, scarsamente regolamentata o inefficiente di carburanti, costituiscono le più importanti fonti antropiche di emissioni dei principali inquinanti atmosferici: l’85% del particolato e la quasi totalità degli ossidi di zolfo e ossidi di azoto. Milioni di tonnellate di questi inquinanti vengono rilasciati nell’atmosfera ogni anno da fabbriche, centrali elettriche, automobili, camion e dai quei 2,7 miliardi di persone che ancora usano stufe inquinamenti e combustibili per cucinare (principalmente legno, carbone e altre biomasse).

È pur vero, sottolinea l’IEA, che vi è una crescente attenzione a questo problema e che  dopo la COP21 di Parigi le emissioni globali di tali inquinanti dovrebbero diminuire, ma sussistono troppe differenze a livello regionale. Se le emissioni continuano a diminuire nei Paesi industrializzati e anche in Cina gli ultimi dati confermano che è in corso un declino, viceversa in India, nel Sud-Est asiatico e in Africa stanno aumentando di pari passo con la crescita della domanda di energia.

Le prospettive sulla qualità dell’aria non sono ineluttabili, bensì il risultato di scelte politiche.Per questo motivo l’Agenzia spiega ai Governi che sostenere la politica energetica con un aumento degli investimenti di appena il 7% (scenario Clean Airprodurrà un netto miglioramento della salute entro il 2040, riducendo di 1,7 milioni di morti premature e di 1,6 milioni all’anno quelle da inquinamento domestico, oltre a tagliare del 50% le emissioni inquinanti.
Dobbiamo rivedere il nostro approccio allo sviluppo di energia, in modo che le comunità non siano costrette a sacrificare aria pulita in cambio di crescita economica – ha aggiunto Birol – La strategia dell’Agenzia per un’aria più pulita è semplice: assicurare l’accesso ad attrezzature da cucina ‘pulite’ per 1,8 miliardi di famiglie, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, diminuire le emissioni di CO2 e passare al più presto alle energie rinnovabili”.

Il Rapporto mette in evidenza 3 aree chiave sulle quali dovrebbe concentrarsi l’azione dei Governi:
1. definire un obiettivo a lungo termine ambizioso di qualità dell’aria, a cui tutti i soggetti coinvolti possono iscriversi e rispetto al quale può essere valutata l’efficacia delle varie opzioni di mitigazione dell’inquinamento;
2. mettere in atto un pacchetto di politiche di aria pulita per il settore energetico per raggiungere l’obiettivo a lungo termine, sulla base di un mix di costo-efficacia per il controllo delle emissioni dirette, la regolamentazione e le altre misure, dando il giusto peso ai co-benefici per gli altri obiettivi di politiche energetiche;
3. garantire efficaci controllo, applicazione, valutazione e comunicazione, dal momento chemantenere in rotta una strategia richiede dati affidabili, un focus continuo sul rispetto e miglioramento delle politiche  e un’informazione pubblica tempestiva e trasparente.

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