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Investimenti verdi: strumento di contrasto dei cambiamenti climatici

investimenti verdi

La Commissione UE ha presentato proposte concrete per definire le attività finanziarie sostenibili, stabilire parametri di riferimento a basse emissioni di carbonio e promuovere la consulenza sugli investimenti verdi. Avviata una consultazione per valutare come integrare in maniera efficace considerazioni d’ordine ambientale, sociale e di governance (ESG) nella consulenza fornita dalle imprese di investimento e dai distributori di prodotti assicurativi ai singoli clienti.

Con l’Accordo di Parigi sui Cambiamenti Climatici e l’Agenda ONU al 2030 sullo Sviluppo Sostenibile, l’Unione europea e vari Governi si sono impegnati a favore di un’economia e una società più sostenibili.

Gli attuali livelli di investimento non sono sufficienti a sostenere un sistema economico ecocompatibile e che sia anche in grado di contrastare i cambiamenti climatici e l’esaurimento delle risorse.

Per realizzare gli obiettivi dell’UE per il 2030 definiti dall’Accordo di Parigi servono circa 180 miliardi di euro annui di investimenti extra: per colmare questo divario è indispensabile dirigere più capitale privato verso investimenti verdi, orientati alla sostenibilità.

In tal senso, la Commissione UE con una Comunicazione dell’8 marzo 2018 ha adottato un Piano di Azione per finanziare la crescita sostenibile.

Su quelle proposte, il 22 marzo 2018 la Commissione ha organizzato una Conferenza ad alto livello che ha confermato l’impegno dei leader dell’UE e dei principali attori privati a sostenere i cambiamenti necessari per il sistema finanziario e per quello economico.

Quindi, il 24 maggio 2018 la Commissione ha adottato un Pacchetto legislativo con le prime misure concrete per gli investimenti verdi, dando al settore finanziario dell’UE un ruolo predominante nel conseguimento di un’economia più verde e più pulita.

Dobbiamo investire in progetti che siano compatibili con i nostri obiettivi di decarbonizzazione e con la lotta contro i cambiamenti climatici: è importante non solo per l’ambiente e l’economia, ma anche per la stabilità finanziaria – ha affermato Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per la Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali – Tra il 2007 e il 2016, le perdite economiche imputabili a condizioni atmosferiche estreme sono aumentate dell’86%. Le proposte presentate dimostrano che l’Unione europea è decisa a garantire che i nostri investimenti vadano nella giusta direzione, grazie a misure che mirano a indirizzare il grande potere dei mercati dei capitali verso la lotta contro i cambiamenti climatici e a promuovere la sostenibilità”.

L’importo delle perdite riconducibili a eventi catastrofici e coperte dalle assicurazioni nel 2017 ammonta a 110 miliardi di euro, la cifra più alta mai registrata.
In secondo luogo, molti degli investimenti odierni rischiano di rivelarsi inutili se non si affronta in tempo la realtà del riscaldamento globale.
Infine, si dovrebbe sfruttare al meglio le opportunità commerciali offerte dalle attività economiche sostenibili.

Il settore finanziario dell’UE ha il potenziale di far crescere esponenzialmente la finanza sostenibile e diventare capofila mondiale nel settore degli investimenti verdi. Ciò dovrebbe avere un effetto positivo sulla crescita economica e la creazione di posti di lavoro, oltre a sostenere l’obiettivo dell’Unione dei mercati dei capitali (UMC) di creare un collegamento tra la finanza e le esigenze sia dell’economia europea, sia dell’Agenda dell’UE al 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

Principali caratteristiche delle misure adottate

 Un sistema di classificazione unificato a livello dell’UE (Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council on the establishment of a framework to facilitate sustainable investment): la proposta definisce criteri armonizzati per stabilire se un’attività economica è ecosostenibile. La Commissione individuerà poco a poco le attività che soddisfano tali criteri, tenendo conto delle pratiche e delle iniziative attuali del mercato e avvalendosi della consulenza di un gruppo tecnico di esperti che è al momento in fase di costituzione. Ciò dovrebbe fare chiarezza sulle attività considerate ecosostenibili, per consentire agli operatori economici e agli investitori di prendere decisioni più informate. Potrebbe anche rappresentare un punto di partenza per la definizione di norme tecniche e marchi per i prodotti finanziari sostenibili, preannunciata nel piano d’azione della Commissione sulla finanza sostenibile.

 Obblighi degli investitori e adempimenti informativi (Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council on disclosures relating to sustainable investments and sustainability risks and amending Directive (EU) 2016/2341): la proposta di regolamento introdurrà coerenza e chiarezza sulle modalità con cui gli investitori istituzionali (ad esempio i gestori di patrimoni, le compagnie di assicurazione, i fondi pensionistici e i consulenti finanziari) integrano i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nel loro processo decisionale. Requisiti più precisi saranno definiti tramite atti delegati adottati dalla Commissione in una fase successiva. I gestori di patrimoni e gli investitori istituzionali dovrebbero inoltre dimostrare in che modo i loro investimenti si allineano con gli obiettivi ESG e rendere noto come adempiono agli obblighi previsti.

– Indici per investimenti verdi (Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council amending Regulation (EU) 2016/1011 on low carbon benchmarks and positive carbon impact benchmarks)): le norme proposte creeranno una nuova categoria di indici, comprendente l’indice di basse emissioni di carbonio (cioè la versione “decarbonizzata” degli indici standard) e gli indici di impatto positivo in termini di carbonio. Questo nuovo standard di mercato dovrebbe riflettere l’impronta di carbonio delle imprese e fornire agli investitori maggiori informazioni sull’impatto di un determinato portafoglio di investimenti in termini di emissioni. Mentre l’indice di basse emissioni di carbonio sarebbe basato su un indice standard di “decarbonizzazione”, quello relativo all’impatto positivo permetterebbe a un portafoglio di investimenti di allinearsi meglio con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a meno di 2 °C.

– Una migliore consulenza ai clienti in materia di sostenibilità: la Commissione ha avviato una consultazione per valutare come integrare in maniera efficace considerazioni d’ordine ambientale, sociale e di governance (RSG) nella consulenza fornita dalle imprese di investimento e dai distributori di prodotti assicurativi ai singoli clienti. Si tratta di un’iniziativa propedeutica alla modifica degli atti delegati che attuano la Direttiva relativa ai mercati degli strumenti finanziari (MiFID II) e la Direttiva sulla distribuzione assicurativa (IDD).
Sia la consultazione sugli atti delegati della MIFI II che della IDD si chiuderanno il 21 giugno 2018.

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