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La definizione comune di edificio a energia zero, secondo il DOE degli USA

La definizione comune di edificio a energia zero ZEB

Di fronte al moltiplicarsi di standard per uno ZEB, anche per la mancanza di una chiara e coerente sua definizione, che avrebbe potuto ingenerare confusione nel mercato delle costruzioni sostenibili, limitandone lo sviluppo, il Dipartimento dell’Energia statunitense ha pubblicato, dopo un’ampia consultazione, una sua condivisa accezione.

Come noto, Direttiva 2010/31/UE sulla Prestazione Energetica in Edilizia (Energy Performance Building Directive) ha stabilito che entro il 31 dicembre 2020 gli edifici di nuova costruzione (entro il 31 dicembre 2018 quelli occupati da enti pubblici o di proprietà di questi ultimi) dovrebbero raggiungere lo status NZEB, acronimo di Near Zero Energy Building ovvero “edificio ad altissima prestazione energetica e fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo, coperto in misura molto significativa da fonti rinnovabili, compresa l’energia da rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze”.

Se è vero che la definizione di NZEB rimane volutamente generica perché spetta ai singoli Stati la redazione dei Piani nazionali per l’incremento degli edifici NZEB sulla base dei rispettivi contesti territoriali, tuttavia l’assenza di una definizione condivisa di NZEB ha suscitato perplessità e preoccupazioni circa il moltiplicarsi di standard tra le varie regioni che potrebbero costituire un limite alla diffusione del mercato della progettazione sostenibile.

Anche negli USA, nonostante il numero di edifici ZEB tra il 2012 e il 2014 si sia raddoppiato, la mancanza di chiarezza e di coerenza sulla questione di una definizione chiave è risultata fonte di confusione nel mercato, tanto da spingere il Dipartimento dell’Energia (DOE) degli USA a svilupparne una che fosse comunemente accettata.

Con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Scienze delle Costruzioni, ha avviato per circa un anno e mezzo un ampio processo di coinvolgimento delle parti interessate del settore, che ha permesso loro di pubblicare “A Common Definition for Zero Energy Building”.
Vi si afferma che un edificio ZEB è “un edificio a basso consumo energetico, in cui, da un punto di vista della fonte energetica, la quantità di energia prodotta annualmente è inferiore o uguale all’energia rinnovabile esportata in loco”.

Questa definizione viene applicata anche a:
– campus (gruppo di cantieri in una determinata località che includono sistemi di produzione di energia rinnovabile di proprietà di una determinata organizzazione);
– portfolio (un insieme di cantieri che includono sistemi di produzione di energia rinnovabile di proprietà o affittato da un singolo ente);
– community (gruppo di cantieri in una determinata località che includono sistemi di produzione di energia rinnovabile.

In generale, un edificio a energia zero produce abbastanza energia da fonti rinnovabili per soddisfare le proprie esigenze di consumo energetico annuo, riducendo così l’uso di energie non rinnovabili nel settore dell’edilizia.

La riduzione del consumo energetico in un edificio di nuova costruzione o in una riqualificazione può essere raggiunta in vari modi e utilizzando una serie svariata di mezzi che vanno da una progettazione integrata a soluzioni di retrofit particolarmente efficienti, l’utilizzo di dispositivi per il controllo dei sistemi, l’implementazione di impianti a fonti rinnovabili e via dicendo. È importante però conoscere gli standard da rispettare e le metodologie da seguire per raggiungere dei precisi risultati che possano effettivamente portare gli edifici a non consumare più energia di quanta ne producano.

Il DOE sottolinea che gli edifici che soddisfano questo obiettivo hanno una serie di vantaggi a lungo termine, inclusi i minori impatti ambientali, la riduzione dei minori costi di gestione e manutenzione, una migliore capacità di ripresa a seguito delle interruzioni di corrente e di disastri naturali e una maggiore sicurezza energetica.

Il documento fornisce anche alcune linee guida per la misurazione delle prestazioni energetiche degli edifici, spiegando anche in che modo le definizioni possano essere interpretate ed applicate.

Il settore delle costruzioni e quello dell’energia hanno espresso la propria soddisfazione per l’iniziativa.
Ci complimentiamo con il DOE per il suo continuo lavoro di promozione degli edifici che consumano meno energia – ha dichiarato Elizabeth Chu Richter, Presidente dell’American Institute of Architects (AIA) – Per più di 150 anni, gli architetti associati all’AIA hanno lavorato per far progredire la qualità della vita attraverso la progettazione di edifici per comunità sicure ed efficienti, che proseguirà in futuro per progettare edifici resilienti e sostenibili che riducano la dipendenza della nazione dalle fonti fossili. A tal fine, questo passo compiuto dal DOE è di vitale importanza per l’industria delle costruzioni in particolare e per la nazione in generale”.

Per troppo tempo, l’incertezza su questo aspetto ha costituito una barriera per indirizzare il mercato verso gli edifici Zero Energy – ha osservato a sua volta David Terry, Direttore esecutivo della National Association of State Energy Officials (NASEO) – Questa azione sostiene gli attuali sforzi dell’Ufficio Statale dell’Energia che hanno permesso la costruzione di scuole nel Kentucky, edifici pubblici in Iowa e nuove case in molti Stati, a Zero Energy. Aver definito definizioni standard aiuterà gli Stati e i membri del settore privato ad aumentare il ritmo delle costruzioni con tali caratteristiche”.

Anche con queste azioni si contribuisce al rilancio di un settore che, come quello italiano, ha subito pesanti contrazioni negli ultimi anni.
Ma noi, come strumento per la ripresa dell’edilizia, preferiamo concentrarci sull’abolizione della TASI!

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