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Veneto ADAPT: gli strumenti per la resilienza climatica dei territori

Con la Conferenza finale di presentazione dei risultati e delle Linee guida per la replicabilità del modelloapplicato per lo sviluppo di percorsi di adattamento in Italia, così come in Europa, si è concluso Veneto Adapt, il Progetto europeo finanziato dal Programma UE Life, che ha coinvolto il Veneto Orientale e ha visto lavorare in sinergia le città di Padova, Vicenza, Treviso, l’area metropolitana di Venezia e l’Unione dei Comuni del Medio Brenta (Cadoneghe, Curtarolo, Vigodarzere) con il supporto tecnico di Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, Università IUAV di Venezia e Sogesca srl e la collaborazione di Arpav Veneto.

Crescita delle temperature medie (+0,6 °C nell’ultimo decennio);
incremento della frequenza di fenomeni estremi (come alluvioni, grandine, mareggiate, vento intenso);
aumento delle ondate di calore con conseguenti periodi di siccità: sono solo alcuni degli effetti causati dai cambiamenti climatici registrati negli ultimi anni nel Veneto Centrale, che stanno mettendo a dura prova la resilienza delle città.

I danni correlati a questi fenomeni stanno diventando sempre più ingenti anche in termini di impatto economico. Si tratta di eventi non più così eccezionali, che rappresentano un chiaro avvertimento a considerare il climate change un fattore centrale nelle strategie politiche locali, nazionali ed europee, al fine di mitigarne le conseguenze negative.

Per rispondere a queste sfide è stato avviato nel 2017 il Progetto LIFE Veneto Adapt, attraverso il finanziamento europeo del programma Life 2014-2020, giunto ora alla sua conclusione e i cui risultati sono stati presentati a Padova il 2 dicembre 2021 nel corso della Conferenza finale “Cambiamenti climatici: come affrontarli”.  

Il percorso, durato quattro anni, ha visto lavorare in sinergia le città di Padova (capofila del progetto), Vicenza, Treviso, l’area metropolitana di Venezia e l’Unione dei Comuni del Medio Brenta (Cadoneghe, Curtarolo, Vigodarzere) con il supporto tecnico del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane (A21L), Università IUAV di Venezia e Sogesca srl, e la collaborazione di Arpav Veneto.  Si tratta di un’area in cui vive una popolazione di circa 3,5 milioni di abitanti, ovvero il 72% di tutta la regione, e di un territorio emblematico per la varietà della sua composizione: dalle Alpi al mare, passando per sistemi collinari e grandi pianure, con grandi città produttive e piccoli borghi storici.

Partendo proprio dall’analisi delle vulnerabilità del territorio del Centro Veneto coinvolto, grazie al progetto si sono individuate le possibili azioni di adattamento e si è definito un sistema di monitoraggio strutturato, che hanno consentito di sviluppare un “metodo” per la programmazione di interventi tesi a rendere più resilienti le aree urbane e favorire scelte che mitighino, a diversa scala, gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici.

Il percorso ha coinvolto nelle sue fasi iniziali, con incontri aperti partecipati, anche i diversi stakeholder dei comuni partner (cittadini, associazioni, enti, imprese, istituzioni,…), e via via ha visto la creazione di una rete di scambio e condivisione sempre più allargata con il coinvolgimento di città e realtà italiane ed europee, attraverso la proposta di un “gemellaggio” sui temi dell’adattamento.

Il primo e fondamentale passo del progetto per le Amministrazioni locali è stato il passaggio dal Paes al Paesc, ovvero dalla programmazione di Piani d’azione per l’Energia sostenibile all’attuazione di Piani d’azione per l’Energia sostenibile ed il Clima, come previsto dal Patto dei Sindaci. Grazie aVeneto Adaptnella regione sono stati redatti e approvati ad oggi 32 nuovi Paesc per un totale di circa 750 azioni che puntano alla mitigazione e al contrasto degli effetti dei cambiamenti climatici attraverso l’intervento diretto a risolvere le principali vulnerabilità emerse:
– da un lato, il taglio delle emissioni di CO2, con una previsione di riduzione del 45% entro il 2030, in linea con il nuovo obiettivo UE per rimanere nella traiettoria di decarbonizzazione net zero al 2050, tramite la scelta di fonti di energia non inquinanti e di energia risparmiata grazie all’efficientamento in ambito edile e produttivo;
– dall’altro, tutti quegli interventi che mirano a incrementare la sicurezza dei territori (recupero e sistemazione di argini e fossi, opere idrauliche e di irrigazione ecc.).

Il “metodo Veneto Adapt” e gli strumenti concreti per ottimizzare e rendere più efficace la capacità di risposta dei territori ai fenomeni estremi, sono trascritti in Linee guida replicabili, che i partner hanno presentato, accanto ai risultati complessivi del progetto, che saranno ufficialmente consegnate alla Regione del Veneto e messe a disposizione di tutte le pubbliche amministrazioni, affinché la metodologia ideata dal progetto possa diventare modello applicato per lo sviluppo di percorsi di adattamento in Italia, così come in Europa. Sono già 25 le città che hanno sottoscritto una lettera d’intenti per impegnarsi a seguire le linee guida di Veneto Adapt, tra cui 6 città europee.

Sulla base di delle Linee guida messe a punto dal Progetto, il percorso di cambiamento dal Paes al Paesc deve essere accompagnato da sette azioni qualificanti:
aggiornamento del Regolamento edilizio comunale per favorire la realizzazione di interventi di adattamento del patrimonio immobiliare comunale, pubblico e privato (tetti e pareti verdi, superfici permeabili/drenanti, raccolta acque meteoriche, progettazione resiliente degli spazi pubblici e privati);
riduzione della vulnerabilità idraulica (es. aggiornamento del Piano delle Acque in uno scenario di aumento rilevante della pericolosità);
revisione del Piano di Protezione civile (prevedere scenari legati al rischio di ondate di calore urbano, focalizzando l’attenzione sulla popolazione e sugli strumenti d’informazione e di gestione del rischio),
 – forestazione urbana (piantumazione programmata in termini di aree, quantità e specie),
istituzione della figura del Resilience Manager all’interno dell’amministrazione (con compiti di coordinamento e promozione delle azioni di adattamento e mitigazione);
monitoraggio costante delle principali variabili meteoclimatiche e dei fenomeni climatici estremi (alla luce della collaborazione con Arpav, ogni Comune del Veneto disporrà di serie climatiche aggiornate su base biennale, che con adeguato monitoraggio consentirà di orientare in modo più efficace gli interventi di adattamento);
interventi di raffreddamento in ampie superfici pavimentate superiori ai mille metri quadrati (uso di ombreggiature, pavimentazioni fredde, pavimentazioni drenanti e impiego di vegetazione di varie altezze).

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