Energia

Trilemma energetico: è la sicurezza energetica la priorità del 2023

Secondo l’ultima ricerca sulle prospettive delle industrie energetiche di DNV, basato su un sondaggio tra 1.300 professionisti senior del settore, integrate da interviste approfondite con leader ed esperti, le preoccupazioni per la sicurezza energetica superano quelle per l’energia pulita e accessibile nell’elenco delle priorità del trilemma energetico che, per le aziende energetiche a livello globale, non si risolverà il trilemma nel prossimo decennio.

I professionisti dell’energia danno priorità all’energia sicura nell’ambito del trilemma, seguita dall’energia pulita e poi da quella accessibile.
Meno della metà dell’industria è fiduciosa nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e climatici, nonostante i progressi della transizione.
La maggioranza del settore delle energie rinnovabili ritiene che le preoccupazioni per la sicurezza energetica porteranno ad un aumento degli investimenti.
Il settore dell’energia indica in modo preponderante l’urgente necessità di maggiori investimenti nella rete.
La metà dei professionisti del settore oil & gas prevede un aumento degli investimenti nel gas per il prossimo anno.

Sono gli highlights della ricerca Trilemma and Transition: The momentum to break barriers” l’ultima edizione annuale sulle prospettive del settore energetico pubblicata il 1° marzo 2023da DNV, tra i principali Enti di certificazione a livello mondiale e Società di consulenza aziendale per i settori Energia, Petroli & Gas e Assicurazioni, che ha analizzato le opinioni di oltre 1.300 professionisti senior dell’industria energetica, sulla base di un sondaggio condotto tra dicembre 2022 e gennaio 2023. In aggiunta, si sono effettuate di interviste approfondite con i leader del settore.

Trilemma” è l’insieme dei 3 aspetti fondamentali su si basa il concetto di “sostenibilità energetica”:
– la sicurezza energetica (Energy Security), la gestione effettiva dell’approvvigionamento di energia primaria proveniente da fonti nazionali ed estere, l’affidabilità delle infrastrutture energetiche e la capacità delle imprese che forniscono energia di incontrare l’attuale e futura domanda;
– l’equità energetica (Energy Equity), ovvero l’accessibilità, la qualità e la disponibilità di rifornimenti energetici fra la popolazione;
– la mitigazione degli impatti ambientali (Environmental sustainability), vale a dire la quantità delle emissioni e l’intensità energetica, lo sviluppo del rifornimento energetico da rinnovabili e da altre fonti a basse emissioni.

Secondo il sondaggio, nel 2023 la sicurezza energetica sarà al centro dell’attenzione dei settori oil & gas e dell’energia elettrica; gli operatori del settore delle energie rinnovabili mantengono la loro attenzione focalizzata sull’energia pulita; i consumatori industriali di energia sono in contrasto con i loro fornitori e partner che danno la priorità a un’energia accessibile e conveniente.

Le risposte alla domanda: “A quali aspetti del trilemma energetico dovrebbe dare priorità l’industria energetica nel prossimo anno?”

Soltanto il 39% dei professionisti dell’energia è fiducioso rispetto al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e climatici, ma al contempo i progressi nella transizione energetica costituiscono il loro principale fattore di fiducia per il 2023 e la maggioranza ritiene che la transizione energetica stia assistendo ad un’accelerazione.

La risoluzione del trilemma dell’energia è considerata dall’industria energetica un obiettivo a lungo termine, secondo la ricerca. Pochi operatori del settore (17%) ritengono che nel prossimo decennio la transizione fornirà energia sicura, pulita e a prezzi accessibili a tutte le parti del sistema energetico del rispettivo Paese di appartenenza. La maggior parte (41%) ritiene che questo obiettivo sarà raggiunto tra 10-20 anni, mentre il 32% ritiene che questo risultato cruciale della transizione energetica non potrà essere raggiunto prima del 2040. Le previsioni sono generalmente condivise in tutte le regioni; soltanto i professionisti dell’energia del Nord America sono leggermente più prudenti rispetto alle tempistiche.

“Il trilemma dell’energia sarà al centro dell’attenzione nel 2023, poiché il sistema energetico è in difficoltà su tutti e tre gli aspetti – ha dichiarato Ditlev Engel, CEO, Energy Systems di DNV – L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha ricordato al mondo quanto possa essere fragile la sicurezza energetica; le centrali a carbone vengono riaccese mentre i progetti di energie rinnovabili sono sotto pressione, come i consumatori di energia per il costo dell’energia. Anche il trilemma vive una fase di transizione. In un anno complesso e difficile per l’industria energetica, vediamo che il trilemma porta a priorità contrastanti. Ma in un sistema energetico decarbonizzato, la sostenibilità energetica, l’accessibilità economica e la sicurezza vanno tutte nella stessa direzione e il settore pubblico e privato possono risolvere il trilemma con un nuovo approccio alla scalabilità e all’implementazione”.

Circa l’80% dei professionisti del settore delle energie rinnovabili ritiene che le preoccupazioni per la sicurezza energetica porteranno a un aumento degli investimenti nelle energie rinnovabili nel prossimo anno, mentre la maggioranza (61%) dei professionisti del settore energetico afferma che la propria azienda potrà fare maggiori profitti, migliorando la sostenibilità.

Al contrario, un anno di profitti record per l’industria petrolifera e del gas ha ridefinito il concetto di profitto accettabile per il settore. Nel 2022, il 52% dei dirigenti del settore petrolifero e del gas ha dichiarato che la propria organizzazione avrebbe ottenuto profitti accettabili se il prezzo del petrolio fosse stato compreso mediamente tra 40 e 50 dollari al barile. Soltanto il 39% la pensa allo stesso modo rispetto al prossimo anno. La metà degli intervistati del settore petrolifero e del gas (53%) afferma che la propria organizzazione aumenterà gli investimenti nel gas nel 2023, con un incremento di otto punti percentuali rispetto all’anno precedente. Circa il 43% dell’industria petrolifera e del gas prevede di aumentare gli investimenti nel settore, con un incremento di nove punti percentuali. Le aziende del settore petrolifero e del gas stanno rallentando il loro spostamento verso settori diversi da quello degli idrocarburi e la loro attenzione alla decarbonizzazione rispetto al 2022.

Nel 2023, l’industria energetica nel suo complesso prevede un aumento degli investimenti in fonti e vettori di energia pulita. La metà dei professionisti dell’energia prevede che la propria organizzazione investirà in idrogeno/ammoniaca a basse emissioni di carbonio (52%) e percentuali analoghe in eolico (49%) e solare (46%). Più di un terzo prevede che la propria organizzazione aumenterà gli investimenti nella cattura e nello stoccaggio del carbonio (CCS). Per quanto riguarda le tecnologie abilitanti, sei intervistati su dieci affermano che la loro organizzazione sta aumentando gli investimenti nell’efficientamento energetico e nella digitalizzazione, mentre la metà del settore sta investendo nelle tecnologie di stoccaggio dell’energia.

Risposte alla domanda: “Prevedi che la tua organizzazione aumenti o diminuisca l’investimento/l’attenzione nelle seguenti fonti energetiche nel prossimo anno?”. Le percentuali mostrate riflettono la proporzione che ha selezionato “aumenta”.

“La transizione energetica ha subito un’accelerazione a causa di una pandemia e di una crisi energetica, e questo ha lasciato i mercati impegnati a tenere il passo, attraverso i sistemi di trasmissione e distribuzione, le catene di approvvigionamento, le autorizzazioni e le licenze, i finanziamenti, le infrastrutture e la forza lavoro – ha aggiunto Engel – Nei prossimi anni potremmo assistere a un rallentamento della riduzione dei combustibili fossili, ma potenzialmente anche a una flessione della diffusione dell’energia pulita, se non si supereranno le barriere. I governi e i responsabili politici devono farsi avanti e rimuovere gli ostacoli che si frappongono all’implementazione, e tutti gli operatori del settore energetico devono spingere per la transizione“.

La ricerca di DNV rileva segnali che indicano la presenza di ostacoli che potrebbero rallentare il ritmo della transizione energetica nel prossimo anno, ma lo slancio per rompere queste barriere sta crescendo man mano che le società sentono sempre più gli effetti delle crisi climatiche ed energetiche e che i colli di bottiglia si acutizzano nel rallentare i progressi.

L’intero settore energetico concorda sull’urgente necessità di maggiori investimenti nella rete, mentre soltanto un quinto del settore delle energie rinnovabili afferma che l’attuale pianificazione della capacità di trasmissione è sufficiente per consentire l’espansione delle energie rinnovabili.

Tre quarti del settore energetico afferma che i problemi della catena di approvvigionamento stanno rallentando la transizione, mentre meno della metà del settore (44%) prevede un miglioramento significativo della disponibilità di materie prime entro il 2023.

Per il settore delle rinnovabili, la mancanza di sostegno politico/governativo e i problemi legati alle autorizzazioni sono i maggiori ostacoli alla crescita, e una forte maggioranza (88%) afferma che accelerare le autorizzazioni e le licenze è fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici.

Risposte alla domanda “In che misura sei d’accordo o in disaccordo con quanto segue?”. Le percentuali riflettono l’accordo netto (cioè moderatamente + fortemente d’accordo)

Circa il 40% delle aziende energetiche a livello globale riscontra sempre più difficoltà nell’ottenere finanziamenti a prezzi ragionevoli per i progetti. A livello regionale, l’accesso ai finanziamenti è più facile per le organizzazioni del Nord America e dell’Europa. Per quanto riguarda i settori, quasi la metà delle aziende elettriche (47%) e il 62% dei consumatori industriali di energia hanno sempre più difficoltà a ottenere finanziamenti

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