Le principali Associazioni ambientaliste hanno rivolto al Governo italiano 10 Raccomandazioni per il settore dei trasporti nel Piano nazionale integrato Energia e Clima al 2030.
Stop ai veicoli diesel e benzina; nuovi obiettivi per la mobilità sostenibile; elettrificazione dei mezzi di trasporto; eliminazione dei sussidi dannosi per l’ambiente: sono queste alcune delle Raccomandazioni che un nutrito gruppo di associazioni (Legambiente, WWF Italia, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Cittadini per l’Aria e Transport & Environment) ha rivolto al Governo italiano, con l’obiettivo di innalzare l’ambizione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) al 2030.
Nei giorni scorsi la Commissione UE ha valutato le proposte di PNEC presentate dagli Stati membri secondo quanto previsto dalla Governance Unione dell’Energia, ed ha espresso un giudizio sulla proposta dell’Italia sostanzialmente positivo, chiedendo tuttavia di introdurre strumenti attuativi per la decarbonizzazione del settore trasporti.
Peraltro, secondo uno Studio presentato lo scorso giugno da Transport & Environment, ONG con sede a Bruxelles che raggruppa varie organizzazioni e associazioni europee che operano nel settore ambientale per promuovere il trasporto sostenibile, che ha preso in esame specificamente le misure di riduzione delle emissioni del settore trasporti dei PNEC dei 28 Paesi membri, l’Italia occupa il 17° posto nella classifica stilata per valutare il grado di allineamento dei settori trasporti per raggiungere i propri obiettivi di riduzione delle emissioni, penalizzata dai forti investimenti previsti sul gas naturale e la mancanza di una strategia per ridurre il consumo di biodiesel a base di prodotti agricoli e alimentari.
“Il gas è il grande protagonista, e il settore dei trasporti non fa eccezione – ha osservato Luca Iacoboni, responsabile della Campagna Clima di Greenpeace Italia – Lo sviluppo dei veicoli puramente elettrici rimane minoritario, mentre la mobilità a gas riveste un ruolo importante. Serve decisamente più ambizione per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici”.
Se si vuol agire in modo efficace sul clima e invertire la rotta dei cambiamenti climatici, è necessario agire sui trasporti con azioni concrete e mirate per la decarbonizzazione di questo settore che in Italia, come nell’UE, è responsabile del 28% delle emissioni totali.
“Considerata la gravità degli impatti sociali, economici e ambientali dovuti al settore trasporti italiano, il peso emissivo di tale settore, la centralità che esso detiene nel processo di urgente decarbonizzazione dell’economia – si legge nella nota stampa delle Associazioni – si è ritenuto importante fare uno sforzo al fine di segnalare alle autorità alcune azioni prioritarie e comuni da inserire nello PNIEC 2030 per i Trasporti”.
La strategia prevista è troppo ancorata al passato, e non tiene conto della necessità di ridurre, comunque, il parco auto circolante. Il Rapporto nazionale sulla Sharing mobility, presentato la settimana scorsa nel corso della Conferenza nazionale, ha confermato che gli italiani sono pronti a questa rivoluzione: sono oltre 5 milioni quelli che usufruiscono dei 363 servizi attivi in Italia.
“Chi pensa di difendere l’industria nazionale fermando queste innovazioni è fuori del tempo e condanna il sistema manufatturiero italiano – ha sottolineato Edoardo Zanchini, Vicepresidente di Legambiente – Chiediamo al Governo italiano di proporre un piano per la transizione che permetta alle imprese di programmare gli investimenti, coordinata con gli altri Paesi europei per arrivare a non vendere più auto a combustione interna, e per tornare a rilanciare gli investimenti industriali nella mobilità innovativa”.