Economia e finanza Sostenibilità

Transizione ambiziosa, giusta e sostenibile: un Decalogo condiviso

convegno giusta transizione

Al Convegno organizzato da CGIL-CISL-UIL nell’ambito del Festival per lo Sviluppo Sostenibile, è stato presentato un Manifesto prodotto da Sindacati, Imprese e Associazioni ambientaliste con le 10 Linee guida per una transizione sostenibile non solo ambientale, ma anche economica e sociale.

Nell’ambito del Festival per lo Sviluppo Sostenibile, all’interno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU al 2030 7. Energia pulita e accessibile  e 13. Lotta ai cambiamenti climatici, si è svolto il 31 maggio 2019 a Roma il Convegno “Priorità per una transizione ambiziosa, giusta e sostenibile”, organizzato da Cgil, Cisl e Uil incentrato sulle tematiche quali la giustizia climatica, il finanziamento sostenibile, la trasformazione elettrica dell’energia, i nuovi trasporti e il Piano Energia e Clima.

Nella premessa dell’Accordo di Parigi, sottoscritto dalle Parti a conclusione della COP21, c’è l’impegno a “tener conto degli imperativi di una transizione giusta per la forza lavoro e della creazione di posti di lavoro decorosi e di qualità, in linea con le priorità di sviluppo definite a livello nazionale”.

Il tema della “Giusta Transizione”, è destinato a diventare il punto nodale del dibattito politico globale in corso per il passaggio verso un’economia decarbonizzata per conseguire oltre gli obiettivi climatici, anche quelli Sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030.

All’ultima Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici (COP24) di Katowice (2-15 dicembre 2018)  i Capi di Stato di 53 Paesi, tra cui l’UE, Germania, Francia, Italia, hanno adottato la “Dichiarazione di Slesia per la solidarietà e la giusta transizione” proposta dalla Presidenza polacca della Conferenza, in cui si sottolinea che “affrontare i cambiamenti climatici richiede un cambio di paradigma verso la creazione di economie a basse emissioni di gas serra e società resilienti per tutti, offre opportunità sostanziali e assicura una crescita elevata e uno sviluppo sostenibile, garantendo al tempo stesso una transizione della forza lavoro che crei lavoro dignitoso e di qualità”.

La Dichiarazione è stata accolta favorevolmente dalla Confederazione Sindacale Internazionale (ITUC), secondo la quale con questo documento i lavoratori e i loro sindacati avranno un posto a sedere al tavolo delle trattative e le voci dei lavoratori saranno sentite quando le politiche climatiche saranno sviluppate e implementate.

L’ITUC e le sue organizzazioni sindacali nazionali sue affiliate si sono impegnate a essere partner di una “Giusta Transizione”, per implementarne le politiche a livello nazionale, e a far parte a livello globale del “Forum sull’impatto dell’attuazione delle misure di risposta ai sensi dell’Accordo di Parigi”, istituito alla COP di Katowice.

Come abbiamo sottolineato in altra occasione, la “Giusta Transizionedeve essere percepita come necessaria ed equacon misure di sicurezza sociale per coloro che ne subiscono gli impatti negativi, se si vuole evitare resistenze e contrapposizioni. 

A tal fine, i Governi sottoscrittori della Dichiarazione dovrebbero adottare specifici piani di transizione ovvero investimenti in posti di lavoro verdiriqualificazione dei lavoratorimisure di sicurezza sociale per coloro che non possono essere ricollocati, consultando le organizzazioni dei lavoratori e delle imprese, in linea con le strategie climatiche nazionali.

Tali Piani devono prendere in considerazione tutte le comunità che potrebbero subire impatti negativi dalle misure di transizione, dal settore energetico a quello dell’industria automobilistica, dall’agricoltura all’industria alimentare, salvaguardando in particolare i gruppi più vulnerabili e residenti in specifiche aree regionali, se vogliamo che la Transizione sia giusta per tutti.

Al Convegno di Roma, è stato presentato dal Gruppo di Lavoro “Energia e Clima” dell’ASviS il ManifestoPriorità per una transizione ambiziosa, giusta e sostenibile”, che delinea una strategia di transizione energetica, prodotta per la prima volta congiuntamente da sindacati, imprese e associazioni ambientaliste.
La lotta ai cambiamenti climatici e il rispetto dell’Accordo di Parigi richiedono a tutti i Paesi, indipendentemente dalle condizioni sociali e politiche, il sollecito abbandono delle fonti di energia fossile e la decarbonizzazione definitiva in tutti i settori per la metà del secolo – si legge nell’introduzione – Si tratta di porre mano a cambiamenti dei mezzi e degli stessi fini dello sviluppo che, nel rispetto delle peculiarità nazionali e locali, configurano una transizione che deve essere gestita senza traumi di natura sociale e nel rispetto della giustizia inter ed intra generazionale che è propria dello sviluppo sostenibile e dell’Agenda 2030, sottoscritta all’unanimità nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nello stesso anno dell’Accordo di Parigi e dell’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco”.

Il testo sviluppa 10 Linee guida, sulla base della considerazione che tra cui la considerazione di una sostenibilità non solo ambientale, ma anche “economica e sociale” capace di valorizzare “tutti i potenziali benefici e le sinergie in termini di piena occupazione, di rispetto del diritto alla salute, di prosperità economica, di resilienza ambientale e sociale, nazionale e globale”.

Particolare attenzione viene data inoltre alla giustizia inter e intra generazionale: “La transizione deve essere socialmente giusta e garantire che nessuno sia lasciato indietro, che i possibili impatti siano equamente ripartiti ma con una maggior tutela per le categorie e i soggetti più esposti, adottando misure di compensazione”. E’ inoltre necessario garantire alle generazioni future “il diritto di usufruire nella stessa misura e senza degrado delle stesse risorse naturali e servizi ecosistemici di cui beneficiamo come generazione attuale”.

Questo processo per il suo svolgimento necessita di un’efficiente partecipazione democratica: “nella pianificazione e nelle misure di attuazione della transizione, con il pieno coinvolgimento di cittadini, istituzioni centrali, aziende, enti locali, lavoratori, sindacati, imprenditori, enti finanziari, centri di ricerca, università, associazioni della società civile e comunità”.

Infine, il documento pone l’accento sui temi della contrattazione e della centralità del lavoro, di una programmazione accurata per la decarbonizzazione in tutti i settori, investimenti pubblici e privati, una formazione e ricerca adeguate al cambiamento richiesto, una riforma fiscale ecologica e uno spostamento verso produzioni e consumo sostenibili.

 

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