La Commissione UE ha pubblicato la Relazione sullo stato dell’unione dell’energia 2024, accompagnata da un’ampia gamma di rapporti e allegati che illustrano i progressi compiuti nei diversi settori della politica energetica e climatica, tra cui le schede Paesi, dove in quella per l’Italia si evidenzia il paradosso di un Paese, leader in UE per le tecnologie pulite, che è tra i maggiori consumatori di combustibili fossili.
La Commissione UE ha pubblicato l’11 settembre 2024 la Relazione sullo Stato dell’Unione dell’Energia 2024, che descrive il modo in cui l’UE ha gestito sfide senza precedenti nel panorama della politica energetica durante il suo mandato, dotando l’UE di un quadro normativo per perseguire la transizione verso l’energia pulita e gettando le basi per una crescita economica e una competitività rinnovate.
La relazione viene pubblicata ogni anno per fare il punto sui progressi compiuti dall’UE verso il conseguimento degli obiettivi dell’Unione dell’energia. Mentre la Relazione 2023 si è concentrata sulle sfide e sui risultati conseguiti nel periodo 2020-2023, la relazione di quest’anno fornisce un aggiornamento sul modo in cui l’UE ha agito con successo a fronte di sviluppi e sfide senza precedenti nell’ultimo anno del mandato della Commissione.
“Mentre continuiamo a vivere in tempi turbolenti e abbiamo sfide future, la relazione odierna mostra i progressi senza precedenti che abbiamo compiuto in questo mandato per rafforzare la nostra Unione dell’energia – ha dichiarato Maroš Šefčovič, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, le relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche – Le emissioni di CO2 sono in calo e le energie rinnovabili svolgono oggi un ruolo di primo piano nel nostro sistema energetico. Dovremmo attuare rapidamente il nuovo quadro politico e normativo per far fronte agli elevati prezzi dell’energia e accelerare lo sviluppo delle infrastrutture. Porteremo inoltre con noi gli insegnamenti tratti dall’eccessiva dipendenza da un fornitore e proseguiremo con l’estensione del nostro progetto di acquisto in comune a nuovi prodotti di base, in quanto garantire la competitività industriale sarà fondamentale per il futuro successo economico dell’UE”.
La Commissione UE sottolinea che è stato fondamentale che negli ultimi anni l’UE sia riuscita a resistere ai rischi critici per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, a riconquistare il controllo sul mercato e sui prezzi dell’energia e ad accelerare la transizione verso la neutralità climatica:
– La produzione di energia rinnovabile raggiungendo nuovi traguardi in termini di capacità. Nel primo semestre del 2024 la metà della produzione di energia elettrica dell’UE proveniva da fonti rinnovabili.
– La quota di gas russo nelle importazioni dell’UE è scesa dal 45 % nel 2021 al 18 % nel giugno 2024, mentre le importazioni da partner fidati come la Norvegia e gli Stati Uniti sono aumentate.
– Tra agosto 2022 e maggio 2024 la domanda di gas si è ridotta di 138 miliardi di metri cubi.
– L’UE ha raggiunto il suo obiettivo di stoccaggio del gas per l’inverno del 90 % il 19 agosto 2024, con largo anticipo rispetto alla scadenza del 1º novembre.
– I prezzi dell’energia sono più stabili e rimangono notevolmente al di sotto dei livelli massimi della crisi energetica del 2022.
– Le emissioni di gas a effetto serra dell’UE sono diminuite del 32,5 % tra il 1990 e il 2022, mentre nello stesso periodo l’economia dell’UE è cresciuta di circa il 67 %.
– A livello internazionale, l’UE ha guidato l’iniziativa globale di triplicare la capacità di energia rinnovabile e a raddoppiare i miglioramenti dell’efficienza energetica nell’ambito della transizione verso l’abbandono dei combustibili fossili, che è stata approvata da tutte le parti in occasione della COP28 di Dubai .
In materia di energie rinnovabili sono stati conseguiti importanti risultati: l’energia eolica ha superato il gas per diventare la seconda fonte di energia elettrica dell’UE dopo il nucleare e, nel primo semestre del 2024, le energie rinnovabili hanno generato il 50 % dell’energia elettrica nell’UE. Nel 2022 il consumo di energia primaria dell’UE ha ripreso la tendenza al ribasso, diminuendo del 4,1 %.
Tuttavia, gli sforzi in materia di efficienza energetica dovranno essere ulteriormente intensificati affinché l’UE raggiunga l’obiettivo di riduzione del consumo finale di energia dell’11,7 % entro il 2030. Sono necessari ulteriori miglioramenti, non da ultimo per quanto riguarda l’elettrificazione generale degli impianti di riscaldamento e il tasso di ristrutturazione degli edifici. Sono necessari maggiori sforzi per far fronte al rincaro dei prezzi dell’energia. Ciò è fondamentale per migliorare la competitività dell’industria dell’UE e accelerare gli investimenti nelle reti infrastrutturali integrate europee, che sono essenziali per l’elettrificazione dell’economia europea.
La relazione ricorda che tutti gli Stati membri devono presentare quanto prima i loro piani nazionali aggiornati definitivi per l’energia e il clima (al momento solo 10 Paesi hanno provveduto, tra cui l’Italia), al fine di garantire il conseguimento collettivo degli obiettivi in materia di energia e clima per il 2030. La valutazione delle proposte di aggiornamento dei PNEC pubblicata nel dicembre 2023 mostra che gli Stati membri hanno compiuto un passo nella giusta direzione, ma ciò non è ancora sufficiente per ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 e devono tenere conto delle raccomandazioni della Commissione per i loro piani definitivi.
La Commissione ha pubblicato contestualmente una Relazione sul funzionamento del Regolamento sulla governance dell’Unione dell’Energia e dell’Azione per il Clima che evidenzia come il regolamento stia svolgendo un ruolo importante nel mantenere l’UE sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi per il 2030 rendendo la pianificazione e la rendicontazione più coerenti, integrate e semplici.
In futuro dovranno essere affrontate sfide nuove ed emergenti, quali l’attuale divario di ambizione per quanto riguarda le energie rinnovabili e gli obiettivi di efficienza energetica, l’aumento della povertà energetica, il differenziale di prezzo dell’energia rispetto ad altri concorrenti a livello mondiale e il rischio di nuove dipendenze critiche strategiche, che richiederanno una risposta politica decisiva e un cambiamento di passo negli sforzi a livello dell’UE e degli Stati membri, attraverso un maggiore coordinamento, un’integrazione del mercato e un’azione comune.
La Commissione sottolinea come i produttori dell’UE devono far fronte a una crescente concorrenza nel settore delle tecnologie a zero emissioni nette sui mercati mondiali e nazionali. Nella Relazione si ricorda l’importanza del Net-Zero Industry Act dell’UE e del complementare Critical Raw Materials Act, unitamente alla riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica per far fronte a tali sfide.
La Relazione riconosce inoltre la necessità di basarsi su partenariati con l’industria per accelerare lo sviluppo di tecnologie a zero emissioni nette e rafforzare la base produttiva dell’UE. Le alleanze industriali come l’alleanza europea per le batterie, l’alleanza europea per l’idrogeno pulito, l’alleanza per l’industria solare fotovoltaica, l’alleanza industriale per la catena del valore dei combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio e l’alleanza per i piccoli reattori modulari, svolgeranno un ruolo importante. I dialoghi della Commissione sulla transizione pulita con l’industria e le parti sociali sosterranno l’attuazione del Green Deal europeo.
Con la nuova legislazione sul mercato dell’energia, come la riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica, i più vulnerabili saranno meglio protetti dalla disconnessione. In caso di crisi dei prezzi del gas naturale, gli Stati membri possono introdurre misure per proteggere i consumatori e garantire l’accesso all’energia a prezzi accessibili e ai servizi sociali essenziali. Ciò comprende interventi sulla fissazione dei prezzi al dettaglio per proteggere i consumatori da prezzi eccessivamente elevati.
Tra gli allegati della Relazione, si segnala le Schede per Paese, tra cui ovviamente quella dedicata all’Italia, che mostra come il Paese sia dipendente all’80% dai combustibili fossili nel suo mix energetico, mentre la media dell’UE è del 69%, con le rinnovabili che coprono il restante 20%, mentre “rimane uno dei mercati di punta in UE nella produzione di tecnologie pulite, Riguardo alla capacità produttiva di componenti per il solare fotovoltaico, al solare fotovoltaico, più del 22% di quelli installati sugli edifici sono prodotti da industrie italiane. Tra l’altro, l’Italia è tra i primi due più grandi produttori europei di backsheet e foil […]”.
Nella scheda si coglie anche la sollecitazione all’Italia sulla ristrutturazione edilizia, dando la precedenza agli edifici con le prestazioni energetiche peggiori.