Clima Sostenibilità

“State of the World 2017”: ripensare l’istruzione in un pianeta che cambia

State of the World 2017

L’istruzione – in particolare l’educazione formale – dovrà evolversi per preparare gli studenti alla vita su un Pianeta in continua evoluzione. Alcune priorità non cambieranno molto in questo nuovo contesto: l’alfabetizzazione, l’abilità di calcolo e il multilinguismo saranno competenze che continueranno ad essere altrettanto importanti in futuro come lo sono oggi. Ma nuove priorità educative dovranno emergere: l’eco-alfabetizzazione, l’educazione morale, il pensiero critico e sistemico, per citarne alcune. Senza queste e altre capacità ‘chiave’, i giovani di oggi saranno mal attrezzati per le doppie sfide che dovranno affrontare, incapaci di costruire una società sostenibile e adattarsi ad un Pianeta che cambia“.
Queste motivazioni, espresse nel Capitolo introduttivo dal Direttore di “State of the World“, Erik Assadourian Ricercatore senior presso il Worldwath Institute, chiariscono la scelta del titolo per il SOW 2017: “EarthEd. Rethinking Education on a Changing Planet” (Ripensare l’istruzione in un pianeta che cambia“.

Worldwatch Institute, il centro di ricerca interdisciplinare sui trend ambientali del nostro pianeta fondato nel 1974 da Lester Brown, che ha come obiettivo quello di favorire il passaggio verso una società e una cultura sostenibili in cui dare risposta ai bisogni umani senza minacciare la sopravvivenza dell’ambiente naturale e le prospettive delle generazioni futuri, ha presentato “State of the World 2017” il 20 aprile in streaming dall’Appalachian State University (Boone – North Carolina).
Al Simposio hanno partecipato alcuni dei 63 autori dei 25 capitoli in cui si suddivide il Rapporto che, per l’autorevolezza delle analisi e delle valutazioni condotte ininterrottamente dal 1984 sulle questioni più critiche e problematiche che si sono presentate sulla scena mondiale, è divenuto un classico della letteratura ambientale, dove vengono delineate le conoscenze essenziali di ciò che sta accadendo alla Terra e le soluzioni di cui abbiamo bisogno per sostenere la civiltà.

I capitoli trattano aspetti dell’educazione ambientale tradizionale come l’eco-alfabetizzazione, l’apprendimento basato sulla natura, il pensiero sistemico, come pure allargano l’orizzonte della discussione ai nuovi focus essenziali per l’Earth education quali la formazione del carattere, l’apprendimento socio-emotivo, l’importanza del gioco, e l’educazione sessuale globale. In definitiva, secondo gli autori, “solo attraverso un coraggioso adattamento dell’istruzione potremo avere la possibilità di sopravvivere ai rapidi cambiamenti del nostro pianeta“.

L’istruzione da sola non salverà la collettività, ma può comunque svolgere un ruolo essenziale nel consentire agli individui di attraversare i tempi burrascosi che li aspettano con la loro umanità intatta – ha affermato Assadourian – Può anche aiutare a formare una nuova generazione di leader in grado di rallentare la crisi ecologica e permettere alla società di adattarsi. Affinché l’istruzione sia capace di svolgere tale ruolo, comunque, sarà fondamentale una leadership coraggiosa da parte degli educatori, e degli amministratori e dei responsabili politici che li appoggiano. Se riusciranno a convogliare tutte le loro forze verso questo nuovo tipo di guida, probabilmente gli studenti di domani non solo saranno meglio attrezzati per sopravvivere alle sfide future, ma anche sulla strada giusta per costruire un futuro sostenibile“.

Il Rapporto è stato presentato alla vigilia della Giornata Mondiale della Terra il cui tema quest’anno è “Environmental and Climate Literacy”, a ribadire che l’istruzione gioca un ruolo fondamentale per adattarsi ai rischi correlati al mutamenti climatici e l’adattamento è la chiave del cambiamento.

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