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Siccità in crescita durante l’estate nei prossimi decenni in Europa

Uno Studio condotto dai ricercatori del Met Office britannico conferma che, sulla base di uno scenario intermedio delle emissioni nel corso del XXI secolo, i periodi di prolungata siccità sono destinati ad aumentare in Europa.

cambiamenti climatici determineranno estati sempre più secche e torride in tutta Europa. È quanto emerge da un nuovo studio, condotto dall’Hadley Centre del Met Office britannico, sulle conseguenze delle alterazioni del clima per il Vecchio Continente.

Secondo lo StudioThe influence of anthropogenic climate change on wet and dry summers in Europe”, pubblicato su Science Bulletin e condotto da scienziati del Met Office Hadley Centre, prestigioso servizio meteorologico e climatico britannico, per effetto dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo nel corso del XXI secolo le estati in Europa diventeranno sempre più secche e aumenterà la frequenza di eventi meteorologici estremi.  

Analizzando i trend storici delle estati del Vecchio Continente e avvalendosi di un modello predittivo per i prossimi decenni sulla base di uno scenario a sviluppo intermedio di emissioni (SSP2 4.5), i ricercatori hanno stimato la probabilità di estati caratterizzate da piogge oppure da siccità. Inoltre, hanno considerato anche l’effetto dell’aumento delle temperature nell’evapotraspirazione, ovvero la quantità di acqua che passa dal terreno all’aria trasformandosi in vapore, per valutare la disponibilità di acqua nell’Europa settentrionale e meridionale entro la fine del secolo.

Prevediamo cambiamenti significativi nelle estati europee a seguito dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo – ha affermato Nikolaos Christidis, autore principale dello Studio –  Le estati diventerebbero molto più secche e tale cambiamento sarebbe più intenso a man mano si prosegue verso la fine del secolo”.

Gli unici luoghi in cui le estati più umide permangono nel corso del secolo, sarebbero le regioni scandinave e alpine, ponendo sfide notevoli a tutte le altre aree. La scoperta più sorprendente che deriva dallo studio consisterebbe nel passaggio a un nuovo regime climatico nell’Europa settentrionale e meridionale in cui entrambe le regioni vedrebbero un aumento di estati estremamente secche nel corso di un decennio, evento estremamente raro nell’era pre-industriale.

Il grafico mostra come le estati diventeranno più secche rispetto alle condizioni tipiche dell’Europa meridionale e settentrionale tra oggi e il 2100, con estati secche più estreme nel sud, sulla base dello SPEI (Standardized Precipitation Evapotranspiration Index) che considera anche l´evapotraspirazione potenziale di riferimento come elemento del bilancio idroclimatico.

I risultati del Studio supportano quelli a cui è giunto il gruppo di scienziati tedesco-ceco, coordinato dall’Helmholtz-Zentrum für Umweltforschung (UFZ) di Lipsia, che ha esaminato i gravi danni all’agricoltura e alla vegetazione provocati dalla siccità nel periodo 2018-2019 nell’Europa centrale (Germania, Francia, Polonia, Svizzera, Italia, Austria, Repubblica Ceca, Belgio, Slovenia, Ungheria, Slovacchia), avvertendo che con gli attuali trend delle emissioni la frequenza di un biennio di siccità in questa regione potrebbe aumentare di 7 volte nella seconda metà del secolo.

 Un altro aspetto significativo che lo Studio del Met Office ha messo in evidenza è la frequenza di intense precipitazioni in un breve periodo di tempo, mentre la quantità stagionale è bassa. Questo fenomeno è stato spiegato in un precedente studio svolto dal Met Office, in collaborazione con il National Oceanography Center.  La maggior quantità di acqua trattenuta in atmosfera sotto forma di gas per effetto dell’evaporazione dovuta all’aumento delle temperature, fa aumentare la possibilità di precipitazioni estreme che superano la capacità di drenaggio locale e delle strutture di stoccaggio.

L’umidità specifica, la quantità di vapore acqueo nell’aria, è aumentata per effetto del maggior riscaldamento – ha affermato Kate Willet, principale autrice dello Studio – Tuttavia, allo stesso tempo, l’aria sulla terra è diventata meno satura, l’umidità relativa sta diminuendo coerentemente con il riscaldamento della terra più veloce dell’oceano, dove avviene la maggior parte dell’evaporazione. Il nostro studio mostra che l’umidità specifica è aumentata anche nell’aria soprastante gli oceani che si sono riscaldati di più, facendo aumentare l’evaporazione dell’acqua che viene trattenuta come gas nell’aria”.

di M.G.

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