Energia Fonti rinnovabili

Il CdR considera uno scenario al 2050 da FER

Il Comitato delle Regioni considera uno scenario al 2050 da FER

L’Assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell’UE invita le istituzioni europee a prendere in considerazione la possibilità che a medio-lungo termine il fabbisogno energetico dell’UE derivi esclusivamente da fonti rinnovabili.

Oltre al WWF che ha presentato nei giorni scorsi la sua “vision” per il sistema energetico dell’UE dopo il 2020 (vedi: www.regionieambiente.it), anche il Comitato delle Regioni ha invitato la Commissione ad impegnarsi per una strategia a medio-lungo termine affinché le fonti rinnovabili divengano davvero competitive e alternative alle altre fonti di energia.

La proposta dei rappresentanti regionali e locali dell’Unione europea, il cui compito principale è quello di adottare pareri, rapporti e risoluzioni sulle decisioni che la Commissione, il Consiglio e il Parlamento devono prendere su temi di competenza regionale e locale, è contenuta nel documento “Energie rinnovabili: un ruolo di primo piano nel mercato energetico europeo”, adottato in sessione plenaria nel corso dell’ultima Assemblea a Bruxelles.

Mentre gli Stati membri dell’UE sono tuttora impegnati a far sì che entro il 2020 l’energia da FER costituisca il 20% dell’intero mix energetico, secondo quanto indica il pacchetto “clima-energia” (il pacchetto del “20-20-20”), il CdR ha voluto sollecitare ed incoraggiare la Commissione UE ad avviare il dibattito, e iniziare una riflessione, sui piani da attuare dopo il 2020.

Il Comitato si è espresso per un riesame completo della strategia dell’UE sulle FER per il dopo 2020, esprimendo preoccupazione per il corto respiro dei piani attuali e mettendo in guardia sull’urgente necessità di adottare un approccio molto più coerente di quello attuale, se si vuole rendere il settore dell’energia davvero sostenibile. Per il CdR, occorre una strategia europea condivisa che faccia attento uso dei sussidi e garantisca un impiego ottimale della cooperazione regionale, in modo da incoraggiare gli Stati membri e gli enti locali a proseguire sul giusto cammino. Il Comitato suggerisce inoltre alle istituzioni europee di considerare “la possibilità” che, entro il 2050, l’UE utilizzi esclusivamente energia da fonti rinnovabili.

Dato che in futuro le FER costituiranno una quota considerevole del consumo energetico europeo – ha osservato il relatore Witold Stępień – è di cruciale importanza assicurarsi che il loro sviluppo avvenga in maniera coordinata. Inoltre, non si potrà realizzare alcun aumento significativo della quota di energia da FER se non verranno migliorati gli attuali sistemi di sostegno. Tra gli elementi chiave per il futuro sviluppo delle FER figurano sistemi coordinati di sovvenzioni che sostengano gli investimenti permettendo di operare su un mercato competitivo, il rafforzamento del ruolo delle regioni nella distribuzione dei fondi destinati al sostegno delle FER, e la creazione di centri per l’energia rinnovabile nelle regioni che consentano la trasmissione del know-how locale”.

Per realizzare questi ambiziosi obiettivi, il Comitato propone di attuare un sistema paneuropeo di sostegno, che, oltre a una serie di investimenti da parte dell’Unione europea, comporti la riduzione dei sussidi ai combustibili fossili. In dettaglio, questo sistema di sostegno per le energie rinnovabili dovrebbe prevedere:

• l’istituzione di un fondo paneuropeo di sostegno alle fonti di energia rinnovabili;
• un coordinamento a livello europeo;
• il rafforzamento del ruolo delle regioni;
• la gestione multilivello del mix tecnologico;
• l’erogazione di sussidi;
• lo sviluppo delle infrastrutture (miglioramento delle reti elettriche e “reti intelligenti”);
• un’equa ripartizione dei costi tra gli Stati membri.

Oltre a ciò, il Comitato avverte che non va sottovalutata l’importanza della cooperazione transfrontaliera ed interregionale. Per ampliare l’accesso all’energia ricavata dalle FER, occorrono notevoli investimenti in infrastrutture, nel senso che vanno aggiornate le reti energetiche esistenti: spesso, infatti, le FER non si trovano in prossimità dei consumatori finali, per cui è necessario investire nell’ampliamento della distribuzione dell’energia. Il CdR reputa importante anche combinare tecnologie diverse in funzione delle varie regioni, applicando alle FER tecnologie di “rete intelligente” e garantendo un equilibrio tra i fabbisogni energetici locali e la produzione di energia, in modo da rendere più sicuro l’approvvigionamento energetico nelle regioni e ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia da lunghe distanze. Bisognerebbe poi considerare il ruolo importante svolto dai microimpianti di produzione energetica da FER, ed è essenziale incoraggiare i consumatori a diventare anche produttori, producendo essi stessi l’energia di cui hanno bisogno.

Il dibattito su questo tema è stimolato dai più generali obiettivi UE della lotta ai cambiamenti climatici, della sicurezza energetica dell’Europa e della sua indipendenza energetica da fonti esterne.

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