Il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) ha messo on line il Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD) e dei sussidi ambientalmente favorevoli (SAF), riferito al 2019-2020, in attesa del Piano di uscita dai SAD che si sta predisponendo e la cui presentazione avverrà entro la metà del 2022.
Il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) ha messo online la IV edizione del “Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli” che, come stabilito dall’art. 68 della Legge n. 221 del 2015 (il cosiddetto “Collegato ambientale”), deve essere predisposto annualmente, e questo edizione si riferisce al 2019 -2020. In base alle disposizioni di legge, i sussidi del catalogo sono intesi nella loro definizione più ampia e comprendono, tra gli altri, gli incentivi, le agevolazioni, i finanziamenti agevolati e le esenzioni.
Il tema dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD) è stato trattato dal Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE), istituito dall’art. 4 del Decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22 “Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri”, con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione, è stato trattato nella seduta del 5 ottobre 2021, presieduta dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, ne corso della quale si è deciso che il MiTE presenterà un Piano di uscita dai SAD, in linea con il Pacchetto UE Fit for 55, entro la metà del 2022.
I lavori di analisi sono già cominciati, secondo la nota stampa del ministero, e il Piano permetterà di eliminare i SAD, sviluppando al contempo, quando necessario, criteri compensativi compatibili con la transizione ecologica, l’obiettivo dell’azzeramento netto delle emissioni climalteranti e la protezione dell’ambiente. In casi specifici, alcuni SAD potranno già essere cancellati a breve.
Come si evince dalla Tabella sono 180 i sussidi elargiti nel 2020 per un totale di oltre 54 miliardi di euro, per il 40% ai SAD, poco più di un terzo terzo ai sussidi ambientalmente favorevoli (SAF), mentre il restante è di incerta attribuzione.
I sussidi poi si suddividono in: diretti (leggi di spesa), indiretti (spese fiscali) e impliciti come parte dei sussidi indiretti, ossia sussidi che possono emergere dalla tassazione ordinaria e favorire o incoraggiare comportamenti e scelte di consumo, investimento e produzione favorevoli o dannosi per l’ambiente.
I maggior SAD sono andati all’IVA agevolata per case di abitazione non di lusso (4,2 miliardi di euro) e il Differente trattamento fiscale fra benzina e gasolio (2,6 miliardi di euro); mentre per i SAF sono andati al Conto energia (6,2 miliardi di euro) e all’Incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico (5,8 miliardi di euro).
La rimozione dei SAD è al centro del dibattito internazionale soprattutto dopo la firma e l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi. Per valutare i costi e i benefici a livello macroeconomico derivanti dall’eliminazione dei SAD ai combustibili fossili che ammontano nel 2020a ne assorbono la maggior parte, è stato utilizzato l’ERMES (Economic Recursive-dynamic Model for Environmental Sustainability), un modello globale dinamico di equilibrio generale multiregionale (140 paesi e regioni) e multisettoriale (67 settori economici, più famiglie e governo), sviluppato Il modello ERMES è stato sviluppato dal Mattm in collaborazione col Mef all’interno di un progetto di ricerca finalizzato alla predisposizione di strumenti quantitativi per la valutazione delle politiche ambientali ed energetiche sul sistema economico italiano, colmando l’attuale gap informativo e fornendo un’adeguata rappresentazione delle relazioni tra settori dell’economia .
I sussidi selezionati per l’analisi assommano a circa 12 miliardi di euro, In particolare sono simulati tre scenari statici rispetto al 2015, anno di riferimento di redazione del primo Catalogo:
– scenario A in cui la rimozione delle sovvenzioni comporta solo una riduzione della spesa pubblica;
– scenario B, in cui le entrate derivanti dalla rimozione sono utilizzate in misura uguale per finanziare tre forme di spesa: aumentare gli attuali risparmi di bilancio; sovvenzionare le fonti rinnovabili; migliorare l’efficienza energetica del settore industriale;
– scenario C, in cui i risparmi del governo vengono riciclati in un’unica soluzione per ridurre il cosiddetto cuneo fiscale del lavoro “qualificato”.
In tutti gli scenari considerati, le emissioni di gas ad effetto serra calano, con effetti assai marcati nello scenario A; mentre negli scenari B e C gli effetti positivi sono rilevanti per la produzione e i posti di lavoro.