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Riscaldamento globale: è più grave se si tiene conto dell’umidità

Secondo un team di prestigiosi scienziati che ha appena pubblicato sulla PNAS uno studio che per determinare il riscaldamento globale intervenuto dal 1980 al 2019 ha inserito il parametro dell’umidità (Thetha-e), sarebbe molto più pericoloso, spiegando anche perché “quando piove, ora diluvia”.  

Tenendo conto dell’umidità dell’aria, oltre che della temperatura, gli effetti dei cambiamenti climatici sono quasi due volte più gravi di quanto calcolato in precedenza.

È il risultato dello studioTrends in surface equivalent potential temperature: A more comprehensive metric for global warming and weather extremes”, condotto da un gruppo di ricercatori di istituzioni cinesi e statunitens e pubblicato sul numero del 1°febbraio 2022 della prestigiosa PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences).

Poiché l’energia che si genera durante condizioni meteorologiche estreme, come tempeste, precipitazioni e inondazioni è correlata alla quantità di umidità nell’atmosfera, gli scienziati hanno utilizzato Thetha-e  (temperatura potenziale equivalente alla superficie), un importante parametro che indica la temperatura di una massa d’aria in cui il vapore acqueo è fatto condensare liberando quindi il calore latente.

Ci sono due motori che muovono il cambiamento climatico: temperatura e umidità – ha affermato uno dei co-autori, il Professor Veerabhadran Ramanathan, rinomato scienziato del clima e dell’atmosfera presso la SCRIPPS Institution of Oceanography dell’Università di California-San Diego, insignito lo scorso anno del Blue Planet Prize, il premio ambientale internazionale sponsorizzato dalla giapponese Asahi Glass FoundationAd oggi abbiamo misurato il cambiamento climatico solo in termini di temperatura. Aggiungendo l’energia dell’umidità, i fattori estremi (come ondate di calore, piogge e altri eventi) sono meglio correlati”.

L’andamento delle temperature medie globali normalizzate dell’atmosfera dal 1980 al 2019 confrontate con quelle ottenute inserendo la variabile Thetha-e.

Questo perché quando il mondo si riscalda, l’aria trattiene più umidità, quasi il 7% per ogni grado Celsius. Quando l’umidità si condensa, rilascia calore e energia, “ecco perché quando piove, ora diluvia“, ha sottolineato Ramanathan.

Se si tiene conto della sola temperatura, sembra che il riscaldamento sia più pronunciato in Nord America, alle medie latitudini e in particolare ai poli, e meno ai tropici – ha aggiunto lo scienziato – Ma non è così, perché l’elevata umidità nei tropici aumenta l’attività delle tempeste, dei cicloni tropicali e dei monsoni”.

Secondo alcuni scienziati non coinvolti nello studio, il calcolo dell’umidità diventa fondamentale per capire a che punto siamo nel riscaldamento globale e per modellare il suo impatto sulla salute umana e sul benessere,  

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