Energia Fonti rinnovabili

Rinnovabili: la posizione dell’EASAC sulla revisione della Direttiva

La consultazione pubblica avviata dalla Commissione UE e conclusasi il 9 febbraio 2021, in vista della revisione della Direttiva Rinnovabili (RED II) entro giugno, offre l’opportunità al Consiglio delle Accademie Scientifiche Europee (EASAC), tramite la posizione espressa in merito dal Direttore del Programma Energia, di indicare alcuni aspetti ritenuti essenziali per la transizione energetica.

Affinché l’Europa possa essere climaticamente neutra al 2050, secondo la Strategia a lungo termine “Un Pianeta pulito per tutti”, la Commissione UE ha presentato lo scorso settembre un Piano che aumenta dal 40% al 55% la riduzione delle emissioni di gas serra al 2030.

Il Piano è stato accompagnato da una valutazione d’impatto globale che indica come le energie rinnovabili e l’efficienza energetica saranno fondamentali per raggiungere questa maggiore ambizione, con una stima che quota di energia da fonti rinnovabili per il 2030 dovrebbe raggiungere il 38% -40%.

Secondo la road map del Green Deal europeo, entro giugno 2021 verrà rivista la Direttiva Rinnovabili (RED II). A tal fine la Commissione UE ha avviato una Consultazione che si è conclusa il 9 febbraio.

Sull’argomento è intervenuto con un position paper William Gillett, Direttore del Programma Energia dell’EASAC (European Academies Science Advisory Council), l’organismo che raggruppa 29 accademie nazionali della scienze europee (l’Italia è rappresentata dall’Accademia Nazionale dei Lincei) e che si pone l’obiettivo di fornire informazioni indipendenti alla politica su argomenti di carattere scientifico che abbiano delle ripercussioni sociali.

Il Rapporto speciale dell’IPCC (SR15) ha dimostrato che qualora le emissioni di gas serra non vengano ridotte rapidamente nei prossimi 10-15 anni, la temperatura media globale salirà oltre 1,5-2 °C e gli effetti risultanti sul nostro clima saranno disastrosi – ha affermato Gillett – Naturalmente, i ricercatori continueranno a lavorare su ciò che può essere fatto dopo il 2030, ma la legislazione energetica dell’UE di oggi dovrebbe concentrarsi chiaramente su ciò che deve essere fatto prima del 2030“.

La principale fonte di emissioni di gas serra nell’UE è l’uso di combustibili fossili nell’industria, negli edifici e nei trasporti è per l’EASAC il principio fondamentale che deve stare alla base della revisione della Direttiva RED deve essere quello di rafforzare i requisiti che massimizzeranno le riduzioni delle emissioni di gas serra prima del 2030, aumentando l’uso di energie rinnovabili veramente no-carbon insieme alle migliori misure di efficienza energetica in questi settori.
Ciò presuppone la necessità di intervenire in questi settori:Bioenergia, NZEB, semplificazione obiettivi,Strategia UE Biodiversità

Carbonio incorporato. Sono necessari obiettivi ambiziosi per la futura diffusione dei sistemi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, che  produrranno comunque grandi quantitativi di emissioni di gas serra dall’energia incorporati nei materiali e nei componenti utilizzati, che proverranno non solo dai sistemi di energia rinnovabile, ma anche dalle nuove infrastrutture di cui hanno bisogno e dalle misure di efficienza energetica che dovrebbero accompagnare il loro utilizzo negli edifici, nell’industria e nei trasporti. Allorché si individueranno le priorità nella revisione della RED II, l’obiettivo dovrebbe quindi essere quello di ridurre al minimo le emissioni cumulative di gas ad effetto serra (comprese le emissioni incorporate) che saranno prodotte nei prossimi 10-15 anni

Bioenergia. Fino ad ora, alcuni tipi di biomassa legnosa sono stati liberi da vincoli sulla base al presupposto che tutto l’uso della biomassa sia a emissioni zero. Invece, per contribuire a limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, solo le risorse di biomassa con tempi di recupero del carbonio inferiori a 10-15 anni dovrebbero essere definite come rinnovabili e idonee per essere supportate o conteggiate ai fini degli obiettivi di energia rinnovabile. Ciò comporterà ulteriori vantaggi scoraggiando gli incendi di interi alberi, come raccomandato nella Strategia dell’UE per la biodiversità.

Semplificazione degli obiettivi. I fattori di moltiplicazione e il doppio conteggio che utilizzati per gli obiettivi sui combustibili rinnovabili per i trasporti, creano confusione. Per ridurne il peso e contribuire a creare la fiducia del pubblico nell’uso degli obiettivi e dei finanziamenti pubblici per le energie rinnovabili, i moltiplicatori e il doppio conteggio dovrebbero essere sostituiti ove necessario da obiettivi di sottosettore ambiziosi, significativi e di facile comprensione.

Edifici. L’attuale definizione di edifici a consumo quasi zero (NZEB) ha comportato diverse varianti da parte degli Stati membri in tutta l’UE. L’opzione più economica per conformarsi, soprattutto per gli edifici storici, può essere quella di aggiungere generatori rinnovabili (solitamente fotovoltaico) ad edifici energeticamente inefficienti invece di eseguire ristrutturazioni profonde. 

Questa opzione aumenta la produzione di energia rinnovabile in estate, ma non riduce il fabbisogno totale annuo di energia termica dell’edificio. Inoltre, negli edifici dell’Europa settentrionale, l’aggiunta di generatori fotovoltaici produrrà in genere riduzioni trascurabili delle emissioni di gas serra dai sistemi di riscaldamento degli ambienti in inverno. 

La definizione di NZEB dovrebbe quindi essere rivista per concentrarsi sul consumo energetico finale annuo dell’edificio (kWh / m2.an.), insieme alle percentuali fornite da energia rinnovabile, cogenerazione e calore di scarto da fonti esterne (come teleriscaldamento) e autoconsumo. Promuovere NZEB per la Renovation Wave sarebbe quindi coerente con la promozione di ristrutturazioni profonde insieme all’uso di energie rinnovabili, cogenerazione e calore di scarto da fonti esterne e autoconsumo.

Integrazione. L’uso di fonti energetiche rinnovabili dovrebbe essere ottimizzato sfruttando l’accoppiamento settoriale, incoraggiando l’uso intelligente delle forniture energetiche rinnovabili in eccesso attraverso le pompe di calore nei sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento

Povertà energetica. Questo problema non dovrebbe essere affrontato utilizzando fondi pubblici per pagare le bollette energetiche per le famiglie a basso reddito. Viceversa, i finanziamenti pubblici dovrebbero sostenere ristrutturazioni profonde degli edifici insieme alle forniture di energia rinnovabile. Questo principio dovrebbe essere enfatizzato con maggior forza nella Direttiva sulle energie rinnovabili.

Non possiamo fare affidamento su sviluppi lineari e su una transizione energetica costante nei prossimi 30 anni fino al 2050“, ha sottolineato Gillett.

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