Energia Fonti rinnovabili

Rinnovabili: investimenti da triplicare per raggiungere la neutralità climatica

L’annuale Rapporto di IRENA e CPI sottolinea la necessità di maggiori investimenti nelle energie rinnovabili se si vogliono conseguire gli obiettivi climatici, e i Governi devono utilizzare i fondi per la ripresa post-Covid-19 per supportare la transizione energetica, dando segnali a lungo termine agli investitori privati di impegnarsi ad uscire dai combustibili fossili.

Anche se il periodo 2013-2018 ha registrato un boom di investimenti globali nelle tecnologie rinnovabili, per un totale di oltre 1.800 miliardi di dollari, tale importo non è sufficiente per raggiungere gli impegni climatici sottoscritti con l’Accordo di Parigi e per la ripresa economica post- Covid.

È quanto emerge dall’annuale RapportoGlobal Landscape of Renewable Energy Finance” di IRENA (Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili) e Climate Policy Initiative (CPI), think tank politico-finanziario sul clima composto da 70 analisti e consulenti, che lavora per migliorare le politiche energetiche e di utilizzo del suolo in tutto il mondo, con particolare attenzione alla finanza.

Per conseguire l’ambizioso obiettivo della neutralità climatica al 2050, gli investimenti nelle energie rinnovabili devono quasi triplicare ogni anno fino ad arrivare a 800 miliardi di dollari entro il 2050.  Ma questo non sarebbe possibile senza l’impegno dei Governi nazionali, chiamati ad agire e a supportare coerentemente le politiche energetiche con sussidi che allontanino aziende e cittadini dall’uso di fonti fossili.

Inoltre, sono necessari ulteriori investimenti nell’integrazione del sistema e nelle tecnologie in grado di aumentare la flessibilità del sistema energetico come le batterie e lo stoccaggio. A tal fine, sono necessarie politiche che consentano l’integrazione di nuove aggiunte di capacità rinnovabile nei sistemi energetici per la loro decarbonizzazione, apportando al contempo ampi benefici socio-economici.

La tendenza degli investimenti nelle energie rinnovabili prima del Covid-19 era positiva – ha affermato Francesco La Camera, Direttore generale di IRENA – Ma la pandemia ci ha dimostrato che è urgentemente necessario uno sforzo molto maggiore per metterci su un percorso compatibile con il clima e aiutarci a riprenderci meglio con un’economia sostenibile e resiliente. I responsabili delle decisioni devono progettare approcci sistemici che incoraggino e accelerino il flusso di investimenti nelle energie rinnovabili per allontanarci dall’uso di fonti fossili, consentendo la crescita economica, la resilienza sociale e il benessere”.

Il Rapporto Agenda per il recupero post-COVID” che l’Agenzia ha pubblicato lo scorso giugno, ha mostrato che gli investimenti medi annuali di 2 trilioni di dollari nelle energie rinnovabili e altre tecnologie correlate alla transizione energetica nel periodo 2021-2023 potrebbero creare 5,5 milioni di posti di lavoro aggiuntivi nel settore. Entro il 2030 verranno creati altri 19 milioni di posti di lavoro legati alla transizione energetica, a seguito di investimenti annuali medi di 4,5 trilioni di dollari.

Anche l’ultimo Rapporto annuale di IRENA sull’andamento dei posti di lavoro nell’energia rinnovabile ha confermato che il settore nei 2019 ha raggiunto a livello globale 11,5 milioni di occupati. Ogni milione di dollari investito nelle energie rinnovabili o nella flessibilità energetica creerebbe almeno 25 posti di lavoro, mentre ogni milione investito in efficienza ne creerebbe altri 10.

La maggior parte di questi investimenti potrebbe provenire da fonti private, se i fondi governativi venissero utilizzati strategicamente per spingere le decisioni di investimento e finanziamento nella giusta direzione. Il capitale disponibile c’è, sta ai Governi mobilitarlo. I fondi pubblici investiti nel settore sono in grado di mobilitare il triplo- quadruplo degli investimenti privati, qualora indirizzati verso soluzioni energetiche pulite e lontane dai combustibili fossili. 

Una maggiore partecipazione degli investitori istituzionali che detengono circa 87 trilioni di dollari di asset, contribuirebbe a raggiungere la portata degli investimenti globali necessari. A tal fine, è fondamentale promuovere l’uso di soluzioni per il mercato dei capitali, come i green bond, che rispondano alle esigenze di questi investitori. 

C’è una chiara esigenza di un rapido aumento degli investimenti nelle energie rinnovabili insieme a una significativa riduzione e riconversione degli investimenti nei combustibili fossili da combustibili fossili – ha affermato Barbara Buchner, Amministratore delegato globale di CPI e Direttore esecutivo del programma Climate Finance –  Chiediamo maggiori sforzi e coordinamento tra i responsabili politici, le istituzioni finanziarie pubbliche e private, le società produttrici di energia e non e gli investitori istituzionali per accelerare la transizione energetica globale. Questa azione è fondamentale per un futuro più sostenibile e resiliente“. 

Il Rapporto congiunto di quest’anno analizza per la prima volta gli impegni finanziari per le tecnologie rinnovabili off-grid nei mercati in via di sviluppo, in quanto possono avvicinare il mondo al conseguimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 7. Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni. Le energie rinnovabili off-grid sono essenziali in un’epoca in cui l’accesso all’energia è fondamentale per alimentare le strutture sanitarie, salvare vite umane e creare posti di lavoro. 

Anche in questo caso, secondo il Rapporto, gli investimenti in soluzioni di energie rinnovabili off-grid hanno continuato a crescere, raggiungendo il massimo storico di 460 milioni di dollari nel 2019, tuttavia c’è la necessità di sbloccare capitale aggiuntivo soprattutto per le attività in grado di creare redditi, migliorando i mezzi di sussistenza e la resilienza di miliardi di donne e uomini a livello globale e promuovendo vantaggi socioeconomici. 

Guardando al futuro, i responsabili politici devono dare dei segnali politici a lungo termine e rafforzare i partenariati con il settore privato per aumentare la fiducia degli investitori e attrarre ulteriori capitali privati ​​nel settore. A tal fine, il Rapporto ha formulato 5 raccomandazioni specifiche che i responsabili politici dovrebbero attuare per coinvolgere gli attori del settore privato, compresi gli investitori istituzionali, gli attori del mercato dei capitali e le società non produttrici di energia, nel percorso collettivo verso la ripresa verde e gli obiettivi climatici:
1. Usare le finanze pubbliche per attrarre capitali privati;
2. Mobilitare gli investimenti istituzionali nelle energie rinnovabili;
3. Promuovere un maggior utilizzo dei green bond per le rinnovabili;
4. Valorizzare la partecipazione degli attori aziendali;
5. Aumentare i finanziamenti per le energie rinnovabili off grid.

 

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