Il Report di Eurostat sui rifiuti urbani prodotti e gestiti nel 2020 in UE evidenzia che la quantità pro capite prodotta è aumentata di 4kg rispetto al 2019 e di 38kg rispetto al 1995, è in continua riduzione il conferimento in discarica e in aumento l’incenerimento, ma solo il 48% è stato riciclato.
Nel 2020 nell’UE sono stati prodotti 505 kg di rifiuti urbani pro capite e di questi solo il 48% è stato riciclato (materiali e compostaggio).
È. quanto rilevato da Eurostat che ha pubblicato il 14 febbraio 2022 il report sulla produzione e trattamento dei rifiuti urbani in UE nel 2020, che pur rappresentando solo il 10% dei rifiuti totali generati, hanno un significativo valore politico per il suo carattere complesso, dovuto alla sua composizione, distribuzione tra le molte fonti di rifiuti e al suo legame con i modelli di consumo.
Produzione rifiuti urbani
Il report, che mostra l’andamento della produzione e nel trattamento dei rifiuti urbani nell’UE dal 1995 al 2020, evidenzia una tendenza molto netta verso un minore conferimento in discarica poiché tutti i Paesi membri si stanno muovendo verso metodi alternativi di trattamento dei rifiuti.
Per il 2020 la produzione dei rifiuti urbani mostra comunque una notevole differenza tra la produzione di 282 kg pro capite della Romania e gli 845 kg pro capite della Danimarca, che riflette non solo modelli di consumo e di ricchezza economica, ma anche le diverse modalità di raccolta e gestione dei rifiuti urbani. Ci sono differenze tra i Paesi anche per quel che riguarda il livello di raccolta dei rifiuti prodotti da traffici, commerci e amministrazioni, che vengono raccolti e gestiti insieme ai rifiuti domestici. Dal 2004 in poi, le metodologie sono state sviluppate nella maggior parte dei paesi, quindi la serie temporale di generazione dei rifiuti dal 2004 in poi è più precisa e stabile di quella tra il 1995 e il 2003.

Per l’andamento particolareggiato della produzione dei rifiuti urbani in Italia nel 2020 si può fare riferimento al Rapporto dell’ISPRA
Trattamento dei rifiuti urbani
Anche se nell’UE vengono generati più rifiuti, la quantità totale di rifiuti urbani conferiti in discarica è diminuita. Nel periodo di riferimento, il totale dei rifiuti urbani conferiti in discarica nell’UE è diminuito di 69 milioni di tonnellate, ovvero del 58 %, da 121 milioni di tonnellate (286 kg pro capite) nel 1995 a 52 milioni di tonnellate (115 kg pro capite) nel 2020. Ciò corrisponde ad un calo medio annuo del 4,0%. Per il periodo più breve 2005-2020 il conferimento in discariche è diminuito in media del 3,4 % all’anno.
Di conseguenza, il tasso di conferimento in discarica (rifiuti conferiti in discarica come quota dei rifiuti prodotti) nell’UE è sceso dal 61 % nel 1995 al 23 % nel 2020.Questa riduzione può essere in parte attribuita all’attuazione della legislazione europea, come la Direttiva sugli imballaggi ei rifiuti di imballaggio. Entro il 2001, gli Stati membri avrebbero dovuto recuperare almeno il 50 % di tutti gli imballaggi immessi sul mercato. Con l’obiettivo di recupero rivisto del 60 % da raggiungere entro il 31 dicembre 2008, si è registrato un ulteriore aumento della quantità di rifiuti di imballaggio raccolti separatamente. Entro il 31 dicembre 2025 il 65% dei rifiuti di imballaggio deve essere riciclato.
Inoltre la Dirrettiva 31/1999 sulle discariche prevedeva che gli Stati membri fossero obbligati a ridurre la quantità di rifiuti urbani biodegradabili conferiti in discarica al 75 % entro il 16 luglio 2006, al 50 % entro il 16 luglio 2009, al 35 % entro il 16 luglio 2016 e a 10% fino al 2035. La riduzione è stata calcolata sulla base della quantità totale di rifiuti urbani biodegradabili prodotti nel 1995. La Direttiva ha portato i Paesi ad adottare diverse strategie per evitare di inviare in discarica la frazione organica dei rifiuti urbani, ovvero il compostaggio (compresa la fermentazione), incenerimento e pretrattamento, come il trattamento meccanico-biologico (compresa la stabilizzazione fisica).
Di conseguenza, la quantità di rifiuti riciclati (riciclaggio dei materiali e compostaggio) è passata da 37 milioni di tonnellate (87 kg pro capite) nel 1995 a 107 milioni di tonnellate (241 kg pro capite) nel 2020 con un tasso medio annuo del 4,3%. La quota di rifiuti urbani riciclati complessivamente è aumentata dal 19 % al 48 %.

La Commissione UE ha adottato un ambizioso Pacchetto economia circolare che include proposte legislative riviste sui rifiuti con un obiettivo comune più elevato per il riciclaggio dei rifiuti urbani e di imballaggio e limiti più bassi per il conferimento in discarica dei rifiuti urbani.
Anche l’incenerimento dei rifiuti è cresciuto costantemente nel periodo di riferimento, tuttavia non tanto quanto il riciclaggio e il compostaggio. Dal 1995, la quantità di rifiuti urbani inceneriti nell’UE è aumentata di 31 milioni di tonnellate, pari al 105 %, e nel 2020 ha rappresentato 61 milioni di tonnellate. I rifiuti urbani inceneriti sono così passati da 70 kg pro capite a 137 kg pro capite.
Il trattamento biologico meccanico (MBT) e lo smistamento dei rifiuti non rientrano direttamente come categorie nella comunicazione del trattamento dei rifiuti urbani. Questi tipi di pretrattamento richiedono un trattamento finale aggiuntivo. In pratica, gli importi conferiti al trattamento meccanico biologico o alla cernita dovrebbero essere riportati sulla base delle successive fasi finali di trattamento. Tuttavia, il modo in cui questi importi sono assegnati alle quattro categorie di trattamento (incenerimento, conferimento in discarica, riciclaggio e compostaggio) varia in modo significativo e alcuni Paesi riferiscono solo sulla prima fase di (pre) trattamento.
Di conseguenza, la rendicontazione sull’attuale serie di variabili spesso richiede informazioni aggiuntive per mettere in relazione le quantità di rifiuti conferiti in discarica, inceneriti, riciclati e compostati con le quantità generate a livello nazionale.
Per un’analisi del trattamento dei rifiuti urbani in Italia nel 2020, in particolare per il loro riciclo, si può utilmente consultare l’ultima edizione de “L’Italia del Riciclo” di FISE UNICIRCULAR (Unione Imprese Economia Circolare) e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (FoSS).