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Rifiuti organici: le potenzialità di un settore che in UE non viene sfruttato

È online il Rapporto del BIC, in collaborazione con ZWE, commissionato alla Scuola Agraria del Parco di Monza, che identifica il potenziale non sfruttato per la valorizzazione dei rifiuti organici (alimentari e da giardino) in Europa. La gestione dei rifiuti organici nella città di Milano inclusa tra le best-practice.

È online da oggi (6 luglio 2020) il Rapporto Bio-waste generation in the EU: Current capture levels and future potential” (La produzione di rifiuti organici nell’UE: livelli attuali di raccolta e il potenziale futuro) che Bio-based Industries Consortium (BIC), la principale associazione industriale europea che pone la circolarità, l’innovazione e la sostenibilità al centro della bioeconomia europea, in collaborazione con Zero Waste Europe (ZWE), la Ong che rappresenta comunità attive in 24 Paesi e che opera sia come rete di conoscenza che come gruppo di difesa, ha richiesto alla Scuola Agraria del Parco di Monza, al fine di identificare il potenziale non sfruttato per la valorizzazione dei rifiuti organici (rifiuti di giardino e alimentari) in Europa.

I rifiuti organici possono costituire una preziosa materia prima per le industrie bio-based e il settore è ben posizionato per convertire i rifiuti organici in prodotti a base biologica di alto valore. Questa innovazione può alleviare la sfida europea dello spreco alimentare e stimolare nuove opportunità di crescita sostenibile, contribuendo al recupero verde dell’Europa.
Diversi progetti finanziati dalle Bio-based Industries come l’innovazione nel nostro settore possa convertire i rifiuti organici in prodotti biologici di alto valore – ha dichiarato Dirk Carrez Direttore esecutivo del BICLe industrie bio-based cercano di realizzare una società efficiente in termini di risorse e zero rifiuti, come identificato nella nostra vision. Il previsto partenariato pubblico dell’UE (Circular bio-based Europe), contribuirà a realizzare ulteriormente tutto ciò“.

Il Rapporto individua il potenziale residuo di crescita del sistema basandosi sulle migliori pratiche di raccolta differenziata e descrive in dettaglio l’attuale generazione e i tassi di raccolta dei rifiuti organici per ciascuno Stato membro dell’UE27 più Norvegia e Regno Unito. Per lo spreco alimentare, l’attuale quota intercettata è di soli 9.520.091 tonnellate all’anno, solo il 16% del potenziale teorico stimato in 59.938.718 tonnellate.

Le schede informative per Paese forniscono esempi di come le industrie a base biologica contribuiscano ad affrontare questa sfida dei rifiuti, e vengono citate anche le migliori pratiche nella gestione dei rifiuti a livello municipale, dal momento che quando si parla di economia circolare, la prevenzione dei rifiuti a livello di città è determinante.

Tra le best-practice citate, Milano viene considerato “un eccezionale esempio di come la raccolta di rifiuti alimentari residenziali sia stata implementata in modo ampio in una città densamente popolata”.

Secondo i dati al 2019. Milano sta raccogliendo 105kg/pro-capite/an. di rifiuti alimentari: un risultato sorprendente considerando che la generazione totale stimata di rifiuti alimentari è di circa 120kg/ pro-capite.

La raccolta di rifiuti alimentari residenziali è stata lanciata a Milano nel 2014, con una campagna di informazione che ha raggiunto ogni famiglia, a cui è stato consegnato un bidone da cucina ventilato da 10 litri con un rotolo di 25 sacchetti compostabili. Oltre alla quantità, viene valutata trimestralmente la qualità e i risultati mostrano un livello basso di contaminazione, di circa il 5%. Uno dei fattori chiave nella riuscita implementazione della raccolta differenziata è stato che Milano rappresentava l’ultimo “punto vuoto” sulla mappa, ovvero l’ultimo comune senza raccolta di rifiuti organici in un’area in cui la separazione dei rifiuti alimentari era stata attuata molti anni in quasi tutti i comuni circostanti. I cittadini erano già preparati al cambiamento, accettando lo sforzo aggiuntivo di utilizzare il carrello da cucina ventilato e consegnare i sacchetti compostabili dei rifiuti alimentari nella stanza o area “deposito rifiuti” all’interno del loro edificio. È necessario un servizio dedicato da parte dei portinai per sistemare i cassonetti e i sacchetti solo un paio d’ore prima della raccolta per il recupero, ma questo costo aggiuntivo si è rivelato accettabile. Lo Schema della raccolta “porta a porta” con sacchi trasparenti per rifiuti residui e gli imballaggi consente ispezioni visive da parte di una squadra apposita che può comminare multe a un condominio per inadeguata cernita.

Il rapporto mostra che la gestione dei rifiuti organici rimane un potenziale non sfruttato nell’Unione Europea per un’ulteriore transizione verso un’economia circolare – ha sottolineato Pierre Condamine, responsabile delle politiche sui rifiuti di ZWEAttualmente viene catturato solo il 16% del potenziale e, attraverso iniziative adeguate, questo numero potrebbe essere moltiplicato per 5 in modo da raggiungere l’85%. Ciò dimostra la necessità che l’UE e gli Stati membri mantengano e intensifichino i loro sforzi nella raccolta e nel trattamento dei rifiuti organici come passi chiave verso la rigenerazione del suolo, la circolarità e la neutralità climatica”.

Il recente Rapporto La bioeconomia in Europa”, realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Assobiotec e il Cluster SPRING, e dedicato all’analisi del sistema che utilizza le risorse biologiche, inclusi gli scarti, per la produzione di beni ha stimato che solo i rifiuti organici prodotti dalla filiera agro-alimentare a livello europeo sono pari a 87 milioni di tonnellate, pari a 171kg/pro-capite/an.

Anche il briefing dell’Agenzia Europa dell’Ambiente (AEA) sui tassi potenziali di riciclo di alcune categorie di rifiuti, in linea con i nuovi obiettivi di riciclaggio introdotti nella nuova Direttiva quadro sui rifiuti (2018/851/UE) che indica per il futuro la necessità di una raccolta separata ancora più elevata, a proposito dei rifiuti solidi urbani sottolinea che è possibile raccoglierne separatamente circa l’80% e che il potenziale non sfruttato è legato, oltre che alla plastica e ai tessuti, proprio ai rifiuti alimentari e da giardino.

L’economia circolare non riguarda tuttavia solo la conservazione delle risorse, ma anche la riduzione del loro uso complessivo per rimanere all’interno dei confini planetari. E un modo per raggiungere tale obiettivo è l’adozione di misure di zero rifiuti basate sulla prevenzione dei rifiuti.

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