La Commissione UE ha fissato il valore soglia di 20 rifiuti marini ogni 100m di costa per mantenere pulite le spiagge europee. Limite impegnativo, ma non impossibile, per molti Paesi europei, specie per l’Italia lungo le cui coste si va da 559 oggetti per ogni 100m nel Mar Adriatico, ai 271 nel Mar Ionio e Mediterraneo centrale.
In occasione della Giornata internazionale della pulizia (World CleanUp Day), l’iniziativa sociale globale che si pone l’obiettivo di combattere il problema dell’inquinamento da rifiuti solidi abbandonati o smaltiti illegalmente, la Commissione UE ha fissato un valore limite per i rifiuti marini sulle coste, per contribuire a pulire e mantenere pulite le spiagge europee.
La Direttiva quadro sulla Strategia per l’ambiente marino (MSFD, 2008/56 / CE) che impone agli Stati membri di elaborare e attuare strategie per proteggere l’ambiente marino, richiede la definizione dei valori soglia europei (TV) per i rifiuti marini.
Inoltre, il target 1 dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 14. Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile, stabilisce entro il 2025 di “prevenire e ridurre in modo significativo l’inquinamento marino di tutti i tipi, in particolare quello proveniente dalle attività terrestri…”.
Gli esperti degli Stati membri dell’UE a cui è stato demandato il compito di fissare il valore limite, pur riconoscendo le incertezze della metodologia usata per la redazione del Rapporto tecnico hanno convenuto su un primo obiettivo fisso e tangibile per tutte le spiagge europee di meno di 20 rifiuti ogni 100 metri di costa per restare al di sotto della soglia.
“Questo accordo dimostra che abbiamo intensificato la lotta contro i rifiuti sulle spiagge e sulle coste, con benefici per l’ambiente, per l’economia blu e per tutti noi, e rafforza l’impegno a progredire verso l’obiettivo ambizioso di inquinamento zero in sinergia con gli obiettivi in materia di biodiversità.– ha dichiarato Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca – Ora disponiamo di un parametro di riferimento più chiaro per mari puliti e sani e invito le autorità degli Stati membri a utilizzare questo valore e ad adottare le misure necessarie per avere spiagge libere dai rifiuti. La riduzione della plastica monouso, una migliore gestione dei rifiuti e la promozione del riciclaggio ci aiuteranno a raggiungere lo scopo”.
Un “rifiuto da spiaggia” è definito come qualsiasi oggetto abbandonato trovato sulla spiaggia di lunghezza superiore a 2,5 centimetri, coprendo sia piccoli oggetti come filtri per sigarette, sia oggetti più grandi come reti, corde o imballaggi industriali.
La soglia dei 20 rifiuti per 100m di lunghezza della spiaggia corrisponde al 15° percentile dell’insieme dei dati dell’UE ed è un valore sufficientemente precauzionale, che costituisce un impegno significativo per mantenere pulite le spiagge europee, ma non impossibile da raggiungere con l’adozione di misure sostanziali e prolungate.
Secondo il set di dati utilizzato per stabilire il valore limite, derivanti da monitoraggio effettuato quattro volte all’anno nel 2015 e nel 2016 per un totale di 3069 rilevamenti da 331 siti diversi, molte spiagge in Europa avevano più di 300 rifiuti ogni 100m di costa.
In tutta Europa, nel 2015 e nel 2016, la quantità media di rifiuti da spiaggia era di 150 rifiuti per 100m, con medie diverse nelle diverse regioni:
– 40 articoli per 10 m intorno al Mar Baltico;
– 106 articoli per 100m intorno al Mar Nero;
– 233 articoli per 100m attorno all’Atlantico nord-orientale e al Mare del Nord;
– 274 articoli per 100m intorno al Mar Mediterraneo.
Secondo il Comunicato stampa del 28 settembre 2020 dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), in Italia “i valori mediani nelle tre sottoregioni sono pari a 559 oggetti/100m nel Mar Adriatico, 421 oggetti/100m nel Mediterraneo occidentale e 271 oggetti/100 m nel Mar Ionio e Mediterraneo centrale”.
Ma la situazione sembra essere ancora peggiore per quel che riguarda i rifiuti marini che giacciono sui fondali, come ha rilevato l’Istituto che ha presentato nel corso di un Convegno (Roma, 9 ottobre 2019) risultati, ottenuti dal Programma di monitoraggio, dalle Agenzie Regionali per l’Ambiente che compongono, con l’ISPRA, il Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA).
La Commissione UE ha sottolineato come l’obiettivo fissato apra la strada alla definizione di più soglie, ad esempio sui rifiuti del fondo marino, sulla microplastica e sull’impatto dei rifiuti sulla vita marina.
“Questo nuovo valore limite per i rifiuti sulle spiagge è un altro fulgido esempio di scienza al centro delle scelte giuste per un’Europa più verde e più sostenibile – ha aggiuntoMariya Gabriel, Commissaria UE per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e i Giovani, responsabile del Joint Research Centre – I nostri esperti del Centro comune di ricerca, insieme agli Stati membri, hanno analizzato i dati provenienti da tutta Europa e hanno lavorato con i servizi della Commissione per contribuire a fissare un obiettivo che manterrà pulite le nostre spiagge”.
E.B.