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Ridurre la CO2 incorporata nei materiali e processi edili

Un nuovo Rapporto del World Green Building Council lancia una vision ambiziosa per accelerare l’azione dell’intera filiera delle costruzioni per ridurre il carbonio in tutte le fasi del ciclo di vita di un edificio, in particolare di quello incorporato nei materiali utilizzati che rappresenta il 30% delle emissioni del settore edificio e oggi viene trascurato.

Nell’ambito della decima edizione dell’annuale Campagna “World Green Building Week” (23-29 settembre 2019), che quest’anno ha avuto per tema #BuildingLife per focalizzare l’attenzione della comunità dell’edilizia sulla riduzione delle emissioni di carbonio durante tutte le fasi del ciclo di vita di un edificio,  il World Green Building Council (World GBC) ha lanciato una nuova audace visione su come gli edifici e le infrastrutture in tutto il mondo possano contribuire a ridurre le emissioni globali di carbonio del 40% entro il 2030, per giungere a edifici net zero entro il 2050.

Complessivamente gli edifici e il settore dell’edilizia infatti sono responsabili del 39% di tutte le emissioni di CO2 nel mondo, con le emissioni “operative” (di gestione dell’edificio: energia utilizzata per riscaldare, raffreddare e illuminare gli edifici) che rappresentano il 28%, mentre il restante 11% proviene da emissioni di CO2 “incorporate” (embodied) nei materiali e nei processi di costruzione durante l’intero ciclo di vita dell’edificio.

Realizzato con il supporto di oltre 80 organizzazioni, il nuovo RapportoBringing embodied carbon upfront” del World GBC descrive le azioni per rivoluzionare gli edifici e il settore delle costruzioni verso un futuro zero netto, attraverso l’eliminazione delle emissioni di carbonio incorporate, insieme alle linee guida per accelerare l’azione immediata dell’intera filiera delle costruzioni.

Questa visione è sostenuta da rappresentanti di società di costruzioni e sviluppo immobiliare, istituzioni finanziarie, reti di città e governi, nonché da rappresentanti del settore del cemento, dell’acciaio, del legno e molti altri, tra cui: Heidelberg Cement, Skanska, Stora Enso, Google e il Governo finlandese.

Le emissioni di CO2 incorporate sono state trascurate in passato ma, come dimostrato il Rapporto dell’IPCC, raggiungere drastici tagli di tutte le emissioni di CO2 nel prossimo decennio è fondamentale per mantenere l’innalzamento della temperatura globale al di sotto di 1,5°C.

Affrontare le emissioni nella fase iniziale (pre-uso) degli edifici è quindi cruciale per combattere il cambiamento climatico, poiché si prevede che con le nuove costruzioni il patrimonio edilizio mondiale raddoppierà entro il 2060, causando un grave aumento delle emissioni. Pertanto, il nuovo Rapporto chiede un’azione coordinata da parte di tutto il settore per cambiare drasticamente il modo in cui gli edifici sono progettati, costruiti, usati e demoliti.

Il carbonio incorporato e gli strumenti e i metodi necessari per calcolarlo sono relativamente complessi e nuovi per molti e i metodi per affrontarlo non sono generalmente ben compresi – sottolinea il Rapporto – Al contrario, il carbonio operativo e l’efficienza energetica sono concetti più consolidati con chiari driver e incentivi per affrontarli. Inoltre, persiste la falsa percezione che il carbonio incorporato sia relativamente insignificante rispetto alle emissioni operative nel corso del ciclo di vita”.

Il World GBC presenta un percorso di azioni che progettisti, investitori, produttori, governi, ONG e ricercatori lungo l’intera filiera possono intraprendere per accelerare la decarbonizzazione, affrontare le attuali barriere del mercato e sviluppare soluzioni alternative a basse emissioni di CO2.

Il Rapporto avverte che il cambiamento non avverrà se non vi sarà una reale e immediata collaborazione tra l’industria e i portatori di interesse del settore per innovare i materiali e i processi, migliorando i calcoli delle emissioni incorporate che dovranno essere correttamente incluse nel ciclo di vita degli edifici.

La transizione richiederà degli obiettivi di riduzione volontaria delle emissioni da parte dell’industria e l’introduzione di nuove leggi a livello locale, nazionale e regionale. Sono inoltre necessari approcci quali la massimizzazione dell’uso delle risorse esistenti, la promozione della ristrutturazione anziché la demolizione e la ricerca di nuovi modelli commerciali circolari che riducano la dipendenza da materie prime, soprattutto quelle ad alta intensità di CO2.

Il rapporto contiene, inoltre, casi studio tra le migliori pratiche esistenti in tutto il settore dell’edilizia, che dimostrano la fattibilità del raggiungimento di obiettivi a zero emissioni di CO2. Ad esempio. la Skanska, un importante gruppo di sviluppo e costruzione svedese, sta facendo passi da gigante per consentire ai progetti di essere valutati per gli impatti sull’intero ciclo di vita dell’edificio. Il Gruppo Heidelberg Cement, socio di GBC Italia, è tra i soggetti fornitori di materiali che hanno risposto alla call to action definendo l’obiettivo di produrre cemento a emissioni zero entro il 2050 e di ridurre al 2030 l’impronta di carbonio dell’azienda del 30% rispetto ai valori del 1990 attraverso una strategia certificata.

Anche le città hanno un ruolo chiave nel promuovere innovazioni e nuovi approcci e quadri normativi che possono guidare il cambiamento del mercato. Oslo, si è impegna ad alimentare i cantieri solo con energie rinnovabili. Vancouver (Canada), impone che la CO2 incorporata sia ridotta del 40% nei nuovi edifici entro il 2030, come parte della sua risposta alle emergenze climatiche.

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