L’annuale Rapporto sull’Efficienza Energetica (RAEE 2020) dell’ENEA-DUUE attesta che nel 2019 l’obiettivo previsto al 2020 è pari al 77,2%, con il settore residenziale che ha superato già il target, mentre il terziario, compresa la PA, è a memo di un terzo.
L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ha presentato il 15 ottobre 2020 l’annuale Rapporto sull’Efficienza Energetica (RAEE 2020), curato dal Dipartimento Unità l’Efficienza Energetica (DUEE) sulla base delle informazioni e dei dati disponibili al 20 luglio 2020 che analizza le politiche e gli strumenti attuati per migliorare l’efficienza negli usi finali, e le relative connessioni con il contesto economico e lo sviluppo tecnologico, fornendo una fotografia dello stato dell’efficienza energetica a livello nazionale.
In considerazione dell’emergenza sanitaria che il Paese sta vivendo, l’ENEA sottolinea che per questa IX edizione del RAEE 2020, presentato contestualmente al Rapporto sulle detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabili negli edifici esistenti, si è resa necessaria una attenta rilettura in chiave di “Green Recovery” e di contributo alla ripartenza economica del Paese.
“I risultati che presentiamo oggi evidenziano che l’efficienza energetica è una leva efficace per risparmiare energia, ridurre le bollette, contrastare le emissioni inquinanti, ma anche per la crescita e l’occupazione – ha commentato il Presidente dell’ENEA, Federico Testa – In questa fase di ripartenza post-Covid dobbiamo saper cogliere al meglio queste opportunità e iniziative come il superbonus che vanno nella giusta direzione. Ampliare il raggio di azione degli interventi consentirà di amplificare le ricadute dell’efficienza e creare una filiera nazionale della ‘white economy’, rilanciando comparti strategici come l’edilizia e la produzione di beni e servizi”.
Nel 2019 l’obiettivo di risparmio energetico al 2020, indicato dal Piano d’azione nazionale per l’efficienza energetica e dalla Strategia energetica nazionale, è stato centrato al 77,2%: a livello settoriale, il residenziale ha già superato il target indicato, l’industria è ben oltre la metà del percorso (61,9%), i trasporti hanno superato la metà dell’obiettivo (50,4%), mentre il terziario, PA compresa, è a meno di un terzo dal target (29,4%).
Tra gli strumenti che hanno consentito il raggiungimento di questi risultati figurano anche le diagnosi energetiche, fondamentali per ottimizzare gli interventi di efficienza energetica nelle imprese. A dicembre 2019 sono state presentate circa 11.200 diagnosi: se fossero realizzati gli interventi individuati, si otterrebbe un risparmio totale di 3,7 Mtep/anno, ripartiti soprattutto in minori consumi elettrici (29%), termici (7%) e di carburante (30%).
Nel 2019 i risparmi nella fattura energetica, derivanti da nuovi interventi effettuati in ciascuno degli anni considerati nell’ambito delle principali misure per l’efficienza energetica attuate, sono stati circa 250 milioni di euro per minori importazioni di gas naturale (164 milioni di euro) e petrolio (79 milioni di euro). In termini di emissioni, grazie ai nuovi interventi effettuati nel 2019 sono state evitate oltre 2,9 Mton di CO2.
Per stimare il fenomeno della povertà energetica in Italia, ENEA ha adottato uno strumento ispirato alla misura LIHC (Low Income – High Costs), impiegata dal Governo britannico, che ha consentito di evidenziare il legame significativo tra la povertà energetica e la situazione economica delle famiglie: anche le politiche per l’efficienza energetica possono rappresentare una risposta concreta al problema, soprattutto per quanto riguarda l’efficientamento energetico degli immobili, strumento chiave per il contrasto a lungo termine del fenomeno e leva strategica con forti ricadute sociali, economiche, ambientali e occupazionali.

Nel RAEE 2020 si evidenzia che negli ultimi anni sono stati compiuti importanti progressi dal punto di vista dell’innovazione tecnologica. Gli edifici di nuova costruzione tendono a consumare circa la metà di energia rispetto agli immobili realizzati alla fine degli anni ’90. All’esigenza di rinnovamento del patrimonio edilizio, secondo l’ENEA, ha contribuito anche la crisi causata dal Covid-19, che ha creato nuove dinamiche abitative che richiedono una vera e propria riprogettazione degli spazi all’interno delle abitazioni e dei luoghi di lavoro, all’insegna di efficienza energetica, sostenibilità ambientale, salute e benessere.
Tuttavia, secondo le proiezioni al 2050 circa l’80% degli edifici sarà ancora in uso e il 75% di questi sarà ancora scarsamente efficiente. Affinché l’Unione europea raggiunga gli obiettivi di neutralità delle emissioni di carbonio, efficienza energetica e fonti rinnovabili, il tasso di rinnovo annuale del patrimonio edilizio dovrà raddoppiare rispetto all’attuale forbice compresa tra lo 0,4 e l’1,2% nei diversi Stati membri.
A tal fine, la Commissione UE ha adottato il giorno precedente la presentazione dei due Rapporti dell’ENEA, la Strategia Ondata di Ristrutturazioni per l’Europa (A Renovation Wave for Europe) per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, prevista dalla tabella di marcia del Green Deal europeo e inserita tra le priorità del Programma di ripresa economica Next Generation EU dalla crisi innescata dalla pandemia di Covid-19. Secondo la Commissione UE bisogna ridurre al 2030 le emissioni di gas serra degli edifici del 60 %, il loro consumo energetico del 14 % e il consumo energetico per riscaldamento e raffrescamento del 18 %, migliorando al contempo la qualità della vita delle persone che vi abitano e li usano, diminuendo le emissioni di gas serra rilasciate in Europa e creando fino a 160.000 nuovi posti di lavoro verdi nel settore edile.